Riciclaggio, il notaio Manzini: “Terreno fertile a Reggio”

19 maggio 2016 | 18:33
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Riciclaggio, il notaio Manzini: “Terreno fertile a Reggio”

L’accusa all’incontro promosso dalla Fondazione Giustizia: “Chi doveva vedere non ha visto e chi ha visto ha chiuso un occhio”

REGGIO EMILIA – Si è concluso nei giorni scorsi il ciclo di incontri promosso dalla Fondazione Giustizia di Reggio Emilia “corso sul bilancio e su certe responsabilità e patologie nell’impresa”. La serie patrocinata dal Consiglio notarile di  Reggio Emilia e dagli ordini degli avvocati e dei commercialisti ed esperti contabili, dal Comune di Reggio Emilia rappresentato dall’assessore alla Cultura della legalità e sicurezza Natalia Maramotti, da Provincia, Camera di Commercio e Unimore aveva il compito di indagare un fenomeno di stretta attualità, che ha investito l’intero territorio emiliano portandolo alla ribalta delle cronache nazionali.

In particolare l’ultimo incontro del ciclo, tenutosi alla sala convegni “Grasselli”, ha avuto per tema “L’impresa illegale” informando i partecipanti su quali siano gli indici che in un territorio come Reggio Emilia diano sentore del fenomeno collusivo tra aziende e criminalità organizzata. Sul tema “antiriciclaggio, percezione dell’illegalità e dovere di controllo e di denuncia” è intervenuta Giorgia Manzini notaio a Reggio Emilia.

Ha detto la Manzini: “Penso che questo fenomeno a Reggio Emilia abbia affondato le sue radici in un territorio fertile ad accogliere il radicamento di fenomeni criminali, per mancanza di anticorpi. Chi doveva vedere non ha visto e chi ha visto ha chiuso un occhio. Alcune imprese hanno scelto di accettare di scendere a compromessi con la criminalità, sperando di incrementare i propri affari. Si tratta di illegalità economica, ancor più grave perché esercitata in forma organizzata, che ha distorto le normali regole della domanda, dell’offerta , della concorrenza del lavoro, degli investimenti e del credito, abbattendo i potenziali di un territorio ormai sfinito da anni di stallo economico. Il perdurare della crisi in vari settori nevralgici del territorio come l’edilizia, ha accentuato questi fenomeni che comunque si erano già infiltrati nella precedente fase di crescita economica. Ma sarebbe semplicistico riassumere la relazione esistente tra ciclo economico e dinamiche della criminalità in una correlazione diretta: se è vero che in generale , gli shock economici generano mutamenti nei comportamenti sociali e quindi nei livelli di criminalità, tuttavia non si può parlare di causa univoca tra i due fattori”.

E ha aggiunto: “Un’analisi basata su specifici illeciti e sulle caratteristiche del nostro territorio fa emergere correlazioni più stringenti tra ciclo economico e talune fattispecie di illegalità, quali il riciclaggio, la corruzione, l’usura, le infiltrazioni nella Pubblica amministrazione e nella società civile. Una Provincia ricca e laboriosa come la nostra, ma con emergenti problemi finanziari tra imprese e famiglie dovute allo stallo economico e con un radicato made in Italy si è rivelata una zona utile dove insediare attività criminali. Ma anche una zona molto reattiva per ripristinare la legalità”.

Molto numerosi i professionisti presenti, all’incontro a testimonianza di quanto il fenomeno dell’impresa illegale sia percepito nel nostro territorio oggi e di come sia costante la tensione per combatterlo e debellarlo dall’area di Reggio Emilia.