Sciopero, da Reggio venti bus pieni di operai

8 giugno 2016 | 18:32
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Sciopero, da Reggio venti bus pieni di operai

Per la manifestazione di venerdì a Bologna per lo stallo in cui versa la trattativa tra Fim-Fiom-Uilm nazionali e Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto

REGGIO EMILIA – I metalmeccanici di Reggio Emilia non cedono di un millimetro sul rinnovo del contratto nazionale. E lo stallo in cui versa la trattativa tra Fim-Fiom-Uilm nazionali e Federmeccanica e Assistal non poteva che portare allo sciopero generale. Cosi’, venerdi’, dal territorio reggiano venti pullman sono pronti a partire alla volta di Bologna dove, nell’ambito di otto ore di sciopero, i lavoratori parteciperanno ad una manifestazione regionale.

Gia’ nelle scorse settimane le zone industriali e le maggiori aziende reggiane hanno portato avanti scioperi articolati e presidi molto partecipati. Il clima e’ dunque caldo e le tute blu consapevoli dell’importanza della posta in gioco, perche’ dopo sei mesi di negoziato e una contropiattaforma di parte datoriale nessun passo avanti verso una mediazione possibile e’ stato fatto. “A rischio e’ il futuro stesso del contratto nazionale perche’ Federmeccanica sta cercando di riscriverne le regole”, spiegano Sergio Guaitolini, segretario Fiom-Cgil Reggio Emilia, Giorgio Uriti, segretario Fim-Cisl Emilia Centrale, e Jacopo Scialla, segretario Uilm-Uil Reggio Emilia.

“Il contratto nazionale deve tutelare il potere d’acquisto di tutti i lavoratori, invece quello che si vuole proporre e’ un modello dove gli aumenti salariali riguarderebbero solo il 5% della platea escludendo tutti coloro che hanno salario aggiuntivo derivante dalla contrattazione di secondo livello, da superminimi e anche solo da scatti di anzianita’. Si vuole cioe’ dare aumenti solo a chi non fa contrattazione”. I sindacati, invece, “sanno, anche per esperienza diretta su questo territorio, quanto la contrattazione sia stata volano di sviluppo e stimolo alle imprese”.

I problemi sul tavolo non si fermano al salario: in discussione c’e’ infatti anche l’orario di lavoro. “L’idea di Federmeccanica – spiegano i sindacalisti – e’ quella di diminuire i permessi retribuiti, monetizzandone una parte, e renderne un’altra a disposizione di esigenze aziendali. Con l’obiettivo in definitiva di far lavorare di piu’ a pari retribuzione. Tutto questo mentre in questi anni di crisi si sono persi 300.000 posti di lavoro e semmai bisognerebbe pensare a redistribuire il lavoro attraverso riduzioni di orario”. Se dunque la trattativa non ripartira’, concludono Uriti, Scialla e Guaitolini “e’ evidente che si dovra’ andare ad un inasprimento delle iniziative”.