
Bonforte: “I primi cittadini rischiano di stare fra l’incudine di Renzi ed il martello dello scontento popolare per l’azione del governo”
REGGIO EMILIA – “Schierare i sindaci a sostegno del SI al referendum costituzionale è un segno di nervosismo e debolezza. Arruolati a forza in favore di una riforma che danneggia i Comuni, stride il silenzio dell’appello dei sindaci sul ritorno ad un neocentralismo che depaupera gli enti locali di molte competenze e costituzionalizza la loro finanza derivata da decisioni dello Stato.
I sindaci sono stati mobilitati non in quanto cittadini fra gli altri, ma in quanto rappresentanti delle città che governano, rischiando così di porli fra l’incudine di Renzi ed il martello dello scontento popolare per l’azione del governo. I sindaci per il SI non hanno ritenuto necessario sentire i propri consigli comunali. Non l’hanno fatto neanche quando ciò è stato richiesto, ed anzi si sono adoperati affinché qualunque discussione fosse evitata.
La ragione è che discutere nei consigli comunali significa rischiare di perdere, poiché ai voti delle opposizioni si potrebbero sommare quelli dei dissidenti interni al PD. Tutti i sondaggi disponibili finora dicono che 1/3 dell’elettorato del PD intende votare NO. Quota non piccola e suscettibile di aumentare man mano che viene chiarita la portata autoritaria e confusionaria della riforma di Renzi.
Per Renzi è una lotta per la sopravvivenza, e rischia quindi di travolgere ogni cosa, ivi incluso il PD stesso e le maggioranze di centrosinistra sopravvissute a livello locale, come Bagnolo e Reggio Emilia. Per questo è importante che gli esponenti del PD che sostengono le ragioni del NO si esprimano pubblicamente e siano in prima fila nella campagna referendaria.
Il Comitato per il NO, presieduto da Gustavo Zagrebelsky, nato intorno ad una solida cultura democratica, è il naturale riferimento di chi, da sinistra, vuole dare il proprio contributo”.