Brexit: conseguenze e speranze sul futuro del gambling

14 novembre 2016 | 09:39
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Brexit: conseguenze e speranze sul futuro del gambling

Dall’accesso al mercato unico dipendono le sorti dell’industria britannica del gioco e dei suoi lavoratori

REGGIO EMILIA – Miliardi di euro di fatturato, migliaia di posti di lavoro. Il Leave deciso dalla Gran Bretagna ha messo a rischio, dalla sera alla mattina, la possibilità di libero e agevole accesso al mercato unico. Sia che il paese entri mediante una formula concordata, o aderendo allo Spazio Economico Europeo come altri paesi (ad esempio Islanda e Norvegia), per continuare a operare da quelle sedi, le aziende internazionali di gioco online domiciliate in Gran Bretagna saranno molto probabilmente obbligate a istituire delle filiali in uno degli Stati membri. Il rischio concreto è che la maggiore complessità delle regole aumenti i costi e gli svantaggi, scoraggiando gli investimenti. Per fare un esempio vicino a noi, la legge italiana sull’“adeguamento degli obblighi comunitari” del 2009 prevede che, per mantenere la concessione dei Monopoli di Stato le organizzazioni di gioco debbano avere sede e server in Europa.

Uno degli attori decisivi nella vicenda Brexit per quanto attiene al gaming online è Gibilterra, territorio d’Oltremare fonte delle licenze inglesi per i casinò online come casino.com e per altri organismi di gioco di diversi paesi. Come afferma Warwick Bartlett, amministratore delegato della Global Gaming e Betting Consultants, con sede nell’isola di Man, il problema di questa enclave britannica in territorio di Spagna –  poco più di 7 chilometri quadrati di territorio – è che se Gibilterra, come è verosimile, dovesse decidere di rimanere nell’Unione europea, gli operatori delle aziende di gaming si troverebbero a dover varcare la frontiera, che gli spagnoli hanno più volte espresso l’intenzione di chiudere. Lo spettro di queste eventuali barriere determinate dal voto britannico ha generato un sentimento di incertezza che influenza anche gli investimenti relativi alle imprese i-Gaming.

Gli operatori internazionali di gaming online con sede britannica non stanno però con le mani in mano e hanno individuato un’alternativa praticabile in Malta, paese flessibile nei rilasci di concessioni per chi vuole operare sui mercati europei. Dalla piccola repubblica dell’Europa meridionale, ad esempio, gli operatori comunitari possono partecipare ai bandi per le concessioni anche per l’Italia, come previsto dalla nostra legge di stabilità del 2016.

Cosa accadrà alle principali gaming companies? Il gioco d’azzardo non è mai stato più imprevedibile.