Fotografia europea, le mostre da non perdere

5 maggio 2016 | 17:51
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Fotografia europea, le mostre da non perdere

Dalle “esplorazioni” dei Chiostri di San Pietro alle suggestioni di Palazzo da Mosto, fino ai capolavori di Walker Evans a Palazzo Magnani

REGGIO EMILIA – Tre sedi tra le più belle del circuito istituzionale, con alcuni dei fotografi italiani e stranieri tra i più promettenti del panorama fotografico odierno, nazionale e internazionale: questi gli elementi della preview di Fotografia Europea, che oggi ha riunito la stampa a poco più di ventiquattrore dall’apertura ufficiale della kermesse, venerdì 6 maggio ai chiostri di San Pietro di Reggio Emilia alle 18. Giunto alla undicesima edizione, quest’anno il festival intitolato “La via Emilia. Strade, viaggi, confini” propone una riflessione sul tema della strada intesa come luogo di transito e di confine nella società odierna.

Punto di partenza del tour, cui hanno partecipato numerosi curatori e addetti ai lavori, sono stati i Chiostri di San Pietro: a fare gli onori di casa l’assessore comunale a Turismo e Città storica Natalia Maramotti, che ha evidenziato quanto il centro cittadino sia valorizzato da Fotografia Europea, anche – ma non solo – a livello di sviluppo economico.

Ha detto l’assessore: “Questo festival consente la conoscenza e l’incontro di moltissimi artisti, professionisti o appassionati: si tratta di un elemento di grande valore, veicolo di cultura, offerto a tutta la comunità locale e non solo. C’è poi il tema della grande sinergia della città: Fotografia Europea ingaggia tutti, a partire dai ristoratori del centro storico con i menu pensati ad hoc. Quest’anno più che mai ci sono luoghi della città in cui operano comitati di cittadini, sorti sul tema della richiesta di sicurezza, che si sono messi in relazione, esempio di comunità operosa e intelligente: basti pensare che i cinquecento metri di via Roma ospitano cinquanta mostre. Siamo in presenza di uno straordinario giacimento di saper fare, che si esplica anche in via IV novembre e nel piazzale antistante la stazione. Fotografia Europea ci farà tutti entrare in tanti luoghi inesplorati e varcare confini prima di tutto mentali: la cultura deve aiutarci a superare i pregiudizi”.

Accanto a lei il presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi, che ha sottolineato l’estremo piacere con cui la Fondazione ha messo a disposizione per il secondo anno consecutivo palazzo da Mosto, “che ospita una mostra ancora migliore rispetto a quella dell’edizione precedente, che già fu eccezionale. Siamo state una delle prime istituzioni a credere in Fotografia Europea, e continueremo a farlo: il livello raggiunto è davvero ottimo”. Presenti anche Walter Guadagnini ed Elio Grazioli, che insieme a Diane Dufour fanno parte del comitato scientifico del festival: entrambi hanno ribadito “La capacità del festival di riunire forze diverse verso un unico obiettivo, trasformando la città in un enorme coacervo di persone che a titolo diverso amano la fotografia e su di essa si scambiano idee”.

Chiostri di San Pietro
A Guadagnini il compito di fare una carrellata sulle mostre, tantissime, a cominciare dalle cinque allestite ai Chiostri di San Pietro, uno dei centri simbolici della manifestazione: “Si parte con Esplorazioni sulla via Emilia, rivisitazione della mostra del 1986, curata da Laura Gasparini, – presente anch’essa alla preview – e punto di partenza per raccontare la contemporaneità con Nuove esplorazioni, che include opere di sette autori contemporanei che si sono confrontati con la via Emilia e gli autori celebri che l’avevano fotografata trent’anni fa. Una scommessa vinta, perché in questi lavori si sentono la distanza col passato ma anche la continuità. E poi c’è la mostra Exile di Magnum, racconto di reportage dal Dopoguerra a oggi sul tema drammatico dell’esilio legato ai confini percorsi e superati, l’interessante mostra sul libro fotografico curata da Ilaria Campioli, e lo Speciale Diciottoventicinque, che rappresenta una parte fondamentale di divulgazione e didattica”.

Ai Chiostri di San Pietro erano presenti alcuni dei protagonisti assoluti del panorama fotografico odierno, che non hanno voluto mancare all’appuntamento con Reggio Emilia: Lorenzo Vitturi, Davide Tranchina, Antonio Rovaldi e Sebastian Stumpf hanno infatti preso parte e partecipato attivamente alla visita guidata, illustrando i loro lavori, racchiusi nella sezione 2016. Nuove esplorazioni: un viaggio sorprendente, tra documentazione e invenzione, trent’anni dopo l’opera collettiva sul paesaggio a cura di Luigi Ghirri.

Palazzo da Mosto
L’anteprima di Fotografia Europea ha poi toccato il rinascimentale Palazzo da Mosto, aperto in via straordinaria per il festival e splendida cornice della grande mostra fotografica Dalla via Emilia al mondo, che comprende scatti della reggiana Paola De Pietri, di Kent Klich, e del collettivo Maanantai, tutti presenti nella sede espositiva. Splendido anche il lavoro di allestimento, a dare origine a un dialogo davvero interessante tra le opere e la struttura. E’ stato il curatore Elio Grazioli ad inquadrare l’esposizione: “Si tratta di nove mostre personali firmate da autori provenienti da molti paesi europei, che affrontano attraverso diversi media le tematiche del viaggio e del confine, tanto nei suoi aspetti sociali che individuali” passando poi la parola ai due artisti. Intitolata “Questa pianura…2004″ l’esposizione racconta la pianura del fiume Po. Il paesaggio che conosco da sempre, i cui cambiamenti si sono intrecciati, come conseguenza e come causa, al forte sviluppo economico del dopoguerra” ha spiegato Paola De Pietri. Kent Klich ha ricordato gli avvenimenti raccontati dalla sua mostra Black Friday: “Era il primo di agosto 2014, quando l’IDF (Forze di difesa israeliane) ha ucciso oltre 130 persone tra uomini, donne e bambini, in gran parte civili, lungo le strade di Rafah, a Gaza. Alle sette di quella mattina, il cielo si è fatto tranquillo quando è iniziata la tregua di 72 ore. Il cessate il fuoco, però non è durato a lungo”.

Palazzo Magnani

Palazzo Magnani

Palazzo Magnani
Alla presenza di Avde Iris Giglioli, presidente della Fondazione Palazzo Magnani, di Jean-Paul Deridder, curatore della mostra “Walker Evans. Anonymous” e di Astrid Ullens, presidente Fondation A. Stichting di Bruxelles, co-promotore della mostra “Walker Evans. Anonymous” la visita delle mostre in anteprima è proseguita nel primo pomeriggio a Palazzo Magnani, che celebra il fotografo americano attraverso due distinte esposizioni. La prima, WALKER EVANS. Anonymous, presenta il lavoro foto-redazionale sviluppato da Evans su numerose riviste americane a partire dal 1929; la seconda, WALKER EVANS. Italia, a cura di Laura Gasparini, propone 50 sue fotografie, tra le più famose, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, capaci d’ispirare il linguaggio poetico di molti dei fotografi protagonisti di Esplorazioni sulla via Emilia, da Ghirri a Basilico, da Guidi a Barbieri.

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