Landi Renzo, la crisi continua: persi 12,5 milioni nel primo semestre

27 settembre 2016 | 18:53
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Landi Renzo, la crisi continua: persi 12,5 milioni nel primo semestre

L’azienda chiude il primo semestre dell’anno con fatturato e utili in peggioramento e taglia le stime per l’intero 2016. “Servono ulteriori iniziative per recuperare efficienza”

REGGIO EMILIA – Ancora una semestrale lacrime e sangue per la Landi Renzo che chiude il primo semestre 2016 con fatturato e utili in peggioramento e taglia le stime per l’intero 2016. Negativa la reazione del titolo in borsa che chiude a -5,6%.

Il semestre si è chiuso con un fatturato in calo a 89,3 da 98,1 milioni e con una perdita netta di 12,5 milioni (perdeva 4,3 milioni nel primo trimestre, ndr), in peggioramento rispetto al rosso di 7,2 milioni registrato un anno prima. L’indebitamento è di 78,3 milioni di euro, mentre il patrimonio netto è pari a 58,3 milioni di euro.

“Il recente calo del prezzo del petrolio ha avuto un impatto rilevante sul mercato dei carburanti alternativi, in particolare nel continente americano”, spiega la nota che parla anche di un rallentamento delle immatricolazioni di nuove auto a GPL/metano in Europa. In questo contesto il gruppo “porrà in essere nuove ed ulteriori iniziative di recupero dell’efficienza sia operativa che organizzativa”.

Per l’intero anno il gruppo indica un fatturato tra i 180 e i 190 milioni e un Ebitda normalizzato per eventuali oneri non ricorrenti legati alle azioni di riduzione costi compreso tra i 4 e i 6 milioni. In occasione dei conti del primo trimestre, lo scorso maggio, il gruppo aveva ribadito la stima di un fatturato tra 200 e 210 milioni e di un Ebitda tra 12 e 15 milioni per l’intero 2016.

Per l’azienda guidata dal presidente della Camera di commercio e patron della Pallacanestro Reggiana, Stefano Landi, la crisi sembra non avere fine. La Landi Renzo aveva chiuso il 2015 con una perdita di 35,3 milioni di euro in netto peggioramento rispetto al rosso di 1,8 milioni del 2014 e al passivo di 25,6 milioni del 2013.

Attualmente i dipendenti dsono in solidarietà e lavorano 4 giorni su 5. Nell’autunno 2015 l’azienda ha dichiarato novanta esuberi e aveva chiesto alla Fiom di poter accedere alle procedure di mobilità volontaria che prevedono un incentivo all’esodo per chi vuole lasciare l’azienda.