Il sindaco: “La città è ripartita, ora progettiamo la Reggio del 2025”

18 giugno 2016 | 14:25
Share0
Il sindaco: “La città è ripartita, ora progettiamo la Reggio del 2025”

Sicurezza: arrivano 250 nuove telecamere. Al governo dice: “Bisogna tornare a investire nella pubblica amministrazione”. A Landi chiede soldi per la stazione prima che la Camera di commercio si fonda con Parma e Piacenza. Piazza della Vittoria sarà calpestabile da agosto. L’arena al Campovolo: “Ho buone speranze che la Regione la finanzi”. Ex Reggiane: “Le banche presteranno il denaro”. Infine: “Serve un tavolo di governance per realizzare la Reggio del futuro”

REGGIO EMILIA – “La città si è rimessa in moto: questo è l’aspetto importante dei miei primi due anni di mandato”. Lo ha detto il sindaco Luca Vecchi in una lunga intervista concessa a Reggio Sera in cui si è spaziato a 360 gradi sulle partite più importanti che sta giocando la nostra città: sicurezza, Ex Reggiane, stazione Mediopadana, area nord, campovolo, solo per citarne alcune.

Vecchi, in particolare, ha detto di aver chiesto un aiuto al presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi, per un investimento sulla stazione e sui parcheggi utilizzando parte della ricca dotazione dell’ente camerale (un patrimonio consistente, ndr) prima della fusione con Parma e Piacenza. Ma, più in generale, il sindaco chiede un aiuto a tutte le forze della città per riunirle intorno a un tavolo di governance che “riattivi un percorso per un grande piano strategico della Reggio del 2025”.

Partiamo dalla sicurezza. Dopo l’omicidio, l’aggressione a una troupe televisiva e l’accoltellamento, che misure avete preso e prenderete per garantire la sicurezza della zona dei Teatri?
Permane il presidio e l’intensificazione dei controlli, che è già in corso, con una presenza alternata di tutte le forze di polizia. Questo presidio ha già determinato effetti visibili sull’area in termini di allontamento di certi soggetti che provocano degrado. Noi lo manterremo per un po’. Cerchiamo di fare un lavoro che travalica l’estate per capire poi che risultati abbiamo prodotto.

E’ anche vero che poi questi sbandati tendono a spostarsi appena cinquanta metri più in là…
Lo so, ma è chiaro che eliminarli fisicamente è impossibile.

Quali sono le ordinanze che saranno emesse e cosa prevedono esattamente?
Le emetterò nei prossimi giorni. Ci saranno misure restrittive sul consumo di bevande in spazi pubblici e l’anticipazione della chiusura alle 20 per certi esercizi commerciali. In alcuni punti della città, teatro, stazione, via Veneri, Gardenia e via Filzi, ci sarà anche il divieto di consumo di bevande in spazio pubblico e il divieto di vendita dalle 15 e, in aggiunta, per esempio in zona teatro, la chiusura di alcuni esercizi alimentari alle 20.

Altre misure previste?
Saranno cambiate tutte le vecchie telecamere presenti in città con 250 nuovi apparecchi. Ci vorrà qualche mese. In via sperimantale siamo partiti dalla zona della stazione e adesso andremo nelle zone più critiche: teatro e dintorni. Lì saranno messe nei prossimi giorni. Sono telecamere full hd. Sono eccezionali. Ne abbiamo provata una al Mapei stadium: da una tribuna all’altra riconosci una persona in modo nitido. Metteremo più illuminazione su piazza Martiri del 7 Luglio. Poi con l’Ausl stiamo lavorando per individuare un posto in cui accompagnare, assistere e seguire una serie di persone che stazionano in quell’area che potrebbe essere posizionato nella parte nord dei giardini pubblici, con gazebo e servizi igienici. E’ una valutazione che va fatta insieme a loro, perché non li possiamo deportare con la forza. Sono tossicomani. Venti casi su centinaia che sono seguiti dai servizi sociali e che non accettano di farsi aiutare.

Lei ha parlato di tolleranza zero adesso. Ma non è da oggi che c’è questo problema in quella zona. Non crede che si sia agito un po’ tardi per ripristinare la legalità in uno spazio pubblico che, da anni, è degradato? Ora c’è stato l’ennesimo tavolo interforze. Ma allora, qualcuno potrebbe chiedersi: a cosa sono serviti i tavoli degli anni passati se siamo ancora a questo punto?
Questa è legittima come riflessione. Però noi adesso stiamo risolvendo davvero un problema. Tenga però conto che decidere di dare una svolta in quell’area vuole dire che tu togli risorse da un’altra parte della città. E poi questa vicenda ha una sua storia. Il Sert era dentro al campus universitario dove hanno ammazzato due persone negli ultimi anni, con accoltellamenti, ma questo non faceva notizia dato che accadeva in mezzo al campus. Dopo il Sert si è spostato a San Maurizio, ma una parte di questa utenza ha deciso di rientrare in centro storico. Sono andati a Largo degli Alpini e sono stati lì due o tre anni. Poi sono state emesse ordinanze e si sono fatti controlli e quindi si sono spostati al Valli. Poi dal Valli sono andati in via Filzi e da lì al parco Tocci. Alla fine si sono stancati di seguire le ordinanze che, mano a mano, li costringevano ad andare via dalle varie zone e sono finiti di nuovo al Valli. Ora si sposteranno in un altro posto. Ecco perché va trovata una soluzione tipo quella dei giardini pubblici.

Resta il problema di tutti i tavoli interforze che si sono susseguiti negli anni e che non hanno mai risolto il problema sicurezza in quella zona.
L’episodio di via Nacchi è stato grave, ma poteva anche accadere altrove. Ora è giusto e necessario rendere consapevole la città della volontà di imprimere una svolta netta a questa situazione. Noi abbiamo messo in campo una serie di azioni che non credevo producessero un aspetto positivo in così breve tempo. Poi c’è un problema di codice penale, visto che sia l’omicida che la vittima erano stati espulsi. Il fatto è che non riusciamo ad eseguire più del 10 per cento dei provvedimenti di espulsione. C’è un problema che attiene alla severità delle pene e alla capacità di darvi esecuzione.

Voi amministratori dite che non avete determinati poteri. Le forze di polizia, che ce li hanno, sostengono che le leggi non li aiutano. Vogliamo uscirne? Anche perché voi, come Pd, qualche parlamentare ce l’avete a Roma. Avete anche ministri. Uno di questi è pure reggiano ed è ex sindaco di Reggio. Perché i sindaci e gli amministratori non battono i pugni per ottenere dai propri parlamentari e ministri un cambiamento nelle leggi per soddisfare certezza delle pena e dare sicurezza ai cittadini?
Io ho parlato con alcuni nostri parlamentari reggiani per fare un incontro per condividire iniziative da assumere insieme su questo tema relative a codice penale, severità della pena, esecuzione delle espulsioni, per dare maggiori strumenti a dispozione degli enti locali e maggiori risorse alle forze dell’ordine. Io questi temi li porrò alla loro attenzione. Se c’è il mio governo alla guida del Paese non ho problemi a dire: guarda che c’è questo problema. Però bisogna ricominciare ad investire sulla pubblica amministrazione in generale in Italia: avere a Reggio 100-150 uomini in meno fra polizia, carabinieri, municipale e finanza, rispetto a un tempo, alla fine si fa sentire.

Questo, però, è un messaggio che andrebbe recapitato a Renzi. Non crede?
I problemi della sicurezza urbana stanno dentro ai problemi dell’efficientamento della pubblica amministrazione e l’efficienza della pubblica amministrazione non può vivere, per oltre dieci anni, come sta accadendo, di tagli e di blocco di investimento sulle risorse umane. Questo vale per magistrati e forze dell’ordine. Quando succedono queste cose, tutto si scarica sui sistemi locali. Le città sono il luogo dell’innovazione, ma anche quello in cui esplodono i problemi. Ci vuole la capacità di tornare a dotare i capoluoghi di strumenti per aggredire i problemi del nostro tempo. Io non sono John Wayne che entra nel saloon, tira fuori la pistola e mette legge e ordine. I nostri vigili urbani fanno il loro mestiere, ma non sono attrezzati a gestire l’ordine pubblico. Se trovi una città dove il livello di coordinamento istituzionale è efficace, come a Reggio, puoi ripulire in tre giorni la piazza. Città a noi vicine hanno problemi simili che non riescono a risolvere da anni.

C’è anche il problema dei parcheggi cittadini che non è ancora stato risolto. Ci sono troppi immigrati che disturbano chiedendo o, addirittura, pretendendo soldi, come nel caso della tentata rapina davanti all’ospedale. Il problema riguarda anche i parcheggi dei centri commerciali, dove oramai gli extracomunitari si comportano come se li gestissero loro. Come intendete risolverlo?
Il problema lo hai principalmente nella zona dell’ospedale. Lì lo risolveremo con maggiori controlli e con una diversa gestione dell’accesso al parcheggio (biglietti che riportano il numero della targa, ndr). Io nei controviali non lo vedo il problema. Nei centri commerciali dove vado a fare la spesa, non ho avvertito la questione in termini critici, ovvero alla Coop di via Sani o all’Ipercoop Ariosto o in alcuni Conad, o all’Affare di San Maurizio. Devo dire che in zona ospedale infastidiscono anche me e mi rendo conto che, per una donna, la situazione può diventare sgradevole.

Restiamo in zona Teatri. Park Vittoria. Tra poco sarà pronto e ci sarà l’inaugurazione. Quando è che finalmente i reggiani potranno vedersi riconsegnata la piazza fra i due teatri?
In luglio, massimo in agosto piazza della Vittoria sarà liberata dal cantiere. L’inaugurazione ci sarà a settembre, ma già ai primi di agosto si potrà camminare sulla piazza.

Il consumo di suolo. Domattina (stamattina per chi legge, ndr) ci sarà una manifestazione di Reggio Città aperta contro il Conad di via Luxemburg. Non crede che realizzare un altro Conad, a poca distanza da uno vicino, sia una cosa un po’ senza senso?
La realizzazione di questo Conad segue un percorso che parte dal piano regolatore del 2001, poi passa dal piano strutturale 2009, poi approvato nel 2011 e confermato da Comune e Provincia. Devo dire che in questi 15 anni questa città non è straripata di centri commerciali. Fantuzzi non li conosce i numeri, ma io sì. Parma e Modena hanno il 50 per cento in più di noi di superfici di vendita. Noi abbiamo avuto due centri commerciali nei primi anni Novanta: Ariosto e Meridiana. Poi uno stop, mentre in tutto il resto dell’Italia fiorivano ipermercati tipo Grandemilia. La Coop, dopo vent’anni, ha aperto Baragalla. La dotazione di metri quadrati di superificie di vendita reggiana è sotto la media rispetto alle altre città italiane. Lì va ad attuazione una previsione di 15 anni fa e noi non potevamo bloccare questo iter. Ma la mia amministrazione non è insensibile al consumo del suolo. Rispetto alla pianificazione che noi abbiamo erditato abbiamo cancellato 140 ettari di territorio edificabile come residenziale e 20 di produttivo e 30mila metri di superfici di vendita commerciali. In fondo a questi tre anni il saldo non sarà di ulteriore consumo del suolo, ma di recupero di suolo agricolo. Questi sono i numeri. Fantuzzi fa la sua partita, ma ha poi venti persone dietro.

Ex Reggiane. La Cgil vi ha accusati di gestire quell’area con poca trasparenza e ha chiesto un maggior confronto con la città. Cosa risponde?
Noi abbiamo detto che siamo disponibili a confrontarci con la Cgil, ma reputo sbagliato parlare di scarsa trasparenza perché, se oggi è partito un cantiere, questo è il percorso finale di innumerevoli momenti di discussione pubblica. Prendo atto che la Cgil entra in campo oggi. Lo reputo un attore importante e se ha suggerimenti li valuteremo positivamente. Voglio ricordare che, se non ci fosse stato il Comune, quell’area sarebbe stato solo un suolo degradato.

Beh, per la verità lo è ancora…
Sì, ma adesso però è un cantiere da trenta milioni che è partito. Facciamolo andare avanti e poi vediamo.

Ex Reggiane e Stu. Il bando per ottenere finanziamenti dalle banche nell’area Stu Reggiane è stato prorogato fino al 20 giugno. Ci sono novità? Ci sono problemi con gli istituti di credito che hanno chiesto più tempo per valutare la richiesta di prestito finanziario per dieci milioni di euro? Anche perché questa operazione avviene in ambiti non di proprietà della Stu, ma di Fantuzzi immobiliare che, a sua volta, è pesantemente indebitata con le banche. Sostanzialmente le banche dovrebbero prestare i soldi a Stu per farsi pagare i debiti di Fantuzzi Immobiliare. E’ questo che, forse, frena gli istituti di credito? Hanno chiesto altre garanzie?
Per le informazioni che ho io c’è molto interesse a finanziare il progetto e questa proroga è solo funzionale alla concessione del finanziamento e per superare alcuni aspetti tecnici. Poi è chiaro che i gufi ci sono sempre. Le Reggiane, oramai, sono partite ed è una di quelle cose che dureranno tanti anni. Siamo al trenta per cento dei lavori nell’area e quindi c’è ancora tanto da fare. Questo è il primo passo storico di un progetto che durerà tanto tempo.

Si può fare il punto, ad oggi, di quali aziende ci finiranno dentro e di quando i capannoni saranno sistemati? Quando decollerà in sostanza quell’area? Perché, ad oggi, sembra un po’ un non luogo.
Abbiamo un interessamento di una quindicina di aziende che con la Stu (Società di trasformazione urbana, ndr) hanno opzionato degli spazi all’interno dei capannoni 17 e 18. Io non le conosco neanche tutte, ma la Stu, se lo ritiene opportuno, li può rendere pubblici questi nomi. Si tratta di aziende locali operanti in particolare modo nel settore della meccatronica e molto propense all’esportazione, e qualcuna non reggiana, che hanno ritenuto di condividere l’idea di convergere in un parco scientifico. I finanziamenti sono di 11 milioni dello Stato, 3 della Regione e poi c’è un piano industriale di trenta milioni a cui Iren partecipa per un 50 per cento e da cui rientrerà grazie alla vendita degli spazi. In sostanza gli altri quindici milioni ce li mette Iren, in parte direttamente e in parte con linee di finanziamento che sono in capo alla Stu (partecipata al 30 per cento da Iren e al 70 per cento dal Comune, ndr). La vendita degli spazi porta al rientro dal debito. E’ un’operazione che permetterà di recuperare i capannoni 17 e 18, ma si sta cominciando a ragionare anche sul recupero del 15 deputato agli spettacoli. Poi ci sarà la riqualificazione di Piazzale Europa e la riapertura di viale Ramazzini. In quell’area ci sarà innovazione e ricerca, ma anche cultura (l’archivio storico delle Reggiane, ndr). Infine c’è il centro Malaguzzi che è già operante e il campovolo dove l’idea dell’arena sta diventando un progetto vero e proprio.

A proposito di arena spettacoli al Campovolo, a che punto siamo?
Abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione e, se ce lo dà, si sblocca tutto. E posso anticiparle che il nostro progetto è stato valutato molto alto. Sapremo a fine luglio se e quanto ci daranno. Però ho delle buone speranze dato che il progetto è stato ben valutato. Il contributo che arriverà, renderà più sostenibile il piano dell’arena e così la cordata dei privati potrà partire più facilmente.

Ma il parco scientifico non è l’unico progetto in quell’area…
C’è il progetto del riuso dell’assessore Pratissoli che prevede in una decina di luoghi fra Maffia ed ex Caffarri in cui si insedieranno associazioni culturali, sportive e di volontariato. A Santa Croce, da qui a qualche anno, ci saranno settecento persone che lavoreranno nel campo della ricerca e centinaia nei luoghi del riuso. Noi abbiamo messo in pista un progetto molto ampio. Quando parlavamo di Reggiane non c’era in pista il campovolo e il quartiere. Questa è una progettazione integrata come non se ne vedono in Italia con un’arena eventi, un parco scientifico, il Malaguzzi e poi società sportive, culturali, di volontariato e perfino l’atletica con un impianto indoor.

La stazione mediopadana, ad oggi, è un successo dal punto di vista del traffico passeggeri. Ma, di fatto, è un hub in cui la gente arriva e parte senza grossi contatti con la città. Reggio, ad oggi, non sembra avere ancora visto grandi benefici dal punto di vista economico e del turismo dalla Mediopadana. Non crede che sia necessario lavorare su questo aspetto?
E’ chiaro che la stazione, che è partita con 6 treni e oggi ne ha 44 e che aveva 1.300 passeggeri quando sono diventato sindaco e ora ne ha 2.600 è un successo. Ora c’è il problema dei servizi e della dotazione di parcheggi adeguati. C’è un piano di espansione che porterà da 900 a 1.800 i posti. Nell’arco delle prossime settimane saranno realizzati 120 posti. Stiamo costruendo le condizioni per un ulteriore finanziamento di 500 posti e poi Rfi ne costruirà 160 dentro le campate. Fin qui tutto quello che si è fatto, lo ha realizzato il Comune. Una struttura di questo tipo la gestisce, di solito, una città di grandi dimensioni. Noi siamo una città di medie dimensioni che sta gestendo una partita complessa.

Il tema porta, inevitabilmente, anche al turismo. La nostra città e la nostra provincia hanno perso, in questi anni di crisi, molti più turisti delle città limitrofe. Questo è sinonimo di scarsa attrattività e di un marketing territoriale che sicuramente è mancato. Cosa si può fare per potenziare questo aspetto?
Sulla Mediopadana è giusto concentrare attenzioni e ricerca di finanziamenti. Io ho sottoposto all’attenzione del presidente della Camera di commercio (Stefano Landi, ndr) l’idea di valutare di partecipare, assieme a noi, con le risorse storiche della Camera di commercio, a un investimento sulla stazione e sui parcheggi. Lui ha detto che è interessato. La Camera di commercio ha un sacco di soldi in pancia (un patrimonio consistente, ndr) e va verso una fusione con Parma e Piacenza, ma noi, in quel caso, dovremmo condividere questo patrimonio con chi ne ha molto meno e forse varrebbe la pena, prima di questa fusione, di investirli sul nostro territorio qui soldi. E poi due o tre anni sono troppo pochi per fare partire investimenti importanti. Devo dire che Reggio, come ha testimoniato il convegno dell’ottobre scorso, si presta ad essere attrattiva. Mancasale e l’area nord sono gli unici luoghi in città dove c’è qualche cantiere. Un’importante azienda meccanica di Bolzano si insedierà a Mancasale e una parte del gruppo Marazzi si è insediato in via Gramsci. C’è un grosso movimento. Qui in Comune sono venuti dei fondi di investimento stranieri a dire che hanno opzionato dei terreni nell’area nord. Ne vengono di persone. Molte di più rispetto a quando mi sono insediato.

Sono due anni che lei è sindaco. Faccia un bilancio di questi 24 mesi. Le cose fatte e le cose che devono ancora essere ancora fatte.
Noi abbiamo completato il campus del San Lazzaro, la sanità ha il Core e adesso appaltiamo il Mire. Nessuna città in Italia sta portando avanti una fusione fra Ausl e ospedale come la nostra, dato che diventeranno un’unica azienda. Stiamo per inaugurare due case della salute. Poi hai il polo infrastrutturale dato da tangenziale nord, Campogalliano-Sassuolo, con sblocco della Bagno-Rubiera. Se ne discuteva dai tempi della Spaggiari. E ancora: l’elettrificazione della Scandiano-Guastalla, lo spostamento delle merci sulla Dinazzano-Guastalla e in mezzo la Mediopadana. Reggio è in una fase di grande trasformazione del suo ssitema infrastutturale. Poi c’è l’arena campvolo, le Reggiane e il progetto di riqualificare aree industriali storiche come il cantiere di Mancasale che sta partendo in questi giorni. Infine il grande intervento sulle strutture dei luoghi di cultura: i chiostri di San Pietro e la reggia di Rivalta. Cosa tiene insieme questi grandi progetti? Che hai sbloccato gli investimenti in città e che intervieni non direttamente sulle persone, ma sulla struttura della città. Un parco progetti di questa portata era da tempo che non si vedeva. Secondo me è il momento che tutta la città, istituzioni, università, Reggio children, sanità, industriali e mondo economico, si rimetta intorno a un tavolo di governance e riattivi un percorso per un grande piano strategico della Reggio del 2025. L’ambizione vera sarebbe di farlo di area vasta insieme a Parma, Modena e Piacenza per il futuro delle città sulla via Emilia. La città si è rimessa in moto: questo è l’aspetto importante dei miei primi due anni di mandato.