Di ritorno da Cutro: “Non fate di tutte le erbe un fascio”

5 maggio 2016 | 18:16
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Di ritorno da Cutro: “Non fate di tutte le erbe un fascio”

Il giornalista Stefano Morselli è stato alla festa del Santissimo Crocifisso: “Secondo me, i sindaci reggiani hanno sbagliato a rifiutare l’invito ad andare a Cutro nei giorni scorsi”

REGGIO EMILIA – “Sono stato alcuni giorni a Cutro, in occasione della festa patronale del santissimo Crocifisso nella sua versione più grande, che capita una volta ogni sette anni. Ho dormito in un ostello gestito da una associazione di giovani e ricavato da una palazzina confiscata alla ‘ndrangheta. Ho incontrato e parlato con tante persone che vivono in quella città e anche con diversi cutresi-reggiani, anch’essi richiamati dal tradizionale appuntamento settenale.

Penso di raccontare questa esperienza in modo più esteso, ma intanto vorrei riferire un messaggio che mi è stato affidato da tutti coloro con i quali ho discusso. Il messaggio è rivolto ai cittadini di Reggio Emilia: non generalizzate, non fate di tutte le erbe un fascio, non confondete con i mafiosi anche le persone per bene, che sono la grande maggioranza. Io sono d’accordo e ho chiesto di fare insieme la battaglia contro la ‘ndrangheta: senza contrapposizioni tra reggiani e cutresi in quanto tali, che non devono esistere, e al tempo stesso senza sconti verso i mafiosi e i loro complici, siano essi cutresi o reggiani (e di questi ultimi ce ne sono pure, come sappiamo). Senza se e senza ma.

Secondo me, i sindaci reggiani hanno sbagliato a rifiutare l’invito ad andare a Cutro nei giorni scorsi. Il fatto che siano accadute cose gravi, legate alla penetrazione mafiosa nel territorio reggiano ed emiliano, non è un motivo per rompere i rapporti con le persone per bene: al contrario, è un motivo in più per ricostruirli, migliorarli, correggere inadeguatezze ed errori che possono esserci stati. Dante Bigliardi, se fosse al mondo, a Cutro ci sarebbe venuto. Ho incontrato anche là persone che lo hanno conosciuto, che hanno lavorato con lui sui problemi dell’emigrazione, che lo ricordano con stima e con affetto. Credo che anche la Filef, adesso, debba dare una mano per superare le diffidenze e le ostilità che si sono diffuse”.