Reggiolo, mobilità per i facchini della Gipi

13 maggio 2016 | 18:55
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Reggiolo, mobilità per i facchini della Gipi

La Euro Pool System si è impegnata ad assumere quattro lavoratori. Per gli altri, in costanza della decisione di chiudere il cantiere reggiolese si aprirà una procedura di mobilità incentivata e con accesso volontario

REGGIOLO (Reggio Emilia) – Dopo una settimana di sciopero in presidio per i 17 lavoratori a cui era stata annunciata verbalmente la chiusura del cantiere di Reggiolo, in appalto alla cooperativa Gipi dalla multinazionale Euro Pool System, ieri pomeriggio si è svolto l’incontro tra  tra Filcams e Filt Cgil di Reggio Emilia e i rappresentanti aziendali.

L’incontro tra i sindacati e i dirigenti della Cooperativa, del consorzio Ambrosiano a cui la stessa è associata e della multinazionale ha portato ad un punto di mediazione. La Euro Pool System si è impegnata infatti ad assumere direttamente a tempo indeterminato, senza periodo di prova e con la garanzia del mantenimento occupazionale per un periodo non inferiore a 12 mesi, quattro lavoratori. Per gli altri, in costanza della decisione di chiudere il cantiere reggiolese, la Cooperativa GiPi si è impegnata ad aprire una procedura di mobilità incentivata e con accesso volontario.

Oggi dunque i lavoratori sono rientrati nel cantiere per l’ultimo giorno di lavoro e da domani saranno in permesso retribuito fino alla conclusione della procedura di mobilità. Nella serata di giovedì, durante l’assemblea sindacale, hanno deciso di sospendere il presidio in attesa che la cooperativa, il consorzio ed il committente tengano fede agli impegni presi con le organizzazioni sindacali.

“Quanto avvenuto nel cantiere di Reggiolo ai dipendenti della Cooperativa GiPi dimostra per l’ennesima volta quanto precarie siano le condizioni di chi lavora negli appalti – hanno commentato Luca Chierici della Filcams e Marco Righi della Filt che hanno seguito la trattativa – Occorre che le Istituzioni si facciano carico del problema e creino le condizioni di legge per dare garanzie ai lavoratori interessati che rischiano ad ogni cambio appalto di essere gettati “sul mercato” a carico della fiscalità generale riportando al centro il principio di responsabilità sociale delle imprese”.