Isis in fuga da Manbij, liberati 2.000 civili in ostaggio

13 agosto 2016 | 16:41
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Isis in fuga da Manbij, liberati 2.000 civili in ostaggio

Erano tenuti in ostaggio come ‘scudi umani’ dai jihadisti per coprirsi la ritirata. La città, vicina al confine turco, liberata dopo 73 giorni di combattimenti dai miliziani curdi e siriani. Liberata anche Sirte in Libia

REGGIO EMILIA – La riconquista della città siriana di Manbij, vicina al confine turco, “taglia le vie di fuga” dell’Isis verso la Turchia e l’Europa, oltre a impedire la comunicazione con Aleppo e Raqqa: è quanto dichiarano i ribelli curdi e siriani del Fronte democratico siriano (Sdf), appoggiati dagli Usa, che dopo 73 giorni di combattimento sono riusciti a strapparla agli uomini del Califfato. “Dopo la liberazione di Manbij, i membri dell’Isis non potranno più viaggiare liberamente da e verso l’Europa”, ha detto, citato da Bbc, Salih Muslim, leader curdo siriano. Il quale ha ricordato come per Mabij passino anche le uniche strade che dal nord arrivano ad Aleppo e alla ‘capitale’ dell’autoproclamato Stato islamico, Raqqa.

Sono 438, di cui 205 uccisi dai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida americana, i civili morti nella battaglia per strappare all’Isis la roccaforte di Manbij, in Siria, da cui i jihadisti dello Stato islamico si sono ritirati ieri dopo un assedio cominciato alla fine di maggio. Lo afferma l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). L’ong, con sede in Gran Bretagna ma una vasta rete di informatori in Siria, aggiunge che l’Isis si è ritirato dai quartieri settentrionali ancora nelle sue mani in seguito ad un accordo mediato da notabili locali, che ha consentito alle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a guida curda, di prendere l’intero controllo della città senza ulteriori combattimenti. I miliziani dell’Isis si sono ritirati verso nord, in un convoglio di circa 500 veicoli, in direzione del valico di confine con la Turchia di Jarablus.

Preso il controllo della stazione radio di Sirte
Le milizie libiche di Al-Binyan Al-Marsous oggi hanno annunciato di aver preso il controllo della stazione radio di Sirte. Lo riferisce il sito al Wasat. Le milizie fedeli al governo di unità nazionale, che combattono per strappare all’Isis la sua roccaforte, hanno spiegato che l’edificio che ospita la radio, vicino al complesso Ouagadougou (il quartier generale Isis da poco riconquistato), è uno dei maggiori centri di propaganda dello Stato islamico, da cui venivano diffusi i messaggi di al Baghdadi e del portavoce al Adnani.

Nel covo dell’Isis a Sirte liberata uomini dei servizi segreti libici avrebbero trovato nomi e piani d’attacco di militanti jihadisti attivi nel Milanese, tra cui quello di Abu Nasim, che viveva in Lombardia, considerato vicino ai rapitori dei tecnici della Bonatti sequestrati lo scorso anno vicino Tripoli. Lo rivela il Corriere della Sera, precisando che i libici si dicono pronti a consegnare i nomi alle forze dell’ordine italiane. “Decine, se non centinaia di militanti” dell’Isis, secondo le stesse fonti, sarebbero partiti dalla Libia alla volta dell’Europa, prima tappa Italia, in modo legale, ma soprattutto infiltrati tra le masse di disperati a bordo dei barconi del traffico illegale di migranti. A Sirte i servizi segreti libici hanno trovato appunti, taccuini scritti a mano, fogli volanti, che ora si sta cercando di decifrare e mettere insieme, e che potrebbero contenere la prova che le minacce dell’Isis di “approdare a Roma” non siano solo propaganda.