Colpo di Stato in Turchia, l’esercito prende il potere

16 luglio 2016 | 01:15
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Colpo di Stato in Turchia, l’esercito prende il potere

Scontri pro-golpe con sostenitori Erdogan. Il presidente: “Resistete”. E vola verso la Germania, che rifiuta atterraggio. Rifiutato anche da Londra, sta andando verso il Qatar. Spari dell’esercito contro gruppi di persone che tentano di attraversare il ponte sul Bosforo

REGGIO EMILIA – Colpo di stato dei militari in Turchia, con i carri armati in strada e gli elicotteri e gli F16 dell’esercito a volteggiare su Ankara e Istanbul, dopo oltre 15 anni di potere del partito islamico di Erdogan. Trentasei anni dopo l’ultimo putsch, la clamorosa azione di una parte dell’esercito turco ha spiazzato il mondo. Dopo qualche ora di silenzio, Erdogan ha lanciato un appello ai turchi attraverso via Facetime attraverso uno smartphone sulla Cnn Turk affinché scendessero in strada per opporsi al golpe: “Sono ancora io il presidente, resistete”.

Erdogan ha lasciato il Paese a bordo di un aereo privato decollato da Bodrum. Ma nessuno gli dà il permesso di atterrare. Prima ha chiesto asilo in Germania, che gliel’ha negata. Poi la richiesta l’ha inoltrata a Londra, quindi a Teheran per fare scalo e ripartire per il Qatar. Si era anche parlato di un eventuale atterraggio in Italia, a Ciampino, ma la notizia è stata smentita.

Intanto sono in corso violenti scontri tra la polizia anti-sommossa e l’esercito turco in piazza Taksim mentre è in corso un nuovo attacco da parte di aerei e elicotteri militari contro la sede centrale della sicurezza ad Ankara. Si tratta del secondo raid dopo quello che, circa un’ora fa, i militari avevano condotto contro le forze di polizia della capitale turca. I militari che avevano occupato l’aeroporto Ataturk di Istanbul stanno lasciando lo scalo. A sostituirli un gruppo di civili sostenitori del golpe.

Le prime notizie sono partite poco prima della mezzanotte turca (le 22 in Italia), con messaggi sulla chiusura di due ponti sul Bosforo a Istanbul. Poi si si sono uditi spari anche ad Ankara, dove nelle strade si vedevano i carri armati nei punti nevralgici, mentre elicotteri e jet militari sorvolavano la città. A quel punto l’esercito ha diramato un messaggio a tutti i cittadini: tornate e restate nelle vostre case, mentre il premier, Binali Yildirim, denunciava il “tentato golpe”, attribuendolo ad un gruppo ribelle interno all’esercito: “Faremo tutto il possibile perché prevalga la democrazia.Il colpo di stato non riuscirà e i responsabili saranno puniti”, ha dichiarato, aggiungendo che “i responsabili pagheranno il prezzo più alto”.

Un braccio di ferro politico mediatico durato neanche una mezz’ora, prima che i militari prendessero il controllo della tv di Stato, annunciando ufficialmente di aver preso il potere. Lo abbiamo fatto, hanno specificato i militari, “per ristabilire l’ordine democratico e la libertà”, oltre a “ripristinare la laicità” dello Stato, “erosa dal governo” islamico di Erdogan. Con l’impegno a mantenere tutte le relazioni estere turche esistenti e a considerare lo stato di diritto una priorità.