Renzi: “Il Cuore e il Core di Reggio, un modello per l’Italia”

11 giugno 2016 | 18:10
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Renzi: “Il Cuore e il Core di Reggio, un modello per l’Italia”

Il premier: “Dimostrate quello che bisogna essere: un grande Paese innovativo e una grande comunità solidale”. Vecchi e Manghi: “Un sogno che si realizza”

REGGIO EMILIA – “Lasciatemi dire grazie, perché questa inaugurazione mi dà l’impressione di partecipare quasi a un evento in famiglia e questo è tipico di Reggio. Una festa dove ci si ritrova e ci si abbraccia in un girotondo. Voi aprite il Core ed il Cuore. E’ quello che l’Italia sa fare meglio. Dimostrate quello che bisogna essere: un grande Paese innovativo e una grande comunità solidale”.

Lo ha detto oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenuto alla inaugurazione del Core, il Centro oncoematologico di Reggio, progettato da Binini Partners e sviluppato a livello esecutivo da Cairepro per conto dell’impresa Sicrea Group/Siteco. Una struttura di 16mila metri quadrati di superficie, 6 livelli, 125 posti totali, spazi ampi e servizi più adeguati che contribuiscono a realizzare un modello clinico e assistenziale all’avanguardia. Un luogo di assistenza e ricerca di alta specialità dedicato alla diagnosi e alla terapia dei tumori progettato per la migliore presa in carico globale dei pazienti.

La nuova struttura Irccs dell’Emilia-Romagna (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) è stata inaugurata oggi pomeriggio alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, dei presidenti della Regione Stefano Bonaccini e della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, del sindaco Luca Vecchi e della direttrice generale dell’Azienda ospedaliera di Reggio Emilia Antonella Messori.

Ha detto Renzi: “E’ difficile tenere insieme l’idea di festa e di ospedale e portare un elemento di gioia dove c’è dolore. E’ un’impresa. Se c’è una cosa che i volontari e gli infermieri sanno, è che il rischio più grande è quello di dare tutto per scontato. Come se la scoperta di una leucemia, o di un tumore, possa diventare una cosa quasi normale. Eppure, voi lo sapete, non è così. Questo perché siete abituati a metterci un elemento in più: ovvero l’umanità, che è una vocazione laica. Il nostro Paese ha bisogno di tornare ad essere questo: un Paese che riconosce l’innovazione e la cura, ma con caratteristiche di passione e di tenerezza che hanno fatto l’Italia grande nel mondo”.

Aggiunge il premier: “C’è un elemento chiave che l’Italia può offrire meglio degli altri ed è l’elemento umano. Non riguarda solo la sanità questo. Quando ci troviamo di fronte al più grande fenomeno migratorio dalla fine della seconda guerra mondiale e trovi Paesi che stavano al di là del muro che, anziché aiutarci ad essere solidali e generosi, provano ad erigere a loro volta altri muri, ebbene io credo che il ruolo storico dell’Italia sia di ricordare loro che l’Europa è una cosa diversa. Di fare sì che ogni vita, quella di un bambino che sta per affogare e di una madre che sta per partorire, sia salvata. Questa è l’Italia che non si limita alla questione dell’austerità. Che sta attenta ai propri conti, ma che sa che se noi non continuiamo ad investire non andiamo da nessuna parte”.

E cita La Pira: “Un grande sindaco diceva: che serve avere il bilancio in pareggio se poi non hai in pareggio la vita? Questo diceva La Pira quando presentò il primo bilancio di Firenze. Ed è particolarmente vero nella sanità. Noi vivremo più a lungo e questa cosa inquieta i tecnici della Ragioneria generale dello Stato. Il fatto che l’Italia sia il secondo paese al mondo per qualità della vita e longevità, però, non è una cosa drammatica. Tutti ci dicono che l’età media va allungandosi e questo provoca una serie di conseguenze. La prima è un sorriso. Woody Allen diceva: “Invecchiare non è granché, ma è sempre meglio dell’alternativa”. Poi, certo, c’è anche il problema contabile. Il secondo punto è che bisogna decidere qual è la qualità della vita che bisogna esprimere. Noi dobbiamo portare la qualità e la passione italiana nel fare le cose, perché è questo ciò che fa grande l’Italia. Quando parliamo di cibo, noi sappiamo cosa vuol dire stare intorno a una tavola e condividere valori oltre che prodotti. Quando noi parliamo di associazionismo e volontariato, parliamo di un esercito di 4,9 milioni di persone che pensano che ci sia più gioia nel donare che nel ricevere. E se anche questo elenco non sta nella classifica del Pil, io sono lo stesso orgoglioso. Vivremo più a lungo, ma la vera scommessa è vivere meglio”.

E conclude: “Reggio Emilia è un modello da questo punto di vista. Il vostro girotondo è una cosa fantastica. Sono arrivato un quarto d’ora in ritardo, perché ci sono dei valori, appunto. Quindi mi sono fermato a casa di Delrio a mangiare i tortelli di sua moglie Anna. Così vado a vedere se nel frattempo è aumentata la famiglia (il ministro Delrio ha già nove figli, ndr). Che cosa meravigliosa è il vostro girotondo che, nella dimensione politica italiana, è sempre stato legato a un atto di protesta. Voi, invece, avete fatto il girotondo per abbracciare il vostro ospedale. E’ una cosa di cui siamo orgogliosi. Un Paese che torna a scommettere sui propri valori. Voi siete l’esempio. La vostra è una comunità straordinaria e ha dei valori che non sono solo quelli economici ed è quello che serve al nostro Paese”.

Vecchi e Manghi: “Un sogno che si realizza”
Prima di Renzi, intervistati da Reggio Sera, hanno parlato anche il sindaco Luca Vecchi e il presidente della Provincia, Giammaria Manghi. Ha detto il primo cittadino: “Quella di oggi per Reggio è una giornata storica. E’ un sogno che diventa realtà ed il merito è di tanti: delle isituzioni, ma anche di tanti professionisti e volontari che hanno accompagnato questo progetto per tanti anni. A volte a Reggio riusciamoa realizzare dei sogni”.

Il presidente della Provincia ha aggiunto: “E’ un momento storico per Reggio e il suo territorio. Quando si arriva a una cosa di questo tipo vuole dire che una comunità si prende cura di sé e della salute delle persone. Arrivare a questo approdo, che è un approdo di comunità, credo che sia davvero un traguardo straordinario di credibilità e si possa anche pensare di programmare altro”.

Il presidente del Consiglio dei ministri ha concluso il suo giro istituzionale visitando l’azienda alimentare reggiana Ferrarini.