Fusione Camere di commercio, sindacati in allarme

1 settembre 2016 | 18:23
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Fusione Camere di commercio, sindacati in allarme

Cgil e Cisl confermano quindi tutte le proprie preoccupazioni relative al mantenimento della sede principale a Reggio, dell’assetto occupazionale e della permanenza o meno delle attuali funzioni del nuovo ente

REGGIO EMILIA – Fari puntati dei sindacati reggiani della Funzione pubblica di Cgil e Cisl sul riassetto della Camera di commercio. Ieri, infatti, una delegazione delle due organizzazioni ha incontrato il presidente, Stefano Landi, e il segretario Michelangelo Dalla Riva per iniziare un percorso di confronto in vista della fusione che l’ente camerale, in base al decreto che il Governo ha licenziato pochi giorni fa, dovra’ portare avanti con Parma e Piacenza o con Modena. Landi ha pero’ chiarito che sono ancora aperte tutte le opzioni e si e’ riavviato il confronto sia con Modena che con Parma e Piacenza.

E’ inoltre emerso che, se non si dovesse arrivare a definire concordemente la soluzione, l’ultima parola rimarrebbe Unioncamere entro i tempi definiti dal decreto. Cgil e Cisl confermano quindi tutte le proprie preoccupazioni relative al mantenimento della sede principale a Reggio, dell’assetto occupazionale e della permanenza o meno delle attuali funzioni del nuovo ente e ribadiscono l’esigenza di essere coinvolti puntualmente nel percorso riorganizzativo. Nei prossimi giorni i sindacati chiederanno inoltre ai parlamentari reggiani un incontro per evidenziare tutte le criticita’ che il testo del decreto contiene. Il tasto dolente sono le nuove funzioni attribuite agli enti camerali e la trasformazione di alcune che potrebbero caricare di nuovi oneri le imprese.

In merito Salvatore Coda (Fp-Cgil) e Davide Battini (Cisl Fp) commentano: “Siamo alla presenza di un provvedimento che ha subito importanti modifiche negli ultimi mesi e l’ultimo testo presenta qualche miglioramento che pero’ non elimina la confusione, a causa della mancanza di un disegno preciso del riassetto istituzionale che gia’ si e’ scontato con le Province”. Troppo spesso, proseguono i sindacalisti, “dobbiamo affrontare riforme fatte con improvvisazione e poca lungimiranza, che non tengono conto degli effetti ”a cascata” che possono generare e delle lacune che lasciano”.

Ad esempio “che improvvisamente le Camere di commercio si debbano occupare di orientamento e di inserimento occupazionale ci porta a pensare che qualcuno si occupi del sistema del collocamento con precipitazione e senza un disegno organico”, concludono Coda e Battini.