Profugo accoltellato in stazione, fermato un clandestino

11 agosto 2016 | 09:17
Share0
Profugo accoltellato in stazione, fermato un clandestino

I carabinieri hanno fermato ad Ancona un tunisino di 33 anni: il ferimento dovuto a una banale lite

REGGIO EMILIA -I carabinieri hanno fermato il presunto autore del tentato omicidio di un profugo 20enne, Mamadou Saliou Diallo, originario della Guinea, accoltellato domenica sera nel sottopasso che dalla stazione ferroviaria porta a piazzale Europa. E’un clandestino con numerosi precedenti penali, il tunisino di 33 anni, Walid Cherif, che è stato rintracciato dai carabinieri reggiani ad Ancona. Dovrà rispondere di tentato omicidio.

La convalida del suo arresto dovrebbe avvenire oggi o domani nella città marchigiana. Il litigio fra i due immigrati, per futili motivi, era avvenuto domenica sera verso le 21 nel sottopasso che da via Turri porta a Piazzale Europa. Mamadou, profugo ospitato dalla Dimora d’Abramo, ha urtato in bicicletta il tunisino e ha provocato la sua violenta reazione. Il magrebino ha accoltellato il profugo al petto causandogli un versamento al pericardio. Diallo è arrivato fino in piazzale Europa dove poi è stramazzato a terra. E’ stato operato al Santa Maria Nuova e se la caverà.

Il tunisino, invece, è fuggito. In base alle testimonianze raccolte i carabinieri reggiani hanno concentrato le loro attenzioni su Walid Cherif che, in un primo tempo, ha trovato rifugio nell’area del Campovolo e delle ex Reggiane e poi è riuscito a raggiungere la stazione ferroviaria per fuggire in treno verso Ancona. I militari sono riusciti ad inseguirlo e lo hanno fermato mentre pranzava da un venditore di Kebab ad Ancona.

Cherif è una vecchia conoscenza dei carabinieri reggiani: è un clandestino in Italia dal 2006 con numerosi precedenti per reati contro la persona e per spaccio di stupefacenti. L’ultima volta era stato arrestato lo scorso aprile ed era stato sottoposto al divieto di dimora nella nostra città. A suo carico pendeva anche un provvedimento di espulsione.

La vittima, che ora si sta riprenendo, con permesso di soggiorno a seguito di richiesta di asilo è arrivata in Italia nello scorso mese di febbraio sbarcando in Sicilia. Dalla fine di marzo è ospite della Dimora di Abramo.