Omicidio a Parma, fermato un reggiano

4 novembre 2016 | 19:55
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Omicidio a Parma, fermato un reggiano

Il 36enne Luca Vescovi è di Poviglio e sarebbe responsabile dell’assassinio del nigeriano

REGGIO EMILIA – La Polizia ha fermato mercoledì sera un reggiano disoccupato di Poviglio di 36 anni, Luca Vescovi, per la morte di Thankgod Omonkhegbele, il 22enne nigeriano ritrovato senza vita martedì mattina in via Gobetti, strada della prima periferia di Parma.

L’uomo, secondo l’accusa, era alla guida dell’auto che lo scorso 1° novembre ha causato la morte del 22enne nigeriano. Attualmente si trova nel carcere di via Settembrini a Reggio con l’accusa di omicidio volontario e rapina impropria. Vescovi era su un mezzo che gli era stato prestato da un amico il quale, riconoscendolo in un servizio tv, è andato dalle forze dell’ordine per dire che quel mezzo era suo, ma che quella sera lo aveva prestato a un amico, Luca Vescovi appunto.

Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, il 36enne povigliese era andato in via Gobetti a Parma, nella notte fra lunedì e martedì, per comprare marijuana dal nigeriano e, dopo aver strappato un sacchetto che conteneva la droga dalle mani del pusher, lo avrebbe trascinato per alcuni metri con la sua auto. Il giovane africano si sarebbe aggrappato alla portiera e, nella caduta, si sarebbe procurato una ferita mortale alla testa.

Grazie alla testimonianza dell’amico che gli aveva prestato la macchina, la polizia è andata ad arrestare Luca Vescovi a casa sua, in via Paganini, a Poviglio. Il 36enne ha dei piccoli precedenti penali ed è disoccupato. Ha studiato all’Università di Parma ed è inserito nell’ambiente dei preparatori atletici degli sport da combattimento. Il giovane nigeriano morto non aveva precedenti penali ed era da due anni in Italia dove è giunto come richiedente asilo.

L’accusa per il fermato, che ora si trova nel carcere di via Settembrini a Reggio, è di omicidio. Stamattina Vescovi sarà trasferito dal carcere di Reggio – dove è rinchiuso – al palazzo di giustizia per l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Angela Baraldi. Le indagini della squadra mobile di Parma sono state coordinate dal pm reggiano Maria Rita Pantani.