Industrie reggiane, produzione e ricavi in crescita

25 maggio 2016 | 18:44
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Industrie reggiane, produzione e ricavi in crescita

I dati dell’indagine congiunturale trimestrale di Unindustria. Ma Severi avverte: “Sono ancora molte però le incognite per poter parlare di ripresa stabile e duratura”

REGGIO EMILIA – “Il 2016 si è aperto con un consolidamento della tendenza positiva su produzione e ordini, nonostante gli elementi di debolezza e fragilità dello scenario internazionale”. Lo scrive Unindustria nella sua indagine congiunturale trimestrale.

Secondo l’Unione industriali “rispetto alla scorsa rilevazione è in aumento il numero di imprese che dichiarano un miglioramento tendenziale nei livelli produttivi e negli ordinativi. A spingere questa dinamica è soprattutto il recupero degli scambi commerciali verso l’estero. Siamo, comunque, ancora in una fase di passaggio. Ci confrontiamo, infatti, con livelli ancora al di sotto di quelli pre-crisi ed i segnali economici positivi che stanno emergendo devono stabilizzarsi per poter sostenere la ripresa anche nei prossimi mesi”.

Nei dettagli, nel primo trimestre 2016 la produzione ha fatto registrare un incremento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato relativo al primo trimestre si inquadra in uno scenario che vede l’economia internazionale crescere ad un ritmo moderato. L’ andamento è il frutto di dinamiche diverse tra i paesi: si è accentuata la debolezza negli emergenti, mentre si è avuto un miglioramento nel complesso delle economie avanzate, dove il ritmo di espansione risulta però ancora fiacco.

In moderato aumento anche i ricavi nel primo trimestre 2016: l’andamento del fatturato complessivo ha registrato una crescita dell’1,2% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Le vendite sui mercati esteri hanno registrato una moderata crescita: + 2,3% rispetto al quarto trimestre 2015. Di segno negativo invece le vendite sul mercato interno (-3,1%). L’andamento complessivo degli ordinativi acquisiti evidenzia una crescita, pur se contenuta (+1,2%), mentre gli ordini esteri hanno registrato una variazione positiva ma di minore entità (+0,8%).

La spinta della domanda estera, che da sempre sostiene l’attività delle imprese reggiane ha quindi risentito della debolezza dei mercati extraeuropei. Per quanto attiene al mercato del lavoro, non si registrano variazioni di rilievo sul livelli occupazionali nelle imprese del campione.

Le aspettative delle imprese per i prossimi mesi sembrano orientate al permanere di una situazione di ulteriore, seppur moderato, recupero, in particolare sul mercato estero. Il 47,4% delle imprese intervistate prevede un moderato miglioramento nella produzione rispetto ai bassi livelli attuali, a fronte del 36,6% che si attende uno scenario stabile, mentre solo il 16% mantiene una visione negativa anche per i prossimi mesi.

La dinamica del portafoglio ordini è orientata ad nuovo, lieve recupero. Il saldo delle risposte è infatti positivo (+25,6), con il 43,9% delle imprese del campione che ha ordini previsti in crescita rispetto alla rilevazione precedente, a fronte del 37,7% che registra ordinativi stabili e del 18,3% in riduzione.

Sono gli ordinativi esteri a far meglio sperare con un saldo delle risposte che si mantiene positivo (+41,3). Le prospettive globali restano esposte a variabilità: se le economie dei paesi avanzati sono in miglioramento, ma a ritmi bassi, restano deboli quelle degli emergenti frena. L’espansione degli scambi globali continua non decollare e contribuisce a comprimere i prezzi delle materie prime.

“Le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale in riferimento al sistema manifatturiero reggiano sono coerenti con una dinamica positiva del PIL e confermano i segnali di crescita rilevati dai principali istituti economici – afferma il Presidente di Unindustria Reggio Emilia, Mauro Severi – Sono ancora molte però le incognite per poter parlare di ripresa stabile e duratura. A livello internazionale il fronte politico continua a generare turbolenze: il referendum sulla Brexit e le tensioni per la gestione dei flussi migratori offuscano l’orizzonte decisionale. L’espansione americana mostra segni di accelerazione proprio nel manifatturiero. La locomotiva cinese ha perso slancio ma non è ferma, qualche progresso si osserva in Russia e Brasile. Questi risultati andrebbero consolidati da un’azione internazionale coordinata che utilizzi tutte le leve disponibili, cosa che mi rendo conto non è così semplice”.