Operai scoprono in un muro documenti delle Br

8 luglio 2016 | 22:52
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Operai scoprono in un muro documenti delle Br
Operai scoprono in un muro documenti delle Br
Operai scoprono in un muro documenti delle Br

Durante lavori di ristrutturazione al Policlinico di Milano un sottotetto è spuntato un fascicolo con documenti originali, forse del 1975

MILANO – Documenti ritenuti degli originali delle Brigate Rosse sono venuti alla luce durante alcuni lavori di ristrutturazione all’interno dell’ospedale Policlinico, a Milano.

Il ritrovamento è avvenuto alcuni giorni fa ma la notizia era stata tenuta segreta. I documenti (si trovavano in una controsoffittatura del sottotetto) sono originali, non si tratta di fotocopie, e farebbero ipotizzare la presenza di un “covo” all’interno dell’ospedale.
Una sorta di “brigata ospedaliera” che potrebbe avere avuto un ruolo in alcune azioni di fuoco, come ad esempio nel 1975 quando venne gambizzato, nel suo studio, il deputato Dc Massimo De Carolis. In quell’occasione gli era stato preso il tesserino. L’oggetto è stato ritrovato tra i documenti emersi in ospedale. Gli oggetti saranno anche sottoposti a ricerca di frammenti utili per ricavare il Dna di chi li ha maneggiati.

Non è la prima volta che ripostigli segreti vengono scoperti: era nl’ottobre 1990 quando il proprietario di un appartamento in via Monte Nevoso decide di ristrutturare i locali: un muratore scopre una struttura di cartongesso. Dentro vi sono centinaia di fotocopie, tra cui copie del memoriale scritto durante la prigionia dal presidente dc Aldo Moro. Vi erano anche armi e banconote. La stranezza del ritrovamento, soprattutto, risiedeva nel fatto quell’appartamento era un covo noto dove nel 1978 i carabinieri avevano catturato alcuni terroristi delle Br.

Secondo indiscrezioni il materiale rinvenuto al Policlinico di milano non ha collegamenti con i più gravi fatti di sangue commessi dai brigatisti a Milano, tra cui l’uccisione nel febbraio del 1981 del direttore sanitario Luigi Marangoni, attribuito alla “Colonna Walter Alasia”.

Più probabile invece il collegamento con il ferimento dell’avvocato democristiano Massimo De Carolis, risalente al 1975. L’uomo venne gambizzato dopo un rapido  “processo del popolo”. Per ferirlo fu usata una pistola 7.65 con silenziatore che nel giugno dell’anno prima, a Padova era stata utilizzata per uccidere il carabiniere in congedo Giuseppe Mazzola e l’agente di commercio Graziano Giralucci nella sede padovana del Movimento sociale. Fu il primo delitto rivendicato dalle Br.