Salvini: io candidato premier? Se chiedono ci sono

12 novembre 2016 | 15:31
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Salvini: io candidato premier? Se chiedono ci sono

Il segretario della Lega: “Oggi a Firenze comincia una lunga marcia, lezione Trump insegna”

REGGIO EMILIA – Manifestazione per il no al referendum indetta oggi a Firenze dal Carroccio. “La nostra è la piazza della pace, Renzi preferisce le guerre”. Lo scrive su Twitter il segretario della Lega Matteo Salvini.

“Se chiedono ci sono, non è più tempo di rimandare, tentennamenti, dubbi, paure. Coraggio, idee e squadra non ci mancano. Non abbiamo paura, oggi comincia una lunga marcia”, ha detto Salvini, a margine della manifestazione per il no al referendum rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se l’iniziativa di oggi rappresenti il lancio della sua candidatura a premier. “La lezione di Trump e del libero voto degli americani è che si può vincere contro tutto e contro tutti, banchieri, lobbisti, giornalisti, cantanti”, ha aggiunto.

“Se votate No andate contro la vostra storia”. E’ questo l’appello che il premier Matteo Renzi rilancia, su Facebook e twitter, nel giorno della manifestazione per il No di Firenze, agli elettori della Lega e del M5S pubblicando un estratto della diretta Facebook dello scorso 9 novembre. L’appello è “agli elettori perché i senatori leghisti e cinque stelle sono affezionati alle loro poltrone e ai loro privilegi. Ma gli elettori che hanno votato Lega e Cinque Stelle vogliono cambiare”, scrive Renzi su Facebook.

La conquista della Casa Bianca da parte di Donald Trump ha come primo effetto quello di aumentare il solco tra i partiti del centrodestra per il momento uniti solo dalla battaglia per il No alle riforme. A gettare acqua sul fuoco ci prova Silvio Berlusconi che in un messaggio inviato al governatore della Liguria Giovanni Toti sottolinea in più passaggi proprio “l’unità” del centrodestra nella campagna referendaria. Un’intesa però, come sanno tutti i protagonisti, messa a dura prova non solo dai toni che ognuno ha scelto di usare in campagna elettorale ma che rischia di naufragare definitivamente già dopo il voto del 4 dicembre in caso di vittoria del No. Nonostante infatti tutti i leader dicano di volere la modifica dell’Italicum e poi il ritorno immediato alle urne, l’ipotesi che Forza Italia possa comunque dare una mano al nuovo governo è un’opzione difficilmente digeribile per Lega e Fratelli d’Italia nella prospettiva poi di presentarsi insieme alle urne.

Che le ‘anime’ del centrodestra siano almeno due in questo momento lo evidenziano gli appuntamenti del fine settimana: da un lato la manifestazione della Lega Nord a Firenze a cui hanno aderito i cosiddetti ‘trumpisti’ e dall’altro in Veneto la nuova tappa del tour di Megawatt di Stefano Parisi (“Parisi chi?” ironizza marcando il territorio Renato Brunetta da Genova). La kermesse fiorentina offrirà al leader del Carroccio di ufficializzare l’Opa non solo sulla leadership ma gli consentirà di fare una ‘conta’ sui futuri alleati: “La piazza di Firenze è aperta – mette in chiaro Matteo Salvini – ci saranno 300 sindaci di ogni partito. Chi non ci sarà, e preferirà stare a casa – penso a una parte di centrodestra e Forza Italia – si autoesclude da ogni collaborazione con la Lega”.

E prove di ‘rottura’ si registrano sul territorio. A Padova, per la precisione. Salvini, schierandosi in difesa del sindaco leghista Massimo Bitonci (nel mirino dei consiglieri locali di Fi), non le manda a dire: chi attacca Bitonci si schiera contro tutta la Lega e mette in discussione le alleanze a ogni livello”. Un Salvini pronto a scrollarsi di dosso un alleato ingombrante? Può darsi. Ma certo, sfruttando la vittoria di Trump (il segretario del Carroccio rivendica di esserne un sostenitore della prima ora) e le similitudini tra il programma leghista e quello del tycoon, il leader leghista non fa certo mistero di ambire alla guida delle futura coalizione: “Se mi chiederanno di esserci, di metterci la faccia, di partire con coraggio, io ci sono”.

Il leader della Lega poi strizza l’occhio anche agli elettori di FI: “Ci sono tanti elettori di Forza Italia che non votano più, perchè hanno perso la fiducia in un progetto chiaro e noi, a chi non vota più perchè schifato dai cambi di partito, dai cambi d’idea, ai cambi di alleanza, ai cambi di poltrona, vogliamo dare un progetto e una casa”.

E infatti proprio Forza Italia il partito che sembra essere più in difficoltà. Oggi nel capoluogo toscano ci sarà Giovanni Toti, governatore della Liguria e rappresentante di quell’asse del Nord azzurro da sempre sostenitore dell’alleanza con il duo Salvini-Meloni. A centinaia di chilometri di distanza ci sarà invece Stefano Parisi, lontano non solo fisicamente dalla piazza di Firenze. Mister Chili infatti da Padova, nuova tappa del tour di Megawatt, tornerà a ribadire la necessità di un centrodestra a trazione moderata, capace di proporre un’alternativa di governo a Renzi.