A Reggio altri due empori solidali

31 agosto 2016 | 16:22
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A Reggio altri due empori solidali

Il 3 settembre inaugura quello di Guastalla mentre per Reggio Emilia si dovra’ aspettare la fine dell’anno

REGGIO EMILIA – In Emilia-Romagna aprono due nuovi empori solidali: il 3 settembre inaugura quello di Guastalla, mentre per Reggio Emilia si dovra’ aspettare la fine dell’anno. Si arrivera’ cosi’ a quota 14 market attivi in regione, a cui se ne aggiungono altri tre in fase di avvio e altrettanti in fase di progettazione, per un totale di 20. “Non arriviamo certo per primi, ma arriviamo con un grande bagaglio di esperienze”, dice Federica Severini di DarVoce, il Centro servizi volontariato della provincia di Reggio Emilia, che e’ capofila del progetto dell’emporio reggiano e fa parte del neonato Coordinamento degli empori solidali emiliano-romagnoli.

“Fino a poco tempo fa, a Reggio Emilia la distribuzione di cibo alle persone in condizione di poverta’ era molto frammentata – continua Severini – il problema e’ che la poverta’ aumenta mentre il cibo a disposizione e’ sempre meno perche’ le aziende fanno poco magazzino per risparmiare, da qui l’idea, a cui lavoriamo da tempo, di aprire un emporio, modalita’ che sta rispondendo alle esigenze delle cosiddette nuove poverta’”.

A Guastalla l’idea di creare un emporio e’ nata un anno e mezzo fa dal Tavolo delle nuove poverta’ che riunisce le associazioni che si occupano di persone in condizioni di difficolta’ e che gia’ fanno distribuzione di pacchi alimentari. L’obiettivo? “Dare una dignita’ diversa alla distribuzione alimentare”, spiega Matteo Artoni, assessore al Welfare di Guastalla. Nato dalla volonta’ di varie associazioni (tra cui Anteas, Auser, Caritas, Chiesa Evangelica Guastallese, Croce Rossa, San Vincenzo, Un bambino per amico), l’emporio solidale di Guastalla avra’ sede in un locale messo a disposizione del Comune ed e’ stato allestito grazie al presidio locale di Coop Alleanza 3.0 che ha donato carrelli e scaffali e che fornira’ il fresco invenduto in giornata.

Gli utenti dell’emporio di Guastalla devono avere residenza nel Comune da almeno sei mesi o regolare permesso di soggiorno in caso di cittadini stranieri, e Isee inferiore a 10.000 euro, e possono accedere attraverso lo Sportello sociale del Comune, i centri di ascolto Caritas, Anteas e Chiesa Evangelica. “Partiamo con 80 persone ma credo che aumenteranno – continua Artoni – speriamo, infatti, di riuscire a intercettare tutte quelle persone che sono in una situazione di poverta’ ma che, per vari motivi, non si rivolgono ad associazioni o ai servizi”. L”idea e’ di creare un “luogo piacevole, non un posto in cui la persona povera va e prende la borsa alimentare ma un luogo in cui, oltre a poter fare la spesa come in un normale supermercato, le persone possono partecipare a incontri, iniziative e socializzare”, spiega l’assessore.

L’emporio e’ stato presentato a luglio in un’iniziativa pubblica, “con cui abbiamo riempito una sala”, e ha coinvolto subito una trentina di volontari. La maggior parte e’ rappresentata da quelli delle associazioni ma ci sono anche cittadini non legati a organizzazioni di volontariato. Il 3 settembre alle 10.30 e’ in programma l’inaugurazione a cui partecipera’ anche la deputata Maria Chiara Gadda, relatrice e prima firmataria della Legge contro lo spreco alimentare e di medicinali. Poi l’emporio sara’ aperto due giorni alla settimana, indicativamente il martedi’ e il venerdi’.

A Reggio Emilia l’emporio sara’ di quartiere. “Una dimensione che abbiamo scelto perche’ non sia solo un supermercato ma un luogo di relazione in cui sia possibile seguire le famiglie – spiega Severini – A breve inizieremo un lavoro di sensibilizzazione nel quartiere Gardenia, dove aprira’ l’emporio, perche’ non vogliamo che sia qualcosa che le persone subiscono, ma un’iniziativa partecipata”.

L’emporio di Reggio e’ finanziato dalla Fondazione Manodori e dalle associazioni che lo sostengono (Caritas, Comune di Reggio Emilia, DarVoce, Auser, Associazione Papa Giovanni XXIII, Protezione civile, Associazione Servire l’uomo e Associazione Solidarieta’) e seguira’ 50-60 famiglie a rischio scivolamento verso la poverta’ indicate dai Servizi sociali con la collaborazione della Caritas. La spesa si fara’ con una tessera a punti ricaricabile per un periodo di tempo, eventualmente rinnovabile.

“Non si tratta di assistere le persone per sempre ma di aiutarle a riprendersi- continua Severini – per questo la presa in carico sara’ totale anche con servizi di sostegno per le famiglie”. Al momento e’ in corso l’allestimento e DarVoce lancia un appello per trovare volontari, risorse e cibo. “Cerchiamo persone, volontari di associazioni ma anche cittadini, che vogliamo sostenere il progetto, ma vogliamo coinvolgere anche il profit, non solo nel dare fondi, ma anche per fornire servizi che aiutino le persone a diventare autonome – conclude Severini – l’idea poi e’ di replicare l’esperienza dell’emporio di quartiere anche in altre zone della citta’”.