Gli immigrati fanno carte false per il permesso di soggiorno

14 dicembre 2016 | 16:02
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Gli immigrati fanno carte false per il permesso di soggiorno

Molti falsificano i documenti per attestare un’occupazione: nel 2016 ottanta denunce. Anche finti redditi pur di restare in Italia

REGGIO EMILIA – La crisi, a Reggio Emilia, ha colpito duro. E molti immigrati rimasti senza lavoro per ottenere il permesso di soggiorno e rimanere in Italia falsificano i documenti per attestare un’occupazione. In particolare, dall’inizio del 2016, sono state 80 le persone denunciate all’autorita’ giudiziaria dall’ufficio Immigrazione della Questura reggiana, in violazione dell’articolo 5 (comma 8 bis) del Testo unico sull’immigrazione, per un reato che puo’ prevedere la reclusione da uno a sei anni.

A snocciolare il bilancio e’ l’ispettore capo Francesco Baino, sottolineando come il fenomeno riguardi sia il lavoro autonomo che subordinato, concentrato in specifici settori: edilizia, lavoro agricolo, ditte di pulizia, volantinaggio e lavoro domestico. “E’ sicuramente un effetto della crisi economica – commenta Baiano – che porta gli stranieri a commettere questo reato mentre i presunti datori di lavoro sono a volte del tutto ignari”.

In altri casi invece, spiega l’ispettore, “sono gli italiani a fare da intermediari, ricevendo magari in cambio delle somme di denaro”. Recentissimi due episodi avvenuti nell’ultima settimana. Nel primo, un cittadino marocchino nato nel 1962, presente in citta’ da cinque anni e titolare di una ditta individuale di tinteggio, e’ stato denunciato per aver falsificato l’invio telematico all’Agenzia delle entrate dei redditi dell’attivita’ relativi al 2015. Gli agenti della Questura hanno anche appurato che la residenza a Reggio dell’uomo, dove aveva fissato la sede della ditta, non era nemmeno l’abitazione in cui l’imprenditore abitava. Ignaro in questo caso il commercialista che, secondo il marocchino, avrebbe sbrigato la pratica con l’Agenzia delle entrate.

Una cittadina cinese del 1958 millantava invece di essere impiegata in una ditta di pulizie, arrivando a presentare delle false buste paga per dimostrarlo. Accertamenti della Polizia hanno appurato che nel luogo indicato come sede dell’azienda non c’era in realta’ nessun ufficio o targa che ne segnalasse la presenza. L’Inps non aveva inoltre nessuna posizione aperta nei confronti della donna, che e’ stata denunciata. La ditta di pulizie, in effetti esistita in passato, è infine risultata “fiscalmente inattiva”, risalendo gli ultimi documenti contabili al 2012.

“Ci sono anche casi – conclude Baiano – in cui per ottenere la carta di soggiorno a tempo indeterminato, che prevede un reddito elevato, ci vengono presentati documenti che gonfiano gli effettivi redditi incamerati. I controlli del nostro ufficio sono capillari, gli approfondimenti, invece, a campione”. Imponente infatti il carico di lavoro dell”ufficio Immigrazione della Questura, che rilascia ogni anno poco meno di 18.000 permessi di soggiorno, tra nuovi e rinnovi (Fonte Dire).