Terremoto, Bonaccini: “Ancora anni per ricostruire”

20 maggio 2016 | 10:10
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Terremoto, Bonaccini: “Ancora anni per ricostruire”

La Regione fa il punto a quattro anni dal sisma. Bonaccini ringrazia Errani e Gabrielli: “Qui niente new town”. Ben 19 mila cittadini sono rientrati nelle proprie abitazioni ed è stata garantita la continuità operativa a 1.680 aziende ed esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici con le Zone franche urbane. In un anno salgono a 1 miliardo (+84%) i contributi liquidati per il ripristino delle case, a 504 milioni (+105%) quelli per le imprese

REGGIO EMILIA – Quando finalmente si potra  tornare alla normalita’ nella zona del terremoto emiliano? “Non lo so. C’e’ chi dice che ci vogliono 10 anni per completare e mettere l’ultimo mattone. Persino in Friuli ci sono voluti diversi anni, nonostante sia stata la ricostruzione piu’ efficiente e migliore d’Italia. Qui serviranno ancora alcuni anni, ma noi vogliamo che ce ne vogliano il meno possibile. Per questo siamo molto determinati e vogliamo dare, adesso, un’ulteriore accelerazione”.

Venticinque comuni sono usciti dal cratere sismico
Ad esempio, “la ricostruzione privata e’ pressoche” completata. Quasi la meta’ dei Comuni dell’area, ben 25, sono usciti dal cratere sismico; e il prossimo anno mi prendo l’impegno affinche’ altri escano. È la dimostrazione che stiamo accelerando”. Parole del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che insieme all’assessore Palma Costi e ai suoi tecnici ha fatto il punto a 360 gradi sul sisma e sul post sisma, proprio a quattro anni dalle prime scosse. Il tutto ringraziando due persone, che oggi si occupano di altro: “Grazie a Vasco Errani e Franco Gabrielli, che hanno fatto un lavoro incredibile”, omaggia l’attuale governatore.

Ben 19mila cittadini sono rientrati nelle loro case
Ebbene, a quattro anni dal terremoto (“Ma sono stati due in realta’, con la seconda scossa sulla prima”, segnala Bonaccini) 19.000 cittadini sono rientrati in casa, su un totale di 28.512 che hanno subito danni alle proprie abitazioni. È stata poi garantita la continuita’ a 1.680 aziende, oltre a esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici grazie alle Zone franche urbane. Dei 16.000 nuclei assistiti nel corso della prima emergenza, l’80% e’ tornato alla sostanziale normalita’.

Nel capitolo dell’assistenza alla popolazione, al 30 aprile scorso nei prefabbricati modulari abitativi removibili, i discussi ”container”, sono rimaste 135 famiglie, su base volontaria, per un totale di 445 persone. “Li stiamo smontando i moduli”, evidenzia Costi in conferenza. Sui 757 nuclei che tra il dicembre 2012 e il gennaio 2013 scelsero questa forma di assistenza, 622 Pmar sono stati liberati, ovvero oltre l’82%. La fetta di ricostruzione tuttora piu’ densa resta quella pubblica, tra le chiese e i monumenti dei centri storici.

Bisogna completare il quadro dei fondi disponibili, ma il concetto generale non si discute: “A differenza che in altre parti d’Italia, qui abbiamo detto ”nessuna new town”: le persone tornino a studiare, a lavorare, a pregare, a incontrarsi dove lo facevano prima. E anche le scuole sono ormai tutte pronte”, evidenzia ancora Bonaccini. Ricostruzione piu’ veloce, allora, ma sui controlli non si arretra. Con buona pace di accusa troppa burocrazia. “La ricostruzione e’ una grande opera che, insieme col commissario Bonaccini, ci sta impegnando quotidianamente: la realta’ e’ sempre piu’ complessa di una norma generale, non e’ burocrazia ma il giusto controllo contro fenomeni malavitosi e irregolari nella concessione dei contributi. Sui controlli, preventivi e a posteriori, non arretreremo di un passo: non deve essere dato un euro in piu’ ma neanche un euro in meno”, scandisce Costi.

Resta da sciogliere il nodo delle ricostruzione nei centri storici, tra chiese e monumenti vincolati, ma il lavoro sul post terremoto in Emilia procede e procede bene. Lo dimostra un primo traguardo, per l’area che da sola valeva il 2% del pil nazionale: il cratere, il perimetro dell’area ribaltata dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, si ritira, con 25 Comuni, circa la meta’ rispetto alla prima fase, che hanno ormai completato la ricostruzione o che sono in procinto di farlo.

Le date simbolo
Certo, ora la popolazione colpita va anche incoraggiata: nelle due date-simbolo, venerdi’ 20 maggio e domenica 29 maggio, ci saranno decine di appuntamenti nei Comuni, come la consegna domani pomeriggio dell’orologio del 1800 a Finale Emilia restaurato a cura di Rolex. Intanto, restano tanti e densi di cifre i documenti su cui lavora la giunta, disponibili online. Da aprile 2015 a aprile 2016, sono saliti dell’84% i contributi gia’ erogati per risistemare le abitazioni private, arrivati a poco meno di un miliardo di euro, e del 105% quelli alle imprese, fino a 504 milioni.

Sono 19.000 (su 28.512 che hanno accusato danni alle proprie abitazioni, ne mancano quindi oltre 9.500) i cittadini gia’ rientrati nelle loro case: otto nuclei su 10 sono usciti dalle misure dirette di sostegno e dai cantieri per case (sono complessivamente 10.585 quelle ripristinate) e imprese (“nessun posto di lavoro perso”, dopo la continuita” operativa garantita a 1.680 aziende).

La Regione sprona gli sfollati: fate le pratiche
Sui cittadini che ancora tardano a consegnare le pratiche per rientrare in casa, precisa Costi: “Quando rientreranno tutti? Dipende dal grado di attuazione delle singole pratiche e dei progetti presentati. I Comuni stanno lavorando tutte le pratiche ricevute, c”e” il nostro impegno ma bisogna, come ricordiamo sempre, che i cittadini si facciano avanti con le prenotazioni”. Nel frattempo, conforta il quadro dei provvedimenti di Governo e Unione europea, dalle Zone franche urbane istituite grazie al decreto enti locali 78/2015 (39,2 milioni di euro di esenzioni fiscali per 1.770 micro-imprese nei centri storici di 20 Comuni) alla proroga ottenuta dalla Ue fino a fine 2018 per la ricostruzione delle imprese agricole, risultato molto apprezzato da Bonaccini (“E’ la prima volta che l’Ue concede una proroga oltre i quattro anni per i benefici fiscali legati agli adempimenti per i risarcimenti, vuol dire che siamo un”istituzione credibile per Bruxelles”).

Ricorda poi il commissario-governatore: “Abbiamo chiesto al Governo di prorogare ulteriormente l’inizio del pagamento dei tributi da parte delle imprese non agricole e di dilazionare per ulteriori anni il totale del pagamento dei tributi”. Entro il 31 dicembre 2016 va emesso il decreto di concessione dei contributi per tutte le imprese, che siano agricole o commerciali, mentre il 30 aprile scorso si e’ chiusa definitivamente la raccolta di domande per le aziende commerciali e industriali. Ad oggi per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese sono stati concessi contributi per oltre 2,8 miliardi, con le somme effettivamente liquidate arrivate a quota 1,5 miliardi.

“Manca mezzo miliardo per i beni architettonici”
Se anche la ricostruzione pubblica dovra’ ora entrare piu’ nel vivo, con focus sui beni architettonici presenti nei centri storici, lo stesso Bonaccini sui fondi ricostruisce: “Mancavano in questo caso un po’ di risorse, che abbiamo stimato tra il mezzo miliardo e i 700 milioni di euro. Alla fine, il Governo ha concesso in legge di stabilita’ 160 milioni a dicembre, a cui vanno aggiunge altre risorse grazie al decreto dell’1 maggio sulle Terre estensi, che coincidono in gran parte con la striscia di terra terremotata, con qualche altra decina di milioni per la parte architettonico o storico-culturale, che spesso e’ vincolata. Su questo avremo domani un incontro con monsignor Zuppi”, l’arcivescovo di Bologna.

A conti fatti, per questo capitolo di ricostruzione sono gia’ disponibili 1,06 miliardi, rispetto al miliardo e 664 milioni di danni stimati. I progetti degli interventi presentati rappresentano l’84% di quelli attualmente inseriti nella programmazione del commissario Bonaccini: di questi, quasi la meta’ risultano in fase di gara d’appalto o di esecuzione. E 60 dei 134 soggetti attuatori hanno ricevuto il 100% delle risorse necessarie per la ricostruzione dei beni pubblici. Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 76 progetti, per 33,5 milioni, con oltre 32 milioni donati. A queste risorse si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni.