Sanità, Cisl e Fials: “Così la Regione danneggia i reggiani”

24 luglio 2016 | 10:44
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Sanità, Cisl e Fials: “Così la Regione danneggia i reggiani”

La denuncia: “Nessuna risorsa aggiuntiva ai lavoratori, nessuna risposta al piano occupazionale e nessuna risposta alla proroga dei tempi determinati. Evidenti disparità rispetto a quanto siglato per i lavoratori regionali”. Possibili ripercussioni anche per il Core

REGGIO EMILIA – “L’assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna non accoglie le istanze sindacali che, invece, a Reggio Emilia sono già confermate da accordi o disponibilità aziendali. E’ uno spettacolo sconcertante cui assistiamo da mesi”.

E’ la dura presa di posizione di Davide Battini, segretario generale della Cisl Fp Emilia Centrale e Pasquale Liguori, segretario della Fials. “Notiamo – osservano i sindacalisti – come gli accordi o disponibilità aziendali reggiane sono abitualmente fermati dall’assessorato regionale, che avoca così a sé decisioni fondamentali… senza poi prenderle. Anzi, sono tolte anche ai direttori generali e, così facendo, danneggia lavoratori e cittadini”.

Tre gli esempi eclatanti citati dai sindacati. Il primo è il “Piano occupazionale 2016”. Spiegano Battini e Liguori: “Da febbraio la Regione sta tenendo ‘ostaggio’ le aziende sanitarie: non risponde al piano ipotizzato e trasmesso dalle stesse e blocca di fatto uno strumento essenziale di governo della sanità reggiana e, anche, di risposta ai lavoratori”. Cisl Fp e Fials, a questo proposito, non nascondono possibili ripercussioni anche per quanto riguarda il CoRe e il Santa Maria, alle prese con il riordino e i traslochi dei reparti nel nuovo centro oncoematologico di Reggio Emilia.

Altro tema.“I direttori generali – aggiungono i sindacalisti – hanno firmato un accordo che riconosce risorse aggiuntive derivanti dalle riorganizzazioni ai lavoratori. Ora la Regione a Bologna blocca questi accordi nonostante le nostre aziende siano virtuose da anni. Questo nonostante storicamente i lavoratori reggiani abbiano meno risorse rispetto altri colleghi della regione e nonostante l’azienda di cui l’assessore regionale Venturi era direttore generale abbia in precedenza chiuso accordi con contenuti simili”.

“Sul blocco degli accordi sui tempi determinati, i sindacati ricordano che “con le aziende si è condivisa l’opportunità di accordi che permettano in questa fase di pre-fusione di andare oltre il limite previsto dalla legge di 36 mesi per i dipendenti a tempo determinato dell’area tecnica e amministrativa. I motivi sono evidenti: meglio non disperdere lavoratori già formati ed utilmente inseriti. L’assessorato pare che a Bologna stia tenendo bloccata questa possibilità (ma la Regione ha firmato un accordo assolutamente simile per i propri dipendenti!) e a rimetterci sono i cittadini e i lavoratori della nostra provincia”.

Per questo i sindacati “pur comprendendo le difficoltà delle aziende e dei direttori dinnanzi all’atteggiamento regionale” si impegnano a proseguire nella loro azione, senza fermarsi “solo perché le colpe risiedono altrove”.