Consigliere Mosca, torniamo con i piedi per terra

31 luglio 2016 | 16:06
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Consigliere Mosca, torniamo con i piedi per terra

Tesi fuori luogo e solo parzialmente vere quelle del capogruppo del Pd a Castellarano che farebbe meglio ad occuparsi di questioni locali

CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Evocare l’accordo di Sykes-Picot, come ha fatto il consigliere Mosca, come peccato originale degli occidentali responsabile della situazione odierna in Siria e Iraq e della instabilità del Medio Oriente, tesi simile peraltro a quella del califfo Al Baghdadi, è fuori luogo e solo parzialmente vero. Fuori luogo perché il consiglio comunale di Castellarano non è certo sede per simili riflessioni dato che non è un organismo internazionale o un centro studi, ma un ente che farebbe meglio ad occuparsi dei problemi dei cittadini. E parzialmente vero, perché racconta solo una piccola parte di una vicenda molto più complessa.

Gli accordi di Sykes-Picot, fra francesi e inglesi, disegnarono, al termine della seconda guerra mondiale, un confine fra Siria e Iraq (che infatti Al Baghdadi ha subito tolto) nell’ambito di un accordo, seguito dalla dissoluzione dell’impero ottomano, delle potenze occidentali per spartirsi il medioriente. I detrattori di quell’accordo sostengono che i confini furono stabiliti a tavolino e non tenevano conto delle specificità religiose ed etniche di quelle popolazioni. Il che, in effetti, può essere vero.

Ma da qui a dire che la situazione del Medio Oriente oggi è imputabile a quell’accordo, ce ne passa. Così come non si può certo far ricadere sulle sole spalle degli Occidentali quello che è accaduto nell’ultimo secolo in quelle terre. La verità è che quello che sta avvenendo oggi in Medio Oriente poco ha a che vedere con le politiche occidentali che, al massimo, hanno una responsabilità indiretta su queste vicende.

Il regolamento di conti in quelle terre, oggi, è principalmente fra sciiti e sunniti. Lo stato dell’Isis è sunnita e combatte contro Assad che è un alawita. Il termine “alawiti”, significa seguaci di Ali, vale a dire il cognato e cugino del profeta Maometto e padre del giovane Hussein, l’uomo venerato dagli sciiti e ucciso nella battaglia di Kerbala: l’episodio che diede vita allo scisma tra sunniti e sciiti. Teologicamente gli alawiti sostengono di essere sciiti duodecimani in un paese che, tuttavia, è a maggioranza sunnita.

L’Isis è stato partorito dal dopoguerra iracheno e dalla sua cattiva gestione (qui le colpe indirette dell’Occidente). I sunniti, minoranza che comandava in quel paese dove la maggioranza è sciita, furono espulsi da tutte le cariche e dall’esercito dopo la caduta di Saddam Hussein e questo favorì la nascita dello Stato islamico che è sunnita. L’Isis vuole quindi riprendersi Iraq e Siria e strapparli agli sciiti. Non a caso, nella sua funzione anti Assad, è stato sostenuto dalla Turchia di Erdogan, paese a maggioranza sunnita e viene sostenuto dai paesi arabi del golfo sunniti.

Dall’altra parte possiamo osservare l’Iran che appoggia Assad insieme agli Hezbollah e alla Russia di Putin. Quest’ultimo non ha ovviamente nulla a che vedere con gli sciiti, ma odia i sunniti che hanno portato il terrore in Russia e nel Caucaso, oltre ad avere bisogno di uno sbocco sul Mediterraneo che la Siria di Assad gli ha sempre concesso.

Assad è un dittatore spietato che non è certo stato sostenuto dagli Occidentali. Anzi, prima della guerra vigeva l’embargo nei confronti del suo paese. Saddam Hussein in passato, ma solo nella guerra contro l’Iran negli anni Ottanta, è stato sostenuto dagli Usa. Poi, quando ha invaso il Kuwait, gli hanno fatto la guerra e anche lì c’è stato l’embargo. Poi, purtroppo, gli Usa lo hanno destituito nel 2003 facendo finire il paese nel caos. La verità è che sia Saddam Hussein che Assad sono un prodotto interno di paesi che, vista la loro arretratezza, al momento attuale altro non possono avere che dittatori o democrazie debolissime. Gli Occidentali possono avere delle colpe, ma soprattutto indirette, come nel caso della guerra in Iraq. Per il resto il loro destino se lo sono determinato principalmente quei popoli. Anche la guerra civile in Siria non è certo stata provocata dall’Occidente, ma è nata sull’onda delle Primavere arabe.

Gli Occidentali, quindi, stanno sostanzialmente assistendo a uno scontro secolare fra sciiti e sunniti nel Medio Oriente i cui effetti collaterali (ma non principali) si fanno sentire anche qui con le stragi che abbiamo visto negli ultimi anni, ma il cui epicentro è nel deserto fra Siria ed Iraq e la cui storia affonda in radici antichissime che datano alla battaglia di Kerbala del 680 dopo Cristo. Detto questo, torniamo con i piedi per terra a occuparci di raccolta rifiuti, situazione strade e servizi sociali.