I sindacati del commercio: “Non lavorate il 15 agosto”

11 agosto 2016 | 17:42
Share0
I sindacati del commercio: “Non lavorate il 15 agosto”

Cgil, Cisl e Uil: “Invitiamo le amministrazioni degli enti locali a prendere posizione, anche fattiva, differenziando chi rispetta i valori del lavoro e della nostra storia, da chi li calpesta”

REGGIO EMILIA – I sindacati dei lavoratori del commercio “confermano la netta contrarietà alle aperture festive nel settore del commercio e invitano tutte le lavoratrici e i lavoratori all’astensione dal lavoro nella giornata del 15 agosto (Festa dell’Assunzione) ricordando che sulla base delle norme contrattuali vigenti, è possibile rifiutare di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione”.

Continuano Cgil, Cisl e Uil: “Come noto la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia”  ha eliminato, ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie. Le nuove regole, ancora ferme in Parlamento, se da una parte potranno permettere agli enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non ponendo vincoli, se non la chiusura in sole 6 festività, sostanzialmente non risolveranno il problema”.

E aggiungono: “Le liberalizzazioni sono sbagliate, non aiutano la crescita economica, creano dumping tra piccola e grande distribuzione, svendono le festività e sviliscono la qualità del lavoro spezzettando la prestazione lavorativa e costringendo i dipendenti ad orari improbi ben poco concilianti con le necessità di riposo, cavalcando l’idea, sbagliata, che in un periodo di crisi sia quasi da considerare un privilegio poter lavorare anche nelle giornate festive”.

Concludono i sindacati: “Il lavoro è un modo per dare dignità alle persone, e questo può avvenire solo se il lavoro è affiancato dal diritto di poter condurre una vita libera e dignitosa, nel rispetto anche delle convinzioni e dei principi civili e religiosi di ognuno. Invitiamo le amministrazioni degli enti locali a prendere posizione, anche fattiva, differenziando chi rispetta i valori del lavoro e della nostra storia, da chi li calpesta”.