Il questore: “Era necessario chiudere piazza Prampolini”

19 agosto 2016 | 15:07
Share0
Il questore: “Era necessario chiudere piazza Prampolini”

La Fusiello: “Questione di sicurezza: e poi ci sono i monumenti principali e non poteva essere trasformata in bagno pubblico”. Bogdanov aveva diritto di entrare in Italia e allo stadio. Multati due o tre esercizi per mancato rispetto dell’ordinanza anti alcol. Anche il dopo partita senza incidenti: “Efficace con gli ultras la strategia del dialogo”

REGGIO EMILIA – “Chiudere piazza Prampolini era necessario, perché lì ci sono i monumenti principali della città: il duomo e il municipio. Non potevamo consentire che, come è avvenuto per i tifosi svizzeri, sporcassero dappertutto e la trasformassero in un bagno pubblico”. Il questore Isabella Fusiello, il giorno dopo l’arrivo dei tifosi serbi (anche il dopo partita è stato senza incidenti), tira un sospiro di sollievo e ci tiene a fare alcune precisazioni.

Dice: “Dovevamo evitare atti vandalici e che attraversassero il centro della città. Da piazza Martiri del 7 Luglio ai viali, invece, è un attimo”. Il questore non lo ha detto ma sicuramente un altro dei motivi è dovuto al fatto che piazza Prampolini, a differenza di piazza Martiri del 7 Luglio, non presenta grandi vie di fuga ma ha strade molto strette intorno e quindi, se fossero scoppiati disordini in quella piazza, sarebbe diventato problematico gestirli. Inoltre ha fatto sapere che sono stati utilizzati camion di Iren, proprio per evitare di dare troppo nell’occhio e innervosire gli ultras con mezzi blindati.

Fondamentale, secondo quanto ha detto la Fusiello, è stata la collaborazione con il Cnims (l’organismo del ministero degli Interni che analizza il fenomeno della violenza nello sport) che ha messo le autorità reggiane in contatto con quelle serbe. Continua il questore: “Da subito ci era stato detto che non sarebbero venuti a creare scompigli. Gli ultras hanno garantito che non avevano intenzioni belligeranti secondo quanto hanno detto a due poliziotti della polizia di Belgrado che li seguono abitualmente (e che ieri erano presenti in piazza Martiri del 7 Luglio, ndr)”.

Il questore ha voluto anche sottolineare come in piazza non ci fossero blindati e agenti in tenuta antisommossa (erano a una certa distanza), proprio per evitare di provocare i tifosi. “Si sono comportati meglio dei tifosi del Lucerna”, ha detto il questore che ha voluto rimarcare anche “la positiva collaborazione con il Comune”. Continua la Fusiello: “E’ stata utilizzata, fin dall’inizio con i tifosi serbi, una strategia del dialogo che si è dimostrata efficace”.

In piazza c’era anche il console serbo che poi, prima dell’ingresso nello stadio, ha addirittura controllato che gli striscioni dei tifosi non riportassero frasi razziste o violente. Per quel che riguarda la presenza in curva di Ivan Bogdanov, il capo ultras responsabile dei disordini sei anni fa a Genova, la Fusiello ha precisato: “E’ stato condannato dal giudice di Genova a tre anni, ne ha scontato uno ed è uscito nel maggio 2011 con un’espulsione di cinque anni. Da maggio di quest’anno poteva dunque tornare in Italia. Lui non ha comprato un biglietto a suo nome e non è passato da Gorizia e da Trieste, dove facevamo i controlli alla frontiera, ma dall’Austria. Anche il Daspo adottato nel 2010 è scaduto nel 2015. Non era neanche in piazza Martiri del 7 Luglio”. In sostanza Bogdanov aveva tutto il diritto di venire in Italia ed entrare allo stadio.

Infine, per quel che riguarda l’ordinanza anti alcol, il questore ha concluso: “Abbiamo multato due o tre esercizi che hanno dato da bere dopo le 14 ai tifosi. Ritengo che, in ogni caso, sia una misura importante perché riduce il consumo di alcolici”.

Il ringraziamento del vicesindaco Sassi
“Sono molte le istituzioni e le persone che devono essere ringraziate per aver garantito la sicurezza della città nella lunga giornata di giovedì 18 agosto, in occasione della partita di calcio Sassuolo-Stella Rossa.

Innanzitutto il mio ringraziamento va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine per la grande professionalità che, ancora una volta, li ha contraddistinti. Un ringraziamento particolare al questore Isabella Fusiello per aver assunto con equilibrio e saggezza decisioni importanti nel corso della giornata. Allo stesso modo la preziosa regia del Prefetto ha garantito la piena e fondamentale collaborazione delle autorità serbe e in particolare del Console generale di Serbia presente in città già da alcuni giorni.

Voglio inoltre sottolineare il contributo fondamentale dato dai volontari dell’associazione “Tricolore” nel rendere operativo il punto di accoglienza di via Filangieri da cui sono transitati circa un centinaio di tifosi serbi nel corso della giornata. Fondamentale è stata  altresì la disponibilità con cui i commercianti hanno collaborato al piano di accoglienza e sicurezza. Irrinunciabile è stato anche l’apporto della Polizia municipale dalle prime ore del mattino sino a notte fonda, così come il contributo di Iren nel ripulire prontamente le piazze e nel mettere a disposizione i propri mezzi affinché non fosse consentito l’accesso a piazza Prampolini. Alcuni hanno ironizzato su questo, si è trattato invece di una lezione su come preservare l’ordine pubblico in modo intelligente senza escalation o provocazioni.

La città doveva essere in grado di dimostrare non solo che una partita di calcio non potesse mettere in pericolo la sicurezza collettiva, ma anche che è sempre possibile trovare un punto di equilibrio tra sicurezza e libertà, individuali e collettive.
Come abbiamo detto ai capi della tifoseria serba, Reggio Emilia ha una storia democratica così solida e radicata tale da non avere nemici. Ciò che chiediamo a chiunque arrivi in città, per qualsiasi ragione, è di avere rispetto di Reggio Emilia per poterne essere accolto come pochi altri sanno fare.

Reggio ha dimostrato di saper accogliere anche una tifoseria complessa come quella serba. È un dono di poche comunità quello di saper ispirare, a partire dalle istituzioni ma soprattutto dai propri cittadini, l’altrui fiducia, rispetto e un sempre prezioso sentimento di non belligeranza”.