Contratti pubblici, un rinnovo che riguarda 20mila reggiani

1 dicembre 2016 | 18:38
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Contratti pubblici, un rinnovo che riguarda 20mila reggiani

La FP Cgil “Un impegno per ridare dignità e centralità al lavoro pubblico”. La Cisl: “Dopo anni di mobilitazione sul territorio questo accordo col governo apre una nuova strada”

REGGIO EMILIA – E’ stato siglato ieri, tra governo e parti sociali, l’accordo quadro per l’avvio della trattativa sul rinnovo dei contratti pubblici. Commenta la Cgil: “Quasi otto anni di attesa per il riconoscimento di un diritto che, come da sentenza della Corte costituzionale che ne dichiarò illegittimo il blocco, ha costretto il governo Renzi a riaprire il confronto con le organizzazioni sindacali”.

Spiega Maurizio Frigeri, segretario provinciale Fp Cgil: “Dopo le tante mobilitazioni  dei lavoratori, che hanno visto la Cgil in prima linea, questo accordo consentirà di sedersi al tavolo dei tre comparti del pubblico –  sanità, enti locali e funzioni centrali – per ridare centralità al lavoro pubblico e alla contrattazione di secondo livello nell’ottica coniugare valorizzazione professionale e miglioramento della qualità dei servizi. Insomma una svolta importante quella ottenuta ieri a palazzo Vidoni che riequilibra il rapporto tra legge e contratto ridando il primato a quest’ultimo, manomesso in questi anni dalla famigerata legge Brunetta che relegava lavoratori al ruolo di meri esecutori degli ordini imposti dalla dirigenza escludendoli da ogni decisione a loro riguardo”.

Nel testo sottoscritto ieri si parla della necessita di riscrivere una nuova Legge sulla contrattualizzazione del rapporto di lavoro, ma si parla anche di assunzioni, di lotta al precariato, di stabilizzazioni, di organizzazione e di conciliazioni di tempi vita lovoro. Un’intesa che impegna da subito le Parti per un reale potenziamento della macchina pubblica attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori per il raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza che gli Enti si daranno, attraverson un maggiore coinvolgimento e protagonismo delle loro rappresentanze sindacali.

Più dignità al lavoro e più valore al lavoro pubblico, queste le parole d’ordine. “Sono le premesse per negoziare da subito contratti di lavoro che sappiano recuperare risorse necessarie per gli aumenti bloccati da anni, sia a livello nazionale sia aziendale,  – sottolinea Frigeri – ma anche un nuovo  sistema di  relazioni sindacali che riconoscano il ruolo delle RSU democraticamente elette dai lavoratori. Per quanto riguarda la parte economica gli 85 euro annunciati sono solo  la base di partenza, da domani la palla passa ai differenti comparti di contrattazione “.

Nella nostra provincia operano 12mila lavoratrici e lavoratori in settori strategici come Sanità Enti locali e Funzioni centrali. A cui si aggiungono, nella scuola, 8.500 lavoratori in organico di diritto (cui si aggiungono alcune migliaia di supplenti) che nel tempo si erano mobilitati con tantissime iniziative per il rinnovo. “A loro va il ringraziamento per avere saputo dare continuità al lavoro per i cittadini in condizioni di seria  e crescente difficoltà,  nonostante gli fosse negato il diritto ad esigere un contratto, soprattutto con il reiterato blocco del turn-over. – conclude il segretario della Funzione pubblica Cgil di Reggio Emilia – Riteniamo che con questo accordo sia riapra una nuova stagione della contrattazione nel settore pubblico e si chiuda definitivamente quella campagna ideologica,quanto denigratoria, scatenata dall’ex ministro Brunetta, cioè da colui che ha iniziato a depotenziare i contratti di lavoro e con loro i diritti dei lavoratori”.

Anche la Cisl esulta
L’intesa raggiunta a Roma, dopo 7 anni di stallo, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego è ben accolta a Reggio Emilia. Qui sono 12.000 lavoratori della pubblica amministrazione, cui si aggiungono, nella scuola, 8.500 lavoratori in organico di diritto (cui si aggiungono alcune migliaia di supplenti): nel tempo si erano mobilitati con tantissime iniziative per il rinnovo.

“Quanto convenuto tra Cgil, Cisl e Uil e governo sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego è prima di tutto il riconoscimento del lavoro di migliaia di lavoratori del settore, ma segna anche il cambio di passo per il quale a lungo ci siamo impegnati” affermano dalle segreteria della Fp Cisl Emilia Centrale, la categoria che riunisce i lavoratori della funzione pubblica, e della Cisl Scuola Emilia Centrale. Esse rilevano che l’accordo è premiante prevedendo “meno burocratizzazione, meno precariato e gerarchia, più formazione e benessere organizzativo, lavoro più agile e attenzione a chi può esprimere servizi innovativi per le comunità”.

“Nel merito – osserva Davide Battini, segretario della Cisl Fp – vengono riconosciute nuove regole per nuovi contratti. Si apre, con un riconosciuto ruolo dei sindacati, una stagione diversa per i servizi pubblici. Una strada impegnativa verso il riconoscimento professionale dei lavoratori pubblici e, da subito, verso un rinnovo di contratto con risorse per tutti, da aumentare nella contrattazione di posto di lavoro”.

“Mutano – dettaglia il segretario – le regole del gioco: da qui in avanti, come nel privato, saranno le parti a decidere le materie da regolare con la contrattazione. Vale a dire meno legge e più contratti per dare più valore alle competenze dei lavoratori anche nell’innovazione organizzativa che serve ai nostri enti. Maggiore è la valorizzazione del lavoratore pubblico. Infatti, si darà un impulso vero alla partecipazione e al coinvolgimento cognitivo e motivazionale nei posti di lavoro. E’ questa la leva che spinge al cambiamento nel modo di lavorare e di organizzare i servizi a cittadini e imprese”.

“Questo accordo politico – spiega Monica Leonardi, a nome della segretaria della Cisl Scuola Emilia Centrale – assume l’impegno di riequilibrare il rapporto tra legge e contratto, in tutti i comparti, a vantaggio della contrattazione e delle relazioni sindacali, va nella direzione su cui da mesi si è spesa buona parte delle nostre iniziative, a partire dai tavoli aperti al Miur”.

“E’ molto importante, certo, la parte economica (85 euro mensili di aumento, contro i 20 da cui si era partiti) – aggiunge Monica Barbolini, segretaria regionale della Cisl Scuola -. Per altro avremo anche una tassazione inferiore del salario accessorio che, per il pubblico, prima non c’era. E’ previsto, inoltre, lo studio di forme di welfare contrattuale che dovremo declinare nei vari contratti. Per la scuola faremo entrare in contratto il bonus premiale, sino ad ora soggetto a una discrezionalità dei dirigenti: c’è l’impegno da parte del governo in tal senso. In sinesi, si apre la strada al welfare aziendale, della decontribuzione dei premi di produttività e dell’incentivo alla previdenza complementare anche nel pubblico impiego. Con questo accordo si rimettono al centro le persone”.