Evasione fiscale, stangata per i fratelli Aleotti

10 settembre 2016 | 00:15
Share0
Evasione fiscale, stangata per i fratelli Aleotti

Condanne fino a dieci anni per i vertici della Menarini. Nei guai i figli del patron, Alberto, originario di Quattro Castella. Confiscato un miliardo di euro

REGGIO EMILIA – Il tribunale di Firenze ha condannato a 10 anni e sei mesi Lucia Aleotti, presidente della società, e a 7 anni e sei mesi il fratello Alberto Giovanni, vicepresidente, a conclusione del processo che li vedeva a giudizio per accuse, a vario titolo, di evasione fiscale, riciclaggio e corruzione.

Lucia e Alberto Giovanni sono i figli del reggiano Alberto Aleotti, patron della azienda farmaceutica, morto nel 2014. Aleotti era nato a Quattro Castella il 4 marzo 1923, nel 1964 era entrato in Menarini come direttore generale, diventata poi la più importante azienda farmaceutica italiana. Alla morte di Alberto Aleotti, i figli Lucia e Alberto Giovanni avevano ereditato la presidenza del gruppo farmaceutico.

Confiscato inoltre agli imputati oltre un miliardo di euro. Secondo gli inquirenti dal 1984 al 2010 Alberto Aleotti avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, con lo scopo di far aumentare il prezzo finale dei farmaci, grazie ad una serie di false fatturazioni truffando cosi’ il Sistema sanitario nazionale, che ha rimborsato medicinali con prezzi ‘gonfiati’.

Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni di euro. Il reato di truffa non è stato contestato invece ai due figli del patron e ciò è all’origine del mancato risarcimento alle diverse aziende sanitarie che si erano costituite parti civili al processo: a Lucia e Alberto Giovanni Aleotti è stato contestato il riciclaggio dei soldi portati all’estero dal padre e i collegati reati fiscali, ma non il reato di truffa. I fratelli Aleotti, tra l’altro, sono stati assolti, perchè il fatto non sussiste, anche dall’accusa di riciclaggio delle somme provenienti dal delitto di corruzione per il quale il padre era stato condannato dal tribunale di Napoli nel 1997. I difensori degli imputati hanno annunciato che impugneranno la sentenza.