Agrinsieme: “La Caselli non sia il capro espiatorio”

27 giugno 2016 | 11:29
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Agrinsieme: “La Caselli non sia il capro espiatorio”

Si chiede un incontro urgente con il presidente della Regione sul settore agroalimentare e si conferma la fiducia nell’assessore all’Agricoltura

REGGIO EMILIA – Agrinsieme Emilia Romagna, dopo l’incontro con l’assessore regionale Simona Caselli, chiede ora un incontro urgente  con il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, per un confronto franco e trasparente sul settore agroalimentare. “Non è lei la responsabile delle difficoltà del settore”, dicono difendendo il suo operato e invitando a non addossarle tutte le colpe della situazione:  “Ribadiamo l’importanza del lavoro fatto in consulta con tutte le Organizzazioni,  metodo che crediamo vada mantenuto, migliorato e rafforzato, per cui confermiamo altresì la fiducia nell’assessore e al suo operato” .

Agrinsieme Emilia Romagna chiede perciò “un chiarimento sul modello che l’Emilia Romagna vuole tenere nelle relazioni con le associazioni di settore. Questa Regione deve gran parte delle sue fortune alla capacità delle forze politiche e sociali di trovare sintesi tra interessi a volte non coincidenti se non divergenti, mai da chi gettava in continuazione il peso della propria spada sulla bilancia”.

Agrinsieme Emilia Romagna, il coordinamento che riunisce le organizzazioni agricole regionali di Cia, Confagricoltura, Copagri,  Fedagri Confcooperative,  Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare  e che  rappresenta oltre 40.000 aziende agricole,  la quasi totalità delle imprese cooperative ( 750) con il relativo fatturato complessivo di oltre 14 miliardi di euro oltre a  una capacità di occupazione di 92.000 persone, ribadisce come il metodo di lavoro fin qui seguito dall’assessorato all’Agricoltura “si sia ispirato al lavoro fatto in consulta con tutte le Organizzazioni,  tradizione  di metodo e confronto che crediamo vada mantenuta, migliorata e rafforzata. Quasi superfluo aggiungere come tutto questo presupponga responsabilità dei portatori di interesse e coerenza nelle scelte politiche prese”.

Le associazioni riunite in Agrinsieme non ritengono quindi corretto, come pure non corrispondente alle reali responsabilità legate all’incarico, individuare nell’assessore all’Agricoltura reggiana la colpevole delle molte difficoltà che il settore primario sta attraversando, soprattutto quando si affrontano problemi che hanno nella normativa e in istituti scientifici nazionali il riferimento per le amministrazioni locali”.

“Sappiamo bene  – sostiene Agrinsieme – dell’insofferenza dei nostri associati nei confronti dei problemi relativi alla burocrazia, ai danni da fauna e ai limiti di bilancio per l’accoglimento positivo di tutte le domande che copiosamente stanno arrivando sulle diverse misure del Piano di sviluppo rurale, ma conosciamo anche l’impegno e la competenza con cui sono state affrontate finora tali situazioni”.

In questo senso, anche relativamente al presidente della Conferenza delle regioni italiane, è necessario – dicono dall’associazione – “approfondire le possibili soluzioni. Soluzioni che vanno da una parte ricercate nelle fonti normative primarie in Italia ed in Europa, contro le quali da una parte pensiamo sia inutile e scorretto usare toni forti, a tratti ingiuriosi,  viceversa riteniamo occorra costruire dossier accurati, alleanze e proposte. Dall’altra crediamo sia necessario ragionare nei termini di una reale e condivisa possibilità di applicazione in un’ottica di riconoscimento dei diritti e sostenibilità per le imprese agricole, oltre che di omogenea attuazione in ambito nazionale e europeo”.