I profughi sono più di mille in provincia

4 agosto 2016 | 18:30
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I profughi sono più di mille in provincia

I Comuni si impegneranno a una maggiore armonizzazione delle presenze dei rifugiati su tutto il territorio provinciale

REGGIO EMILIA – Una maggiore armonizzazione delle presenze dei profughi su tutto il territorio provinciale e un maggiore loro utilizzo, in accordo con la Prefettura, in progetti di cittadinanza attiva. Questo l’impegno assunto in modo condiviso oggi pomeriggio a Palazzo Allende dal tavolo di coordinamento tra Provincia e Comune di Reggio Emilia, Unioni dei Comuni e rete di accoglienza, convocato dal presidente Giammaria Manghi.

Nel corso dell’incontro, oltre ad un aggiornamento sui dati relativi ai rifugiati destinati al nostro territorio (1.011  al 2 agosto, 660 dei quali a Reggio Emilia, in massima parte uomini adulti provenienti da Nigeria, Gambia e Guinea), i rappresentanti degli enti locali hanno ribadito “l’impegno ad affrontare, ognuno per la sua parte, questo doveroso compito di accoglienza, confermando le tradizioni della nostra provincia: solidarietà da un lato, intesa e collaborazione tra istituzioni dall’altro”.

I Comuni si impegneranno a collaborare attivamente nei confronti della rete di accoglienza agendo soprattutto sulle principali criticità riscontrate fin qui, in particolare in termini di equa distribuzione territoriale. L’indicazione da parte dei primi cittadini di eventuali nuove strutture o locali idonei, infatti, dovrebbe favorire le cooperative incaricate dell’ospitalità che hanno registrato criticità in tal senso e rendere più agevole l’armonizzazione delle presenze in tutti i settori del territorio provinciale. I Municipi potranno inoltre così beneficiare di un filo diretto con il sistema di accoglienza, attivabile in qualsiasi momento in caso di necessità o criticità sollevate dalla cittadinanza.

“Si tratta di una disponibilità importante, per nulla formale” ha dichiarato il presidente della Provincia Giammaria Manghi,  sottolineando come “un maggiore coinvolgimento dei Comuni reggiani non sia soltanto necessario a superare le difficoltà riportateci dal sistema di accoglienza nel reperire disponibilità di immobili ma, soprattutto, a collegare il sistema stesso alla cittadinanza per mezzo dei sindaci, i quali sono sempre i primi a essere chiamati in causa dai cittadini nel caso di eventuali problemi”.

Quanto alla necessità di un maggiore coordinamento anche in merito alla distribuzione geografica dei rifugiati, il presidente Manghi ha ribadito come “armonizzare le presenze numeriche dei diversi comuni, evitando concentrazioni troppo elevate al punto di diventare difficilmente gestibili,  è l’unica via percorribile per dare una risposta locale efficace ad un problema tanto complesso su scala nazionale e internazionale”.

D’intesa con la Prefettura, e grazie sempre all’impegno dei Comuni che favoriranno un incontro tra le reti locali del volontariato e le cooperative incaricate dell’ospitalità, si cercherà inoltre di favorire il più possibile l’utilizzo in progetti di cittadinanza attiva dei rifugiati, nell’attesa – mediamente non breve – del riconoscimento giuridico dello status. “E’ infatti altrettanto importante, anche per gli stessi profughi  – ha concluso il presidente della Provincia – incentivare il più possibile una loro presenza attiva sul territorio , all’interno delle comunità che li ospitano”. Attualmente i richiedenti asilo impegnati in attività di volontariato sono 105, 23 dei quali a Reggio Emilia: di concerto con la Prefettura, i Comuni puntano a incrementare questi numeri in maniera significativa.

All’incontro di oggi, oltre ai rappresentati della rete di accoglienza coordinata dalla  Dimora d’Abramo, erano presenti l’assessore Serena Foracchia per il Comune di Reggio Emilia e – per le Unioni – i sindaci Enrico Bini (Unione montana), Paolo Colli (Val d’Enza), Fabrizio Corti (Tresinaro-Secchia), Massimo Gazza (Bassa reggiana), Lucio Malavasi (Pianura reggiana), Andrea Tagliavini (Colline matildiche) e Tania Tellini (Terre di mezzo).