E’ morta l’educatrice Roberta Silocchi

12 luglio 2016 | 15:47
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E’ morta l’educatrice Roberta Silocchi

E’ spirata a 43 anni al Santa Maria Nuova dopo aver combattuto per oltre un anno contro una grave malattia. Dal 1999 lavorava per la cooperativa Reggiana educatori e dal 2006 nei Get. Era una volontaria sostenitrice della causa Saharawi. Giovedì mattina i funerali

REGGIO EMILIA – È morta a 43 anni, nel giorno del suo compleanno, dopo aver combattuto per oltre un anno contro una grave malattia. Roberta Silocchi, educatrice e volontaria di Reggio Emilia, si è spenta oggi a mezzogiorno all’arcispedale Santa Maria Nuova accanto alla madre Adriana e circondata dall’affetto di tanti amici e colleghi. Roberta era molto conosciuta tra gli educatori della città e per la sua attività di volontariato nell’associazione Jaima Saharawi. Dal 1999 lavorava per la cooperativa Reggiana educatori e dal 2006 nei Get.

Come educatrice volontaria e appassionata sostenitrice dei diritti del popolo del deserto Roberta ha raggiunto il Saharawi più volte nel corso degli anni. Lavorava al fianco degli insegnanti nelle scuole primarie del campo profughi a Tindouf in Algeria, in mezzo al deserto nella Repubblica Araba del Sahara Democratico. Con le stesso fervore ha poi partecipato al progetto per l’integrazione dei ragazzi disabili attraverso la formazioni di educatrici saharawi. Nel 2010 Caterina Lusuardi, oggi presidente dell’associazione, le propone di continuare il suo sostegno a quel popolo attraverso le interviste biografiche alle donne saharawi.

Un lavoro portato avanti nel corso di alcuni viaggi nei campi profughi e uno nel Sahara Occidentale, nei territori occupati dal Marocco. Presto questo progetto diventerà un libro dove le varie voci di donna di ogni età ricostruiscono il periodo storico che parte dal colonialismo spagnolo, passando per l’occupazione del Marocco, la guerra, la fuga delle donne e dei bambini nel deserto algerino e arriva ai nostri giorni con la scelta di questo popolo di abbracciare la lotta nonviolenta e diplomatica dal 1991.

“Roberta non era mai stanca – ricorda Caterina Lusuardi –, era sempre pronta a partire e ad affrontare le difficoltà del viaggio. È accaduto anche nell’ultimo viaggio del 2015 quando per partecipare al Congresso delle donne Sahrawi ai campi, Roberta è partita pur avendo già iniziato il decorso doloroso della malattia. Il libro, che presto sarà pubblicato, vive grazie alla sua costanza e alla sua forza”.

I funerali si terranno giovedì alle 9 con partenza dalle camere ardenti dell’arcispedale Santa Maria Nuova per la chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo di via Roma dove sarà celebrato il rito funebre. Non fiori ma donazioni all’associazione Jaima Saharawi.

Il ricordo

“Non avere paura, vedrai che il buio non sarà così nero, il caldo così soffocante e il freddo così feroce. Il sole continuerà a riscaldarti, la luna a incantarti, il vento ad accarezzarti.
Vedrai, il grano continuerà a sfamarti, l’acqua e il vino a dissetarti, il tabacco a rilassarti. Troverai sandali, pantaloni larghi e colorati, camicette a fiori e orecchini, quelli grossi di tutti i colori.
Non preoccuparti, anche lì troverai il mare e poi il deserto da liberare.
Stai tranquilla, pure lì ci saranno deboli da difendere e oppressi da liberare, gli amici sapranno guadare fiumi e torrenti e non saranno in ritardo, arriveranno sempre in tempo.
Stai sicura, anche lì sentirai canzoni che non capirai, ma ti piaceranno e dopo un po’ le canterai.
Finalmente un posto dove l’ingenuità non sarà un difetto.
Non avere paura, il dolore non ci sarà più, lui rimarrà qua con noi, non verrà con te, tu il dolore lo hai battuto, con te ha perso.
Teniamoci in contatto, mi raccomando, tu il mio numero ce l’hai e io ho il tuo, qualcosa da raccontarti ce l’avrei già.
Ciao Robby, grazie di tutto.
Che la terra ti sia leggera”.

Il tuo amico Marcello