Legacoop Emilia Ovest, votata la fusione delle tre leghe

29 aprile 2016 | 16:17
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Legacoop Emilia Ovest, votata la fusione delle tre leghe

A un anno e mezzo dalla nascita, si è tenuta ieri l’assemblea dell’associazione a Piacenza. Il presidente Volta: “Un anno e mezzo positivo, guardiamo al futuro”

REGGIO EMILIA – A un anno e mezzo dalla nascita di Legacoop Emilia Ovest, si è tenuta ieri l’assemblea dell’associazione a Piacenza al Best Western Hotel. E’ stata l’occasione per fare il punto sull’organizzazione che riunisce le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. All’iniziativa, presieduta da Andrea Volta, presidente, Maurizio Molinelli e Luca Bosi, vicepresidenti, hanno partecipato circa centocinquanta delegati.

In una sala gremita di cooperatori, il presidente Andrea Volta ha dichiarato: “Sono stati mesi intensi, a tratti molto duri, ma sempre vissuti con grande motivazione. Abbiamo creato un nuovo gruppo di lavoro partendo da alcune certezze: la forza e l’incoraggiamento derivati dal sostegno delle cooperative e dalla consapevolezza di poter contare su competenze e professionalità di valore all’interno dell’associazione. La riorganizzazione interna non era l’unico obiettivo che ci eravamo prefissati. Si voleva creare un clima nuovo, che permettesse a tutti i cooperatori di vivere Legacoop come un luogo di ascolto, dove portare i problemi, i progetti e le sfide, rispetto ai quali trovare un confronto onesto e costruttivo”.

L’Assemblea ha rappresentato anche l’occasione per sancire la fusione per incorporazione delle tre Leghe di Reggio, Parma e Piacenza in Legacoop Emilia Ovest, votata all’unanimità. Era presente anche Giovanni Monti, presidente di Legacoop regionale che ha sottolineato alcuni aspetti fondamentali di questa fase storica del movimento: “La solidarietà tra cooperative ci contraddistingue rispetto ad altre forme di impresa. Non sempre siamo in grado di intervenire con la stessa disponibilità ma siamo in prima linea per dare una mano a chi ha più bisogno, e non smettiamo di progettare insieme. ‎La fusione è un passo importante verso l’integrazione delle teste e delle forze. Si acquisisce maggiore capacità di mediazione, di rappresentanza e di prevenzione dei problemi. Inoltre, i cooperatori sono tenuti a pensare in termini intergenerazionali, a lavorare e impegnarci anche per chi viene dopo di noi. Dobbiamo tenere alti questi valori e rilanciarli anche in un’epoca in cui la crisi ha messo a dura prova la condivisione e la collaborazione. Come associazione stiamo cercando di cambiare per dare un contributo maggiore alla società di cui siamo parte integrante. Alcuni esempi rappresentano il nostro impegno concreto: la raccolta firme per una legge più restrittive contro le false cooperative, i casi di workers buyout grazie ai quali si sono salvati tanti posti di lavoro, la volontà di definire con maggior rigore la governance e la partecipazione dei soci. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma ci siamo rimboccati le maniche e non ci fermiamo”.

Come sostenuto da entrambi i presidenti, le prossime tappe della vita associativa prevedono la confluenza nell’organizzazione regionale, con la permanenza dei radicamenti territoriali con i rispettivi uffici, e la creazione dell’Alleanza delle cooperative Italiane che vede l’unificazione di tutte le cooperative aderenti a Legacoop, Confcooperative e Agci in un’unica organizzazione.

“I corpi intermedi” – ha detto Volta – “stanno vivendo una lunga fase di messa in discussione. Noi stiamo reagendo, cercando di mettere al primo posto il rinnovamento, in ottica di efficienza e utilità senza rinunciare alla nostra identità, anzi, crediamo che in questo modo rispettiamo maggiormente la nostra mission e garantiamo servizi migliori. Il movimento cooperativo rappresenta una fetta dell’economia e della società molto rilevante, che intendiamo preservare e accrescere passando dall’unità e non dalla divisione”.

Oggi Legacoop Emilia Ovest rappresenta circa 350 imprese associate tra le tre province; ha sede legale a Reggio Emilia e conta su altre due sedi territoriali a Parma e Piacenza, punti di riferimento per i rispettivi bacini storicamente molto ricchi di cooperazione