Italia a crescita zero: nel secondo trimestre Pil invariato

12 agosto 2016 | 16:43
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Italia a crescita zero: nel secondo trimestre Pil invariato

La crescita economica perde vigore: rispetto allo scorso anno si registra una progressione dello 0,7% contro il +1% del primo trimestre. A rischio l’obiettivo di crescita fissato dal governo all’1,2%. A fine giugno la variazione acquisita per il 2016 si ferma allo 0,6%. Morando: “Ora scelte più difficili”

REGGIO EMILIA – Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2015. Lo comunica l’Istat diffondendo la stima preliminare. Il secondo trimestre del 2016 – precisa l’Istat – ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una in più rispetto al secondo trimestre 2015.

La variazione congiunturale del prodotto interno lordo, spiega l’Istat, è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente estera netta. Nello stesso periodo, ricorda l’Istat, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti, mentre ha segnato una variazione nulla in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,4% in Francia e dell’1,2% negli Stati Uniti. Nel complesso, secondo la stima diffusa il 29 luglio scorso, il Pil dei paesi dell’area Euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2015.

La variazione acquisita per il 2016 del Pil italiano è pari a +0,6%. Lo rende noto l’Istat diffondendo la stima preliminare del Pil nel secondo trimestre dell’anno. La crescita acquisita è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

Bankitalia: nuovo record debito giugno,2.248 miliardi
Nuovo record del debito pubblico. A giugno, rileva Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche si è attestato a 2.248,8 miliardi, in aumento di 70 mld rispetto a maggio. Nei primi 6 mesi il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 77,2 mld. L’incremento riflette il fabbisogno (24,8 mld) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (56,8 mld). Gli effetti dell’ emissione di titoli sopra la pari, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio euro hanno ridotto il debito per 4,4 mld.

Tesoro: crescita è fragile ma conti sotto controllo
“Nonostante la crescita sia più fragile del previsto, i conti pubblici sono sotto controllo, come evidenziato dall’andamento del fabbisogno del settore statale. A fine settembre il Governo presenterà nella nota di aggiornamento al Def il nuovo quadro macroeconomico con le previsioni aggiornate sull’andamento dell’economia e in combinazione con i dati della contabilità nazionale sarà possibile valutare i target per il rapporto deficit/Pil e debito/Pil”. Lo afferma il Mef.

Il dato sul pil fermo “non costituisce una sorpresa”
Lo afferma il Tesoro spiegando che dipende da fenomeni come, tra l’altro, la minaccia del terrorismo, la crisi dei migranti e la Brexit che “erano noti da tempo” rispetto all’impatto sulle prospettive di crescita dell’Italia. “Diverse fonti di Governo, compreso il Mef, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il Def sarebbero state messe in discussione da questo nuovo scenario, e numerosi previsori (dal Fmi all’Ocse) hanno già rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale”.

Morando: “Ora scelte più difficili, 1,2% a rischio”
“Presenteremo per il 27 settembre la nota di aggiornamento del Def, a quel punto vedremo in che situazione ci troveremo. Non c’è dubbio che sulla base di questi dati appare difficile conseguire l’obiettivo di crescita che era fissato per il 2016, cioè l’1,2%”. Lo dice ad AffaiItaliani il viceministro all’Economia, Enrico Morando. “Inevitabilmente, sarà possibile che si determinino maggiori difficoltà nella definizione delle scelte. O meglio, bisognerà tenere conto di questo andamento nella definizione delle scelte che riguardano il 2017 e gli anni successivi”.

“Per quello riguarda il volume globale del debito non mi pare ci siano sorprese. Siamo relativamente tranquilli sul fatto che l’obiettivo che ci siamo dati per il 2016 e per il 2017 possa essere conseguito anche attraverso operazioni di privatizzazioni, cioè di cessione di patrimonio pubblico, che abbiamo quantificato puntualmente anche in termini di obiettivo”.