Milano 1, Kaukenas 0

4 giugno 2016 | 15:19
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Milano 1, Kaukenas 0

Milano 1, Kaukenas 0. Questa è facile. Abusata. Inflazionata. Ma è effettivamente andata così

REGGIO EMILIA – Milano 1, Kaukenas 0. Questa è facile. Abusata. Inflazionata. Ma è effettivamente andata così. Basta leggersi le statistiche reggiane, contro quelle dell’Olimpia. Rimas ha giocato una partita monstre, per intensità e qualità. Milano gli ha concesso le prime, due o tre, partenze sugli stagger sulla linea laterale, poi però, è stato tanto merito del lituano che ha giocato con durezza e cattiveria. Il problema è che l’87-80 finale è bugiardo. Per i padroni di casa. Bisogna essere onesti.

Anche ieri si sono viste le qualità di un roster sconfinato – quello milanese – che però va saputo gestire con oculatezza. Come, del resto, si sono visti anche i difetti dello stesso: l’incapacità di “uccidere” le partite. I picchi di intensità, seguiti a momenti di abulia. Il fatto che Simon e Gentile facciano scopa, perché se gioca bene l’uno non gioca bene l’altro e viceversa.

Tre aspetti. Milano ha un valore aggiunto quando riesce a schierare per lunghi tratti McLean, Sanders e Cerella assieme. Ha la possibilità di cambiare su tutti, ha un’intensità pazzesca, Cerella è un giocatore talmente applicato difensivamente da risultare di ugual qualità di uno che ti fa 20 punti (Della Valle è stato cancellato dal campo quando è stato “curato” dall’italoargentino) e McLean ieri ha fatto qualsiasi cosa. Il 27 di valutazione, 1.63 di efficienza offensiva, tre assist, due di quelli arrivati attraverso un paio di fucilate side to side da lasciare col fiato sospeso.

Se pensi di avere una chance di vincere a Milano prendendo 15 rimbalzi in meno (e riuscendo a perdere anche un pallone in più), puoi risvegliarti da questo momento onirico. Se è vero che la pallacanestro è un gioco di possessi, la quantità e il volume di gioco proposto dai padroni di casa è stato ovviamente portato alle “estreme conseguenze” proprio da queste cifre. Reggio, perso Aradori che è l’unico che ha istinto e va forte a rimbalzo tra gli esterni, è stata spazzata via dalla cattiveria e dalla fisicità di Milano. Purtroppo i reggiani sono rimbalzisti “atletici” ma poco tecnici.

Lo sono con pochi uomini, e troppi pochi esterni. Milano ha giocatori che se non gli si mette un corpo addosso e gli si “rompe” il timing ti mangiano in testa. E’ quello che è accaduto. Poi, se vogliamo aggiungere, non si può vivere di solo tiro frontale o tiro da tre punti. Non contro Milano. Un minimo di gioco interno serve. Un qualche “flash pivot” (visto che Lavrinovic non ci va più, se non con il solito, abusato, incrocio piccolo-lungo sotto canestro che Cerella ha pensato bene di punire con un bodycheck durissimo, distruggendo il tempo del passaggio anche in quella circostanza) – ma anche lì, perso Aradori, chi fa il post up? Polonara? Quello che scarica la palla marcato da Lafayette senza nemmeno provare a giocarsela? – la capacitò di fare un minimo di “dentro/fuori”. Portare la palla al di sotto della linea del tiro libero a difesa schierata servirebbe. Questo si lega all’ultimo punto: muovere la palla.

Reggio tutte le volte che ha mosso l’arancia, che ha avuto la pazienza di far lavorare la difesa milanese e trovare il lato debole (situazione in cui notoriamente Milano ha limiti) ha avuto la meglio. L’inizio di partita della Grissin Bon lo testimonia (taccio, per amor di patria sul il quintetto piccolo che marca “dietro” i lunghi milanesi e il doppio stacco in post alto di Silins e Polonara in attacco… Se è vero che ci si allena con intensità, queste robe non possono esistere. Poi, concludo, si passa sempre da due cose per Reggio: la difesa sul pick and roll centrale e il post). Pietro Aradori, infortunato a Milano.

Dopo Gentile, anche Aradori ci lascia l’inguine su un cambio di direzione in partita e Silins ha uno stiramento al quadricipite… Voi chiamatela pure sfiga… Che andate bene. Intanto cambiano gli atleti, ma gli infortuni sono sempre quelli, soprattutto negli stessi periodi dell’anno. Adesso la lotta è totalmente impari. Imparità decisamente autoinflitta. Congratulazioni.

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