L’appello di Severi: “Basta con egoismi e veti, è tempo perso”

23 giugno 2016 | 18:05
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L’appello di Severi: “Basta con egoismi e veti, è tempo perso”

Il presidente di Unindustria: “Serve una sforzo corale per voltare pagina”. E sul tecnopolo sprona gli imprenditori a un maggior impegno

REGGIO EMILIA – Un nuovo appello di Unindustria Reggio Emilia al Comune e alle altre “energie locali”, per impostare un diverso paradigma di sviluppo per il territorio. Lo lancia oggi il presidente Mauro Severi dal palco dell’assemblea annuale dell’associazione industriali sul tema del “Costruire una nuova realta’”. All’assemblea era presente anche Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria.

Nel suo intervento Severi ricorda infatti l’eredita’ lasciata dai cosiddetti “Stati generali” del Comune, promossi dal sindaco Graziano Delrio nel 2009, definendo l’iniziativa “il primo e sistematico tentativo di organizzare, secondo una coerente logica di insieme, i diversi progetti territoriali e i relativi obiettivi programmati”. Un piano pero’ “il cui valore politico e amministrativo e’ stato probabilmente sottovalutato”.

Per questo, annuncia il presidente, “siamo pronti a collaborare con il Comune di Reggio Emilia per organizzare – nel prossimo autunno – un incontro pubblico dedicato sia alla presentazione di un’agenda ragionata, riferita ai diversi progetti, sia alla definizione di una governance dello sviluppo”. Secondo il leader degli industriali, infatti, “serve un esercizio corale fondato sulla volonta’ di voltar pagina per smettere non solo di scontrarsi, ma anche solo di ignorarsi. La stagione degli antagonismi e della competizione tra categorie, tra pubblico e privato, tra associazioni, tra capitale e lavoro e’ finita”.

L’appello di Severi parte da una lettura del “l’ecosistema reggiano” a suo giudizio “afflitto da un malessere invisibile che ne mina non tanto il funzionamento, quanto la capacita’ di adattamento a un mondo in radicale trasformazione”. In altri termini, prosegue il numero uno di via Toschi, “possiamo affermare che Reggio sta vivendo una transizione da un passato che fatica a passare a un presente che fatica a prendere forma”.

Elementi come la crisi, le nuove poverta’, l’antipolitica, i vincoli di bilancio delle pubbliche amministrazioni e “gli egoismi di categoria e di parte”, aggiunge il presidente, si combinano “nel produrre un involontario quanto sostanziale rifiuto al nuovo. Non si tratta di un rifiuto esplicito, bensi’ di una resistenza subdola che si nutre di piccole omissioni, di ritardi, di distinguo, di veti, di incomprensioni irrisolte e di confronti inconcludenti sulle soluzioni e sulle regole. Ogni progetto che presuppone la collaborazione di attori diversi diventa un cantiere permanente dove tutto e’ sempre in discussione”.

Persino “la tragedia legale, morale ed economica rappresentata dalla concreta e gravissima presenza della malavita organizzata nella nostra societa’ e nel nostro territorio, diventa – sottolinea Severi – occasione per aggredire e indebolire gli avversari, per adombrare responsabilita’ o per rimanere, con distacco, a osservare l’altrui rovina”. Si tratta pero’ “solo del lato consunto di una moneta che fortunatamente presenta anche un’altra faccia. Su quest’ultima ci sono i nostri fondamentali: quegli indicatori economici e sociali che ci collocano ai vertici del Paese”.

Su queste basi, pertanto, “e’ necessario che la societa’ civile reggiana si renda consapevole della necessita’ di un piano strategico. Non un elenco di progetti slegati tra loro, ma a un programma capace di interagire con la complessita’ per modificarla”. E il risultato, conclude Severi, “dipende dunque esclusivamente da noi”.

Sulla partita del Tecnopolo Severi ha detto che gli imprenditori reggiani “dovranno impegnarsi molto di piu'”. Secondo il presidente di Unindustria “se non riusciremo a sognare il nostro Tecnopolo non riusciremo neppure a realizzarlo”. Un rischio, conclude il presidente parlando nell’assemblea annuale dell’associazione, “che chiama direttamente in campo anche la nostra associazione. Un cambio di passo che vale anche per il nostro Paese”.