Renzi al M5S: “Non chiedo dimissioni di Nogarin”

9 maggio 2016 | 17:54
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Renzi al M5S: “Non chiedo dimissioni di Nogarin”

In Pd fatica e democrazia, per loro comodità e dinastia”. Così il premier attacca i grillini durante la direzione del partito che ha aperto ricordando Moro e Impastato. Nuova segreteria dopo le amministrative. Poi, referendum e congresso anticipato

REGGIO EMILIA – Matteo Renzi ha aperto la direzione del Pd ricordando Aldo Moro e Peppino Impastato. “E’ una giornata carica di significato – ha detto – il pensiero corre alla grande figura di Moro e della scorta ma il 9 maggio è doveroso richiamare altre donne e uomini: è l’anniversario della tragica uccisione di Peppino Impastato. Ma è anche il giorno di festa dell’Europa”.

“L’Europa continua a inseguire la strada della paura – ha detto Renzi -. Il Brennero è l’esempio più concreto, ahimé non l’unico. Quando hai scommesso su un’Europa che non abbia confini interni ma a fronte di questo non hai il coraggio di essere conseguente appena emerge un piccolo segnale di difficoltà o disagio, ti mostri poco credibile agli occhi della tua gente”. “Se crei fantasmi o credi ai fantasmi creati da altri, chi è più bravo ad alimentare paure e generare mostri, vince sempre”.

Matteo Renzi, durante la direzione Pd, lancia anche una nuova sfida al Pse. “Se vogliamo fare qualcosa di serio come Pse, e ci proveremo coinvolgendo a Roma i capi di governo, dobbiamo giocare la carta dell’economia innovativa, dell’immigrazione con una strategia di ampio respiro ma anche affermare che il tema chiave è l’identità culturale, l’educazione e il capitale umano”.

“Non abbiamo nessun motivo per continuare una sfibrante discussione interna – ha detto Renzi – quando altri nostri compagni sono impegnati in prima fila della campagna delle amministrative. Non chiedo una moratoria delle polemiche. Ma si deve fare uno sforzo per non vergognarsi di ciò che abbiamo fatto in questi anni e di ciò che dobbiamo fare sul territorio. Non voglio sottacere i tanti problemi sul territorio: sono meno di quelli che i media raccontano, più di quelli che dovrebbero esserci”.

C’è un doppio-pesismo incredibile e non mi riferisco solo alla Toscana a 5 Stelle o alla Lombardia in camicia verde, chi è garantista con i suoi e giustizialista con gli altri è insopportabile. Noi siamo genuinamente garantisti, non chiediamo dimissioni Nogarin, lui farà le sue valutazioni con il suo consiglio comunale”, ha detto Renzi sempre durante la direzione del Pd.

“Dal 20 maggio al 15 luglio lanciamo una mobilitazione permanente – ha detto il premier -: quel giorno dovremo presentare le firme per il referendum costituzionale. Sono già presentate da deputati e senatori, formalmente il referendum è già in pista. Ma credo che sia giusto che il Pd faccia quello che stanno facendo anche gli altri: andare piazza per piazza a chiedere comunque ai cittadini di mettere la firma sulla richiesta del referendum e diffondere il più possibile comitati dal basso”.

“Non entriamo in polemiche che incomprensibilmente altri vorrebbero, auguriamo buon lavoro a chi serve lo Stato – ha detto Renzi -, diciamo che abbiamo interesse che ci sia la massima visibilità a tutte le indagini. I magistrati di Potenza rapidamente vadano a processo: è dovere civile sapere se ci sono persone che inquinano o no, è dovere per un paese non vivere di valutazioni fatte a caldo o sulle indagini. Si vada a processo e contemporaneamente rispettiamo le sentenze, non troverete mai un mio commento su sentenza”.

“Facciamo cinque mesi di mobilitazione straordinaria del Pd per vincere in quanti più comuni possibile e il referendum” con “la nostra forza interna se avremo il coraggio di non chiuderci nelle nostre diatribe interne. Dal giorno dopo, congresso – ha detto Renzi -. Nelle modalità che riterrete: a tesi o in altri modi, farlo durare tre mesi, sei mesi o un anno. Potrete scegliere l’arma con cui si gioca e ci potremo dire le cose in faccia: per me è fondamentale l’arma della franchezza”.