Welfare, nella Bassa è battaglia fra sindaci e Cgil

6 maggio 2016 | 17:34
Share0
Welfare, nella Bassa è battaglia fra sindaci e Cgil

Il sindacato: “Manca del tutto visione su Asp e servizi educativi”

REGGIO EMILIA – La gestione del welfare della Bassa reggiana, finita nel mirino della Fp-Cgil, accende lo scontro con gli otto Comuni dell’Unione. Il sindacato chiede a gran voce un confronto con le amministrazioni locali e rimanda al mittente l’accusa di “creare inutili allarmismi sulla situazione dei servizi”.

Il punto, ribadisce la Fp e’ che “le scelte adottate dalle singole amministrazioni non convergono in un disegno complessivo di sistema, manca la presenza di un quadro articolato e organizzato dei servizi sul territorio, indipendentemente dalle risorse impegnate che questa organizzazione sindacale non ha mai messo in discussione”.

Nel merito, osserva la sigla sindacale di categoria, “basti osservare che all’Azienda pubblica dei servizi alla persona ovvero Asp ”Progetto Persona” sono state trasferite le strutture di Casa Protetta e Centro Diurno di Luzzara, Gualtieri, Poviglio, Guastalla e Boretto mentre i servizi di centro diurno e domiciliare di Reggiolo, cosi’ come i servizi di Novellara, hanno manifestato intenzioni del tutto differenti”.

Capitolo a parte invece quello dei servizi socio-assistenziali di Brescello che, “a seguito delle tristi vicende che hanno portato allo scioglimento del Comune per mafia, ad oggi e’ ancora in attesa dell”estinzione dell”Ipab”. La Funzione pubblica chiude il cerchio anche sulla questione del personale dell’Asp che oggi conta 120 addetti di cui 35 in somministrazione. “Si superano di gran lunga i limiti imposti contrattualmente- sostiene Maurizio Frigeri, segretario Fp di Reggio Emilia- e si smentisce nuovamente quanto affermato dai sindaci sull”investimento in tema di stabilizzazione e assunzione di personale”.

Per quanto riguarda invece l’Azienda speciale che si occupa di gestire i servizi educativi 0-6 degli otto Comuni, ma anche tutti i progetti di sostegno scolastico e psicologico, gli sportelli sociali e le attivita’ integrative, Frigeri commenta: “Va evidenziato che ancora oggi dopo anni dalla sua istituzione sconta enormi deficit in ambito di autonomia sia economica che gestionale, dovendo rispondere di volta in volta alle pretese dei singoli amministratori dedicati piu’ ai livelli di consenso che di efficientamento dei servizi”.

Il risultato “e’ anche in questo caso, il sistema delle relazioni sindacali risulta inadeguato a fronte di una controparte che non ha mai potere decisionale sugli aspetti che riguardano l’organizzazione dei servizi, il trattamento del personale, l’applicazione di tutte quelle norme che caratterizzano i servizi pubblici”.

In discussione, secondo il sindacato del pubblico impiego, e’ quindi la situazione ibrida determinata dalla natura giuridica privata dell’Azienda speciale a fronte di una proprieta’ totalmente pubblica, oltre che dall’applicazione di contratti differenziati ai lavoratori e alle lavoratrici che svolgono le medesime funzioni. “Una situazione davanti alla quale – conclude l’Fp – c’e’ urgente bisogno di confronto e discussione”.