Villalunga, Renzi attacca la Lega e D’Alema

9 agosto 2016 | 22:24
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Villalunga, Renzi attacca la Lega e D’Alema

Il premier, di fronte a un folto pubblico, ha detto: “Mai messo contro Berlusconi lo stesso impegno che ha posto a combattere i suoi compagni di partito”. E su Salvini: “E’ sempre in tv, che andasse un po’ a Strasburgo”. Sul referendum dice: “Ho fatto un errore a personalizzare troppo la riforma”

CASALGRANDE (Reggio Emilia) – “Se D’Alema avesse messo un decimo dell’impegno che ha impiegato per combattere i suoi compagni di partito, a partire da Prodi, a contrastare Berlusconi a suo tempo…”. E’ un Matteo Renzi decisamente in palla, che non risparmia attacchi all’ex presidente del Consiglio e alla Lega Nord, quello che si è visto stasera alla festa del Pd di Casalgrande.

“E’ una platea bellissima”
“E’ una platea bellissima, ma questo è il senso profondo del Pd”. Lo ha detto Matteo Renzi di fronte al folto pubblico venuto a sentire il premier intervistato da Enrico Mentana alla festa del Pd di Villalunga. Un pubblico che ha accolto il premier con grande affetto.

“Matteo, invece di stare in tv, sarebbe meglio lavorasse al Parlamento europeo”
Ha detto a Mentana: “Troppo spesso siamo andati in Europa a prendere i compiti da fare. C’è bisogno di dare una scossa all’Europa e c’è bisogno di un’Europa sociale e bisogna che l’Italia sia forte. Dobbiamo fare sentire la voce e i valori dell’Italia e bisogna tenere insieme l’ideale europeo con l’interesse nazionale”. E lancia una stoccata a Salvini: “E se qualche parlamentare europeo, invece di stare in televisione tutti i giorni, andasse a lavorare in Europa, sarebbe meglio. Ogni riferimento a chi si chiama Matteo è casuale”. Ha poi aggiunto: “C’è troppa timidezza, ma questo è il tempo migliore per rilanciare l’idea di Europa. Siamo entrati nel partito socialista europeo per cambiare le cose da dentro. Ma si fa una fatica, perché vai a Bruxelles e ti senti solo. Questa non può essere solo l’Europa delle banche, ma anche dei diritti e della cultura”.

“Noi facciamo accordi di cooperazione internazionale, ma la Lega ci portava i diamanti in Africa”
Si è poi passati a parlare della situazione dei migranti a Milano, Como e Ventimiglia. Renzi ha ricordato: “Noi abbiamo circa centomila immigrati che sono arrivati. Io difendo il dovere di andare a salvare delle vite umane. Quando una donna rischia di affogare, noi andiamo e la salviamo. Questa è l’Italia, ma non possiamo prenderli tutti noi. Non possiamo diventare il luogo che accoglie tutti indistintamente. Però la fase aiutiamoli a casa loro è giusta. Fare gli investimenti in Africa è sacrosanto. Quelli che avevano la camicia verde ci portavano i diamanti in Africa e noi invece facciamo gli accordi di cooperazione internazionale”.

All’opposizione interna: “Noi andremo avanti, non ci fermeremo”
Io ho chiesto al mio partito: “Smettiamo di farci ossessionare la vita da Silvio Berlusconi, perché, se lo facciamo, saremo più credibili”. Tre anni fa lo ho detto. Di lì a pochi mesi siamo andati al 40%, perché smettendo di demonizzarlo lo abbiamo portato a fare l’opposizione”. Ci sono compagni che non condividono la mia segreteria, ma va bene. Noi non buttiamo fuori chi non la pensa come noi e facciamo i congressi. Chi non la pensa come me ha tutti i diritti di stare dentro a questo partito e gli dico: “Grazie di camminare con noi”. Se voi però pensate che, per dare retta a voi ci fermiamo, ebbene io vi dico che non è così. Noi non ci fermeremo mai. C’è un congresso ogni quattro anni e non si può fare ogni giorno sui giornali e in tv. Quella riforma costituzionale l’avete votata voi e, se adesso non la volete votare, giudicheranno gli italiani”.

“Ho fatto un errore a personalizzare troppo la riforma”
Proseguendo sul referendum, Renzi fa un passo indietro sulla modalità usata finora. Spiega di avere “sbagliato a dare dei messaggi: questo referendum non è il mio referendum – puntualizza -, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all’Italia”.

“Da presidente del Consiglio non metto bocca sulle nomine della Rai”
Mentana affronta poi il tema della Rai e delle recenti nomine, in particolare la sostituzione della Berlinguer. Dice il premier: “Io per un anno non ho incontrato il presidente e l’ad della Rai. Poi è arrivato il momento di fare le nomine. Abbiamo scelto una persona in gamba e della Rai come la Maggioni e poi una persona che viene dal mondo della televisione. Poi non ho più messo bocca su niente. Se si cambia qualcuno, viene naturale dire: “Lo ha cacciato Renzi”. Bianca Berlinguer a me piace molto. Se dopo sette anni la Rai le fa fare tutti i giorni un programma con Michele Santoro e con un paio di seconde serate, non mi sembra un’epurazione. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Io da presidente del Consiglio non metto bocca sulle nomine della Rai. Questa roba, poi, interessa solo gli addetti ai lavori: ai giornalisti e ai politici.

“Viva il Pd e l’Italia che dice sì”
E poi conclude sulle feste e il referendum: “L’Italia che dice sì è quella che dice sì alle riforme ed è l’Italia dell’orgoglio. Ma non va bene un’Italia che dice: “Ci penso”. Noi siamo l’Italia che dice sì. Noi siamo quelli che dalla mattina alla sera cerchiamo di fare funzionare le cose. La riforma della pubblica amministrazione, sbloccare i cantieri, eccetera. Se qualcuno pensa che, in nome di un malinteso principio di rispetto interno il Pd debba snaturare la propria forza e diventare un club culturale che dice ” non lo so”, non mi sta bene. Si chiama Festa dell’Unità e dell’Italia che dice sì. Viva il Pd e l’Italia che dice sì.