Referendum Senato e Italicum, Reggio cerca 5mila no

8 aprile 2016 | 16:29
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Referendum Senato e Italicum, Reggio cerca 5mila no

Domani inizia la raccolta firme. Appello a sindaci e intellettuali

REGGIO EMILIA – La societa’ civile di Reggio Emilia si mobilita contro la “deforma” costituzionale sul Senato e per la modifica della legge elettorale “Italicum”. Parte infatti domani nelle principali piazze del capoluogo la raccolta delle firme promossa dal “Coordinamento democrazia costituzionale” reggiano per la presentazione di tre quesiti referendari.

Il primo e’ per dire “no” alla riforma del Senato, mentre gli altri due, relativi all’Italicum, propongono altrettanti “si'” all’aborgazione del premio di maggioranza e dei capilista bloccati nella legge elettorale. L’avvio dell’iniziativa e’ annunciato oggi, nella sede della Cgil reggiana, dai numerosi rappresentanti aderenti al coordinamento (ad oggi 22) che annovera tra le sue file, oltre alla senatrice Maria Mussini e un gruppo di dirigenti della Cgil, anche Anpi, Arci, i partiti Pdci e Sel numerose associazioni tra cui “l’associazione reggiana per la Costituzione”, “Iniziativa Laica” e il comitato Esodati.

Il traguardo da tagliare e’ quello delle 5.000 firme a Reggio e provincia che, considerata la precedente consultazione referendaria del 2011 quando le firme raccolte furono circa 13.000, sembra alla portata. La petizione sara’ accompagnata da qui ad ottobre, periodo previsto per il referendum, da una serie di iniziative e momenti di approfondimento. In cantiere anche una lettera ai sindaci reggiani e un appello agli intellettuali reggiani a promuovere i temi oggetto dei quesiti.

A spiegare le ragioni della mobilitazione e’ per il coordinamento Rina Zardetto che sottolinea: “La nascita all’interno del coordinamento dei comitati per il no al referendum costituzionale e per il si’ all’abrogazione dell’Italicum, parte dall’articolo 1 della Carta costituzionale che prevede un Parlamento sovrano ed eletto, cosa che non e’ avvenuta con il Parlamento attuale, che non ha nessun mandato per modificare la Costituzione”.

Aggiunge Zardetto: “Non siamo conservatori, siamo consapevoli che la Costituzione va rivista in alcune parti, ma qui viene stravolta calpestando i diritti dei cittadini. Pensiamo per questo che bisogna, con la ”primavera referendaria” che parte domani, ricostruire una politica con la ”p” maiuscola”. Mussini dice: “Ho condiviso il percorso di correzione della riforma costituzionale e, per come si presenta oggi, trovera’ certamente in me un’oppositrice”.

La senatrice si sofferma poi sull’Italicum evidenziando soprattutto il rischio di una perdita di rappresentativita’ dei cittadini: “La nuova legge non si allontana di molto dal Porecellum su cui si e’ gia’ espressa negativamente la Corte costituzionale. L’Italicum introduce un inganno: il combinato disposto dei capilista bloccati e del premio di maggioranza crea strane alchimie che sottomettono la volonta’ popolare a fattori esterni come l’astensione”. Basti “pensare – chiude Mussini – a questa Regione che ha un presidente che ha ottenuto i voti favorevoli di 17 persone su 100 ed e’ guidata da un partito per cui hanno votato 15 elettori su 100”.

L’avvocato Mauro Bortolani del coordinamento segnala invece l’ulteriore violazione del principio costituzionale del voto unico libero e segreto. “Per un seggio di maggioranza con il premio – sottolinea – basteranno 22.000 preferenze. Per uno di minoranza senza premio circa 80.000. Questo e’ un danno per la democrazia”. Il neo presidente dell’Anpi Ermete Fiaccadori auspica che si creino “elementi di discussione e approfondimento” sulla legge, mentre per Lorenzo Capitani “e’ un errore la tesi che ridurre gli spazi di democrazia aumenti l’efficienza di governo”.