I pm fanno appello contro l’assoluzione di Pagliani

2 dicembre 2016 | 18:08
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I pm fanno appello contro l’assoluzione di Pagliani

Impugnata anche la sentenza di proscioglimento di Giovanni Paolo Bernini, ex assessore Pdl di Parma. Il capogruppo di Fi: “Accanimento incomprensibile”

REGGIO EMILIA – La Dda di Bologna ha deciso di impugnare le sentenze per i due politici coinvolti nel processo di ‘ndrangheta “Aemilia”. I pm Marco Mescolini, Beatrice Ronchi e il procuratore Giuseppe Amato, hanno infatti firmato l’atto di appello sia per il consigliere comunale di Fi a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani, assolto nell’abbreviato concluso il 22 aprile dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, sia per il proscioglimento di Giovanni Paolo Bernini, ex assessore Pdl di Parma per cui era stata dichiarata la prescrizione del reato di corruzione elettorale, in cui è stata derubricata l’accusa iniziale.

Il processo aveva visto il Gup Francesca Zavaglia pronunciare 58 condanne su 71 imputati, con pene fino a 15 anni. I pm hanno proposto appello su 17 persone, alcune assolte pienamente, altre solo da parte delle accuse. Ricorso in Cassazione sarà inoltre presentato per 13 posizioni, sul riconoscimento dell’aggravante del metodo mafioso e del trasferimento fraudolento di beni.

Pagliani: “Accanimento incomprensibile”
Appresa la notizia, Pagliani scrive: “Apprendo, con stupore, la notizia dell’avvenuto deposito, da parte della Dda di Bologna, del ricorso in appello avverso la Sentenza del Tribunale di Bologna che mi ha assolto da ogni addebito nella vicenda Aemilia. Ricordo che il Gup, nell’assolvermi perché il fatto non sussiste, ha più volte chiarito che la mia condotta non ha in alcun modo favorito l’associazione. Nonostante la doppia pronuncia di assoluzione, prima del tribunale della Libertà (riesame) e successivamente del Gup di Bologna Zavaglia, il pubblico ministero Marco Mescolini, invece di scusarsi per il gravissimo errore giudiziario compiuto, ha deciso di continuare a sostenere le infondate e false tesi accusatorie già ampiamente smontate in entrambe le motivazioni. Un accanimento assurdo ed incomprensibile nei miei confronti, che prolunga ulteriormente (ed inutilmente) l’ingiustizia da me subita. Sono sereno e  resto fiducioso che la Corte di Appello di Bologna confermerà la mia assoluta estraneità ai fatti contestati e scriverà la parola fine a questa assurda vicenda”.