Scuola, personale in sciopero il 20 maggio

18 maggio 2016 | 16:09
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Scuola, personale in sciopero il 20 maggio

Presidio in Corso Garibaldi davanti alla prefettura dalle 10 alle 12

REGGIO EMILIA – Venerdì 20 maggio Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno indetto sciopero per l’intera giornata per il personale di scuola, università, ricerca e alta formazione artistica e musicale. Da tempo le organizzazioni sindacali sono impegnate per il diritto al rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da 7 anni, per cambiare la legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”, e per ridare dignità al lavoro nei settori della conoscenza.

Ma quella di venerdì non sarà una mobilitazione solo per il contratto nazionale, nonostante la grande importanza che esso ricopre sia dal punto di vista normativo sia da quello economico. Le retribuzioni dei docenti e del personale scolastico italiano non solo sono medio-basse, ma si collocano anche tra le più basse d’Europa.

Il 20 maggio  si sciopererà anche per il personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA), ignorato dalla “buona scuola”, oggetto di continui tagli d’organico, di limitazioni alle sostituzioni e con carichi di lavoro ormai fuori controllo. Per la scomparsa completa e definitiva del lavoro precario, attraverso la stabilizzazione di chi ha prestato servizio per almeno 36 mesi da supplente (limite imposto dalla Corte di Giustizia europea).

Per una valorizzazione della professione docente attraverso l’introduzione di meccanismi oggettivi di progressione della carriera da definirsi in ambito contrattuale. In un contesto dove il salario venga ricondotto all’accordo fra le parti e sottratto all’arbitrio di un organo monocratico.

Per la libertà d’insegnamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, incompatibili con la “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Solo dei meccanismi oggettivi infatti e non discrezionali di assegnazione dei docenti alle scuole garantiscono la libertà d’insegnamento, l’uguale accesso al diritto all’apprendimento e scongiurano il rischio insito nella legge 107 di una più grave divaricazione tra scuole e tra zone avvantaggiate e svantaggiate.

Per i dirigenti scolastici per i quali ad un sovraccarico di incombenze e responsabilità  fa riscontro un calo delle retribuzioni percepite. Per investimenti nell’istruzione che colmi il gap con la media degli investimenti dei paesi Ocse (5,9%) incrementandoli di un punto di Pil.

“Entro il mese di maggio/giugno – fanno notare le organizzazioni sindacali –  dovrebbe essere emanato l’atto di indirizzo per il rinnovo dei contratti pubblici e forte sarà il tentativo di rilegificazione e di ridimensionamento del ruolo del sindacato. Occorre rilanciare il ruolo pubblico dell’istruzione e della conoscenza e difendere il dettato costituzionale contro qualsiasi idea di privatizzazione. Servono investimenti pubblici strutturali per ridare slancio al sistema fortemente dequalificato dai continui e ripetuti tagli. Per queste ragioni va rilanciata la partecipazione democratica collettiva”.

Per tutte queste ragioni le lavoratrici e i lavoratori del comparto scolastico si troveranno in presidio davanti la prefettura in Corso Garibaldi dalle 10 alle 12.