Il “Gibbo”, Delrio e la macchina del fango

12 maggio 2016 | 16:58
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Il “Gibbo”, Delrio e la macchina del fango

Marco Gibertini, in un’intercettazion,e tira in ballo il ministro sostenendo che avrebbe stretto la mano a un boss mafioso che, però, era in carcere

REGGIO EMILIA – Un ex giornalista sportivo che, secondo le accuse, avrebbe fatto da ufficio stampa (per la verità senza troppo successo) alla ‘ndrangheta che tira in ballo, seduto sulla sua brandina in carcere, il ministro Graziano Delrio. Davanti a lui il prestanome di un clan ‘ndranghetista, Antonio Curcio, che gli dà corda.

E’ il 13 marzo 2015 e il “Gibbo”, come lo chiamano i cronisti reggiani, vede Delrio in televisione e dice a Curcio: “Quello scemo era il sindaco di Reggio”. E aggiunge: “Quando è andato a Cutro ha dato la mano a quello là”. E l’altro: “A Nicola”. “Uhm”, fa Gibertini come se fosse un sì.

I due sono intercettati ed è anche difficile pensare che non se lo immaginessero durante questo siparietto. L’intercettazione finisce dritta dritta sul tavolo dei pm della Direzione distrettuale antimafia. Nicola, secondo i carabinieri, sarebbe Nicolino Grande Aracri, capo della cosca omonima di Cutro. Sarebbe. L’incontro sarebbe avvenuto durante il famoso viaggio del 2009, prima delle elezioni amministrative a Reggio, di Delrio a Cutro. Sarebbe.

Però c’è un piccolo problema che Nicolino Grande Aracri, quel giorno, e qui il condizionale non c’è, era in cella a Catanzaro. Quindi la mano a Delrio non l’ha potuta stringere. Dunque quella stretta di mano non c’è mai stata, o almeno potrebbe esserci stata in un’altra occasione. Fra il 2011, però, data in cui il boss è stato scarcerato e il marzo 2013 quando è tornato dietro le sbarre per una tentata estorsione a Porto Kaleo. All’epoca degli arresti di Aemilia, nel gennaio del 2015, Nicolino Grande Aracri era ancora in carcere e quindi è difficile che possa avere incontrato il ministro durante una vacanza nel 2013 come qualcuno insinua.

Ci sono già un po’ troppi sarebbe e potrebbe, come abbiamo visto, in questa storia per renderla credibile. E allora, forse, bisognerebbe iniziare a chiedersi “cui prodest” fare circolare notizie come questa che sembrano costruite ad arte per mettere in difficoltà il ministro delle Infrastrutture che, probabilmente, da tempo sta stramaledicendo quel maledetto viaggio a Cutro fatto, insieme a molti altri politici reggiani, per strappare qualche voto sotto elezioni alla comunità calabrese reggiana.