Riforma pensioni, a Reggio 40mila persone coinvolte

14 settembre 2016 | 17:18
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Riforma pensioni, a Reggio 40mila persone coinvolte

La Fnp Cisl chiede la pensione social. L’importo medio delle pensioni vale rispettivamente 870 euro, i pensionati con meno di 1.000 euro al mese sono il 32,5% del totale, circa il 20% delle pensioni di vecchiaia è compreso tra i 500 e i 750 euro/mese

REGGIO EMILIA – Il mese di settembre sarà decisivo per la riforma pensionistica e riguarderà da vicino molti dei titolari di pensioni che a Reggio Emilia sono 165.000 (coinvolgono 110.000 pensionati). Il 12 di settembre è previsto un incontro tecnico tra il governo e parti sociali. Eppure il 40% di questi ha pensioni sono inferiori 1.000 euro lordi al mese, denuncia la Fnp Cisl Emilia Centrale coi quali risulta difficile vivere, soprattutto in ambiti familiari talvolta gravati da malattie, affitti, situazioni sociali aggravate dalla crisi.

L’importo medio delle pensioni vale rispettivamente 870 euro, i pensionati con meno di 1.000 euro al mese sono il 32,5% del totale, circa il 20% delle pensioni di vecchiaia è compreso tra i 500 e i 750 euro/mese. E dopo le recenti parole del premier Renzi, che ha annunciato nella legge di stabilità 2017 un aiuto ai pensionati, c’è grande attenzione e intento di dare il proprio contributo nel mondo Cisl.

A parlare sono segretario confederale Maurizio Petriccioli e, per Reggio e Modena, il segretario Fnp, Adelmo Lasagni. “Il nostro obbiettivo è rivisitare la riforma Fornero secondo principi più equi e solidali, – esordisce il segretario Petriccioli – Vogliamo dare soluzioni ai tanti problemi ancora aperti nel sistema previdenziale”.

Su quali fronti state lavorando?
Su tantissimi, per primo l’annoso problema delle ricongiunzioni onerose: stiamo cercando una soluzione per consentire il cumulo gratuito dei contributi versati in gestioni diverse, che consentirà ai futuri pensionati di utilizzare per il calcolo della pensione tutti i periodi lavorativi effettuati con diverse tipologie di rapporto di lavoro, venendo incontro ad un problema che oggi riguarda anche tanti giovani.
Poi ci stiamo occupando di coloro che fanno lavori usuranti: la normativa è troppo rigida e tanti lavoratori, che ne hanno il diritto, non riescono a rientrarvi.

Cosa chiedete invece per il lavoratori precoci?
Abbiamo proposto due cose essenziali: eliminare la penalizzazione prevista per le persone che hanno il requisito d’anzianità contributivo, ma che non hanno raggiunto il sessantaduesimo anno di età, e di far riconoscere “bonus contributivi” per coloro che hanno lavorato tra i quattordici e i diciotto anni di età.

E per i pensionati?
Noi chiediamo una parificazione della no-tax area tra lavoratori dipendenti e pensionati, per colmare una disparità che riguarda soprattutto gli anziani che hanno una pensione inferiore a 15mila euro annui. Inoltre, è allo studio un miglioramento della cosiddetta “quattordicesima mensilità”, erogata ai pensionati con redditi più bassi. Oggi prendono la quattordicesima coloro che ricevono un massimo annuo di 10.000 euro di pensione, noi vorremmo allargare la platea fino a ricomprendere coloro che percepiscono una pensione di 13.000 – 16.000 euro annui.

Sui media si parla di Ape…
L’Ape è il prestito pensionistico. Sarebbe la soluzione per coloro che vogliono andare in pensione fino a tre anni prima la maturazione del requisito minimo di età attualmente previsto: impegnandosi a restituire la somma ottenuta in 20 anni, avrebbero la possibilità di ottenere un anticipo della loro pensione futura. La nostra proposta è quella di introdurre un’Ape “sociale”, azzerando il costo per la restituzione del prestito per determinate categorie.

Anche il segretario Fnp Cisl Emilia Centrale, i pensionati di Reggio e Modena, Adelmo Lasagni è concorde con le parole di Petriccioli: “A Reggio Emilia e Modena sono molteplici i lavori usuranti in tutti i comparti, dall’industria all’agricoltura, dai servizi al pubblico impiego. Il tema social, poi, è sentito da migliaia di lavoratori. In generale, poi, non possiamo continuare a tassare fortemente i pensionati (il doppio rispetto alla media europea), che nel complesso sono la classe più penalizzata”. Per far fronte alle pensioni minime, calcolate in 2,3 milioni di euro in tutta Italia, circa 40 mila a Reggio Emilia, il governo sta pensando di utilizzare il sistema Isee, ma questo non è giusto per Lasagni.

“Come ho più volte ribadito, si perderebbe il diritto a un riconoscimento previdenziale versato dagli stessi lavoratori. I pensionati hanno diritto di avere tutto quello che gli spetta dopo anni di duro lavoro; anche nel territorio reggiano sarebbero a rischio migliaia di pensioni”.