Dimora d’Abramo, un milione di investimenti per cittadini e profughi

20 maggio 2016 | 19:29
Share0
Dimora d’Abramo, un milione di investimenti per cittadini e profughi

Chiuso il 2015 con un fatturato pari a 7,8 milioni di euro. Utili quintuplicati a 900mila euro. Rinnovato il consiglio di amministrazione

REGGIO EMILIA – Un utile di oltre 900mila euro (su un fatturato complessivo di 7,8 milioni), quintuplicato rispetto allo scorso anno (era di 170mila euro) grazie soprattutto alla gestione dei rifugiati che garantiscono investimenti e lavoro. Ma anche formazione professionale e tirocini, avvio di piccole attività imprenditoriali, sanità, progetti di cooperazione internazionale che consentano lo sviluppo di attività nei Paesi d’origine, consolidamento di strutture di accoglienza e di sostegno all’abitare che non riguarderanno solo i richiedenti asilo, ma anche persone e famiglie reggiane in difficoltà: sono questi i principali capitoli sui quali si concentreranno i nuovi investimenti della Cooperativa Dimora d’Abramo nel corso del prossimo biennio.

“Complessivamente – sottolinea il presidente della cooperativa sociale a conclusione dell’Assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio chiuso con un fatturato pari a 7,8 milioni di euro – investiremo oltre un milione di euro su questi ambiti, metà dei quali già nell’anno in corso. Per questi investimenti che hanno una ricaduta diffusa e pubblica utilizzeremo le risorse che si sono generate nel 2015 e quelle che continueremo a creare grazie alle diverse attività che svolgiamo e che non si limitano all’accoglienza dei richiedenti asilo”.

“In questi anni – prosegue il presidente della Dimora d’Abramo – abbiamo costantemente puntato ad un rafforzamento patrimoniale che è condizione imprescindibile non solo per garantire la continuità di servizi e attività fondamentali in campo educativo, nella mediazione interculturale, nella formazione al lavoro e nell’accoglienza dei richiedenti asilo, ma anche, e soprattutto, per accrescere una capacità di investimento diretto sulle diverse problematiche che interessano il nostro territorio e, nella loro gravità, accomunano tanti reggiani e persone in fuga da altri Paesi”.

“Nel corso del 2015 – sottolinea Codeluppi – sono stati erogati servizi ai profughi che per qualità e quantità sono sicuramente andati oltre quanto richiesto e risultano in sintonia con la Carta della Buona Accoglienza per le Persone migranti firmata giovedì 18 maggio 2016 a Roma dal Ministero dell’Interno, ANCI e da Alleanza Cooperative Italiane; nel contempo sono state realizzate economie significative che vanno ad associarsi alle risorse, altrettanto importanti, derivanti alla Dimora d’Abramo dalle altre attività e dagli altri servizi che fanno capo alla cooperativa”.

“Nel giro di soli 12 mesi – prosegue Codeluppi – siamo riusciti a gestire l’arrivo di oltre 550 nuove persone; abbiamo scontato ritardi nei pagamenti pubblici, ma la solidità patrimoniale costruita in questi anni ci ha consentito di rispondere ad ogni esigenza e l’aumento del fatturato conseguente a questi rilevanti flussi in arrivo ci ha portato a generare nuova occupazione (i dipendenti sono oggi 96) e nuove risorse per gli investimenti”.

“Proprio il loro uso per rafforzare e attivare nuovi servizi di accoglienza e di sostegno a persone in difficoltà che risiedono nel nostro territorio – sottolinea il presidente della Dimora d’Abramo – esplicita bene il senso della funzione sociale che abbiamo assunto e che intendiamo continuare ad esercitare, reinvestendo responsabilmente ciò che il nostro lavoro produce e non limitandoci a gestire al meglio attività di interesse collettivo, ma intervenendo attivamente e propositivamente sulle diverse emergenze che nel nostro territorio si legano a vecchie e nuove povertà e bisogni”.

Attualmente fanno capo alla Dimora d’Abramo e alla rete di strutture di cui è capofila  – che risponde alla Prefettura di Reggio Emilia – 781 richiedenti asilo di 20 diverse nazionalità, in maggioranza uomini adulti (i minori sono solo 9, le donne una trentina, cui si aggiungono alcune famiglie), dislocati in 15 comuni reggiani. “Per le sue dimensioni e per le opportunità che può offrire – spiega Codeluppi – nel comune capoluogo è accolta poco più della metà degli ospiti; si è scelta la strada di questa dislocazione diffusa per facilitare l’integrazione e una convivenza che da una parte non significhi ghettizzazione e, dall’altra, non comporti timori da parte delle comunità, ma, semmai, favorisca la collaborazione”.

I quasi 800 profughi sono seguiti da 90 operatori professionali (per i quali si applica il contratto nazionale di lavoro delle coop sociali) che accompagnano i richiedenti asilo in tutto il percorso che va dalla prima accoglienza, al riconoscimento del diritto o meno a restare e all’individuazione della tipologia di protezione applicabile (accoglienza umanitaria, protezione sussidiaria o status di rifugiato politico), fino alla conclusione del periodo di accoglienza.

“Tra le fasi più delicate – spiega Codeluppi – vi è sicuramente la prima accoglienza, che richiede un’assistenza intensiva ad ogni livello, che va dagli screening sanitari e psicologici (per la verifica dello stato di salute, ma anche dell’incidenza che possono aver determinato i traumi legati all’abbandono del Paese d’origine e a viaggi spesso disumani) alla verifica del grado di alfabetizzazione, all’avvio della scolarizzazione, all’ospitalità in albergo (nei primi mesi dall’arrivo), alla garanzia del vitto e alla copertura delle spese sanitarie, perché in quanto definiti “inoccupati” le persone sono chiamate al pagamento delle prestazioni”.

In questa fase, peraltro, si registrano anche i maggiori costi dell’accoglienza (30 euro/giorno solo per vitto e alloggio in albergo), che non sono coperti interamente dal contributo pubblico. Successivamente i richiedenti asilo risiedono in appartamenti (e in questa fase i costi di vitto e alloggio diminuiscono, attestandosi tra i 15 e i 20 euro/giorno), per ciascuno dei quali vi è un operatore responsabile che vigila sulla gestione degli alloggi, sostiene le relazioni tra gli ospiti (mediamente da 4 a 5) e con il vicinato e accompagna le persone nei percorsi individuali.

“In questa fase – spiega Codeluppi – le risorse sono investite in parte rilevante nel sostegno alla convivenza, all’inserimento sociale, all’istruzione e all’accesso al mondo del lavoro attraverso la formazione professionale e i tirocini formativi che consentono di acquisire e migliorare competenze sociali e professionali utili nel momento in cui le persone termineranno il percorso di accoglienza; nel contempo gli ospiti sono inseriti in attività ludiche, sportive e culturali  ma anche in lavori socialmente utili, frutto di una libera adesione, ma essenziali per rafforzare il percorso di inserimento “.

E’ dunque al rafforzamento di questi servizi (lavoro e sanità, soprattutto) e all’avvio di nuovi progetti (e tra questi spicca l’accoglienza a persone e famiglie del nostro territorio in forte difficoltà) che saranno destinate le risorse della Dimora d’Abramo. “Risorse – conclude Codeluppi – che saranno utilizzate tenendo conto anche degli apporti e della collaborazione del territorio, in particolar modo delle Istituzioni, dei partner dell’RTI per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi, delle diverse associazioni, parrocchie e di Caritas Diocesana”.

Rinnovato il consiglio di amministrazione
L’Assemblea dei soci della cooperativa Dimora d’Abramo ha proceduto anche al rinnovo del Consiglio di amministrazione, che risulta composto da Marco Aicardi, Luigi Codeluppi, Manuela Girardi, Ilaria Nasciuti e Laura Prandi. Il Consiglio procederà poi alla nomina del presidente e del vicepresidente.