Truffe on line per un milione e mezzo di euro: arresti e perquisizioni

7 ottobre 2016 | 08:07
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Sono i numeri dell’operazione “Last fraud” dei carabinieri di Reggio Emilia: 400 raggiri in tutta Italia ad opera di una banda il cui capo era a Cavriago

REGGIO EMILIA – Quattrocento raggiri compiuti in tutta Italia, per una cifra complessiva di un milione e mezzo di euro. Sono i numeri dell’operazione “Last fraud”, L’ultima truffa, l’operazione a cui dall’alba di oggi, tra l’Emilia e Lombardia, stanno dando corso un centinaio di carabinieri della compagnia di Castelnovo Monti, supportati dai colleghi in forza al comando provinciale di Reggio Emilia, con l’esecuzione di 11 provvedimenti cautelari, emessi dalla autorità giudiziaria reggiana nei confronti di altrettanti indagati, e 20 perquisizioni finalizzate al recupero di ulteriore refurtiva.

Una complessa attività investigativa, quella condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Castelnovo Monti, coordinati dal sostituto procuratore Giacomo Forte, che ha portato a sgominare un’organizzazione criminale dedita alla commissione di truffe e-commerce e truffe con assegni circolari falsi.

In manette sono finiti Roberto Truzzi, 56 anni, di Cavriago, Baldassare Ferracana, 46 anni, di Reggio Emilia e Afrim Estrefi, 39 anni, albanese, residente a Reggio Emilia. Agli arresti domiciliari Gianluca Bianchi, 31 anni, di Cavriago, Noemi Bianchi, 35 anni e Amos Cena, 39 anni entrambi di Cavriago. E poi, sempre ai domiciliari, Giuseppe De Martino Miniero, 30 anni, di Casina e di Giuseppe Ticali, 46 anni, di Reggio Emilia.

Obbligo di dimora per Nelis Della Santina, 32 anni, di Correggio e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Sonia Bianchi, 54 anni, di Cavriago e Alfonso Mendicino, 41 anni, crotonese abitante a Cavriago. Quest’ultimo, imputato di Aemilia, si era distinto per gli insulti su Facebook contro i reggiani.

L’operazione ha messo in luce, attraverso l’uso di intercettazioni, perquisizioni e sequestri, che il cosiddetto fenomeno delle “truffe postepay” non è solo una modalità utilizzata da “truffatori seriali” od occasionali per procurarsi un facile e rapido profitto, ma anche un modo attraverso cui le organizzazioni criminali ottengono facili e lauti profitti ai danni di una cerchia diffusa di vittime (stimate in oltre 400 persone quelle dell’odierna indagine).

I carabinieri, partendo da vari procedimenti penali a carico di un soggetto residente nel comprensorio montano, nei quali risultava indagato per una pluralità di truffe attuate a carico di numerosi soggetti residenti in varie parti d’Italia, hanno accertato la presenza, sin dal novembre del 2014, di un gruppo organizzato dedito alla commissione, fra l’altro, di reati di truffa non solo con il sistema postepay, ma con l’uso di assegni contraffatti consegnati in pagamento di merce messa in vendita dagli ignari truffati.

Le modalità con cui l’organizzazione criminale, che faceva capo a una famiglia di Cavriago (RE), operava erano sostanzialmente due. La prima avveniva con la pubblicazione su internet di un annuncio di vendita di un bene con l’indicazione di un numero di telefono. L’ignaro truffato contattava l’utenza intestata al nominativo fittizio e contrattava la vendita del bene con l’usuario del telefono medesimo addivenendo ad una stipula cui seguiva una richiesta di anticipo da effettuare mediante ricarica su carta postepay. Una volta effettuata la ricarica non veniva consegnato nulla e l’utenza con cui si era venuti in contatto diventava irrintracciabile. Le indagini hanno poi chiarito che in molti casi il profitto della truffa veniva dirottato in altre carte di credito in modo da impedire di risalire al provento e di recuperarlo.

La seconda metodologia era reperire, sempre sui siti di e-commerce, beni in vendita, per lo più macchine operatrici di ingente valore, che, dopo essere stati acquistati dagli appartenenti al gruppo criminale mediante pagamento con assegni circolari falsi o provento di delitto, venivano inviati nei paesi dell’est Europa.

Nel corso dell’attività d’indagine, proseguita per oltre un anno è mezzo, oltre ad essere stati recuperati numerosi elettrodomestici (400 Bimby e Folletto) ed orologi di elevato valore commerciale (Rolex – Vacheron Constantin –Zenith El Primero) per un valore complessivo di circa 1.500.000 euro, sono stati individuati i canali di riciclaggio dei proventi delle attività delittuose che sono stati oggetto di sequestro preventivo con riferimento alle somme di danaro, costituenti saldi attivi delle consistenze finanziarie e/o valutarie, titoli azionari, obbligazioni, quote, crediti e/o diverse attività finanziarie comunque qualificabili (centinaia di migliaia di euro).

Nell’ambito dello stesso filone d’indagine, sono tuttora in corso accertamenti sul conto di altri soggetti responsabili di contraffazione e riproduzione di opere prevalentemente di pittura o grafica e di oggetti di antichità e di interesse storico o archeologico, alla loro detenzione e messa in commercio, alla successiva autenticazione della documentazione attestante l’autenticità di tali opere e oggetti, alla falsificazione di fideiussioni bancarie e lettere di credito ed al successivo utilizzo di tali prodotti per commettere truffe in pregiudizio di terze persone.