E’ morto Giuseppe Piccinini, il partigano “Onin”

27 dicembre 2016 | 16:39
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E’ morto Giuseppe Piccinini, il partigano “Onin”

Fratello maggiore di Delinger, Giuseppe aveva compiuto 97 anni il 5 novembre scorso. Il funerale si svolgerà mercoledì mattina alle 11,30

CAVRIAGO (Reggio Emilia) – Il partigiano Giuseppe Piccinini, “Onin”, Comandante del 3.° battaglione della 26.a Brigata Garibaldi, si  è spento serenamente la notte di Natale nella casa di riposo della sua Cavriago dove da qualche tempo era ricoverato. Fratello maggiore di Delinger, Giuseppe aveva compiuto 97 anni il 5 novembre scorso. Il funerale si svolgerà mercoledì mattina alle 11,30. Corteo, con le bandiere dell’ANPI, dal parcheggio del cimitero di Coviolo fino all’edificio del Crematorio.

Appartenente ad una schiatta proletaria di decisi antifascisti, ” i Piccinini di Cavriago”, aveva cominciato a lavorare poco dopo la 5.a elementare, prima come garzone di un fabbro poi operaio alle “Reggiane”. Militare in aviazione dal 1939, dopo l’8 settembre ’43 fuggì da Napoli Capodichino raggiungendo fortunosamente Cavriago.

Dopo un periodo di lavoro con la TODT, che gli servì, come a tanti, da copertura, nella primavera 1944 raggiunse le formazioni partigiane della montagna. Partigiani furono anche tutti i suoi fratelli: oltre a Delinger (nella 26.a come “Onin”), apprendiamo dal bel libro curato dal nipote Franco Piccinini, Luigi e Paolo militarono nella 76.a SAP, Libero nelle formazioni ELAS (in Gecia), Arturo, il più vecchio (classe 1909) nell’Esercito del Sud.

Anche il più piccolo, Mario, nato nel 1930, operò come staffetta nella 76.a SAP. Nel dopoguerra “Onin” fu presidente ANPI di Cavriago, studente al Convitto scuola di Rivaltella e di Milano, poi funzionario del Pci per qualche anno. Seguì un periodo di emigrazione in Svizzera . Rientrato in Italia lavorò come operaio in una azienda metalmeccanica. Lascia la figlia Linda.

Il ricordo del sindaco Paolo Burani: “È stato uno dei protagonisti della lotta di Liberazione nella nostra terra. Un uomo coraggioso e libero. A lui e ai suoi fratelli andrà sempre il ringraziamento di Cavriago per le loro lotte, per la loro coerenza, e per aver sacrificato la loro gioventù per la nostra libertà”.