Riforme, Zagrebelsky: rischi autoritari. La Finocchiaro: non è vero

8 settembre 2016 | 21:55
Share0
Riforme, Zagrebelsky: rischi autoritari. La Finocchiaro: non è vero

Botta a risposta, di fronte a centinaia di persone, sulle riforme, fra Zagrebelsky e la senatrice Finocchiaro

REGGIO EMILIA – “L’articolo 1 della Costituzione – afferma Zagrebelsky – dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Pensate che sia attuata? La senatrice Finocchiaro ha detto che libertà e uguaglianza in questo Paese sono assicurati a tutti, ma non è così. Bisognerebbe intanto attuare le norme della prima parte della Costituzione”.

“Io non sono convinta – risponde la Finocchiaro – che a tutti gli italiani siano assicurati tutti i diritti garantiti dalla Costituzione, ma è una progressione faticosa. Questo paese ha la sua identità in questa cornice di principi e di valori. Il compimento della democrazia non è una passeggiata in campagna. Guai a noi se smarrissimo l’idea che il nostro sistema ha tutti gli elementi per poter affermare determinati principi”.

E’ il primo botta a risposta, di fronte a centinaia di persone, fra il presidente Onorario di Libertà e Giustizia Gustavo Zagrebelsky che ha discusso a Festareggio di “Riforme costituzionali” con la senatrice Anna Finocchiaro, presidente commissione Affari Costituzionali del Senato.

Replica la Finocchiaro: “Gran parte degli slogan che circolano sulla riforma non sono quelli che adopero io. Io ho le mie ragioni. Se non si capisce che il bicameralismo perfetto nasce per rendere meno stabili i governi, non si capisce tutto il resto. Certo che ci sono delle incognite nel monocameralismo, ma questo appartiene alla politica. Io ho un’idea diversa da Zagreblesky e penso che questo sistema non sia sbilanciato come dice lui. Questo Senato entra in una interlocuzione con la Camera dei deputati e con il governo significativa perché può esercitare un protagonismo politico. E il fatto che mettere rappresentanti di tutte le regioni è un fatto utile per il paese”.

Zagrebelsky risponde: “Essere a favore del bicameralismo perfetto non è un’eresia. Io per esempio non sono a favore del bicameralismo perfetto. Io non scomoderei Berlinguer e altri per dire che sarebbero favorevoli a questa riforma perché le condizioni sono molto diverse. Le riforme costituzionali devono partire dalla modifica del corpo politico. Non si può cambiare la veste e pensare di cambiare il corpo. Dobbiamo guardare sia la legge elettorale che la riforma costituzionale. La distanza fra cittadini e corpo politico con questa riforma non è destinata a ridursi. Guardiamo ai diritti: noi abbiamo fatto dei passi indietro. Questa riforma serve a blindare la situazione e non ad aprirla. Si va a votare e la stessa sera si sa chi ha vinto dice la Boschi, ma non è questa l’idea di democrazia. Ci sono tanti modi di concepire la democrazia e c’è anche una democrazia autoritaria e cinque anni senza contrappesi portano lì. Se per cinque anni abbiamo una forza politica che governa senza contrappesi, questo diventa pericoloso”.