Aemilia, le imprese dei Vertinelli ai raggi x

26 gennaio 2017 | 14:26
Share0
Aemilia, le imprese dei Vertinelli ai raggi x

In aula il maresciallo dei Ros relaziona sui sequestri ai due fratelli

REGGIO EMILIA – Nuova udienza oggi a Reggio Emilia del processo Aemilia, con al centro gli accertamenti patrimoniali sui fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, originari di Cutro (Crotone) e attualmente detenuti nel carcere di Bologna, con le accuse di associazione mafiosa, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni. Tra il 2015 e il 2016 ai due imprenditori sono stati sequestrati – in due fasi – beni per circa 75 milioni.

A relazionare sulla fitta rete di aziende, alcune intestate fittiziamente a parenti, ma riconducibili ai due fratelli, e’ il maresciallo dei Ros di Roma Emanuele Pico. Alle misure di prevenzione patrimoniale i carabinieri sono giunti a partire dai controlli sui redditi dichiarati dai Vertinelli, non compatibili con il loro tenore di vita. Proprio sull’utilizzo delle tabelle contenenti questi dati, gli avvocati della difesa hanno pero’ sollevato eccezioni, contestando inoltre la citazione nella deposizione di Pico di aziende oggetto di altri procedimenti.

Per l’accusa, guidata dai pm della Dda bolognese, si tratta invece di elementi utili a chiarire le presunte strategie finanziarie illecite contestate agli imputati, tesi ammessa dal presidente della corte Francesco Maria Caruso. In un caso definito “particolare”, i pm sostengono inoltre che l’intestazione fittizia di un’azienda sarebbe avvenuta anche a marzo 2015, cioe’ due mesi dopo gli arresti dell’inchiesta Aemilia.

Tra i vari episodi riferiti dal testimone anche quello di due aziende agricole aperte, non appena diventati maggiorenni, dai figli di Palmo e Giuseppe Vertinelli, Giuseppe e Antonio, finalizzate all’acquisto di terreni in provincia di Crotone, in cui poi – hanno accertato gli investigatori – sono invece sorte delle ville. Il trentenne Antonio Vertinelli e’ stato inoltre arrestato lo scorso giugno con l’accusa di continuare incassare somme non dovute, in pagamento di fatture emesse da terzi, sottraendole all’amministrazione giudiziaria di un’azienda gia’ sottoposta a sequestro.

Allo stesso modo e’ accusato di aver percepito i canoni di affitto di un complesso immobiliare a Montecchio Emilia, anche questo sotto sequestro. Altro meccanismo ricostruito oggi dal testimone dei Ros era quello per cui, se un’azienda veniva colpita da interdittiva antimafia, si procedeva a partecipare alle gare di appalto con altre piu’ “presentabili”, ma sempre riconducibili ai Vertinelli, che assumevano le maestranze di quelle interdette (fonte Dire).