La Cgil: “Jobs act, ora basta: ce lo chiedono in 30mila”

7 aprile 2016 | 14:53
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La Cgil: “Jobs act, ora basta: ce lo chiedono in 30mila”

Sabato parte la raccolta di firme per un referendum e per una legge popolare. Mora: “Vogliamo convertire in firme i voti di chi ci ha conferito questo mandato”

REGGIO EMILIA – Scrivere una nuova pagina delle regole del lavoro, abrogando le parti della normativa attuale piu’ penalizzanti dei diritti e delle tutele. E’ l’obiettivo della mobilitazione promossa dalla Cgil nazionale che prendera’ avvio nei prossimi giorni anche a Reggio Emilia, con l’adesione massiccia e convinta della Camera del Lavoro territoriale.

Come spiegato oggi dal segretario Guido Mora tutto parte dalle assemblee svolte sul territorio che si sono concluse il 19 marzo, in cui da gennaio i lavoratori si sono espressi sull’opportunita’ di dare mandato al sindacato di attivarsi per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare e tre referendum abrogativi relativi alle leggi sul lavoro. Il voto ha registrato una maggioranza bulgara: delle quasi 30.000 persone (29.526) che hanno dato il loro parere, il 99,2% ha dato mandato alla Cgil reggiana di raccogliere le firme per la legge popolare sulla “carta dei diritti universali del lavoro” e il 98,8% ha dato il via libera ai referendum contro le norme sui licenziamenti illegittimi, il cosiddetto lavoro accessorio (i voucher) e le norme che limitano la responsabilita’ solidale del datore di lavoro negli appalti.

Cosi’, da sabato prossimo, 9 aprile, la Cgil di Reggio sara’ impegnata nella raccolta delle firme tra tutti i cittadini, che proseguira’ per i referendum fino all’8 luglio e per la legge popolare per sei mesi fino ad ottobre. In particolare sono 32 i banchetti che saranno presenti nei 42 Comuni nelle piazze durante i giorni di mercato (nel capoluogo si firma con un documento di identita’ in piazza Fontanesi e in piazza Casotti) e 30 quelli allestiti in altrettante aziende del territorio, oltre che nelle sedi sindacali e nelle leghe Spi.

L’obiettivo a livello nazionale e’ di un milione di firme per mettersi al riparo dalla possibile riforma dell’istituto del referendum che alza il quorum da 500 a 800.000 mila adesioni, mentre a Reggio “vogliamo convertire in firme i voti di chi ci ha conferito questo mandato”, spiega Mora. Nel merito delle proposte di legge il segretario spiega: “la Carta dei diritti universali del lavoro si propone in alternativa a tutte le ultime leggi, da quella Sacconi alla Fornero fino al Jobs act, per una riscrittura delle regole del lavoro e soprattutto coinvolgendo i lavoratori precari, quelli piu’ colpiti dalla riduzione dei diritti”.

Differenti ma strettamente collegati sono i referendum abrogativi proposti che “puntano ad abrogare quei pezzi della normativa che penalizzano i lavoratori”. Il primo, spiega Mora, “riguarda l’abolizione dei voucher, un istituto che rappresenta il portato di un lavoro non solo senza diritti, ma anche senza stabilita’”. Il secondo quesito referendario intende invece abrogare le norme che limitano la responsabilita’ solidale negli appalti. “In tutti i settori – dice Mora – bisogna rimettere al committente la responsabilita’ di verificare la regolarita’ del lavoro negli appalti”. L’ultimo quesito punta infine ad abolire le norme che limitano il reintegro dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, applicate di recente a Reggio ai dipendenti della Tecnogear tra cui un delegato Fiom.

“Puntiamo non solo a ripristinare la situazione di partenza – commenta il segretario Cgil – ma nella carta dei diritti chiediamo anche che le norme si applichino anche alle aziende con cinque dipendenti e prevedano non solo la monetizzazione ma il vero e proprio reintegro del lavoratore, che per noi e’ l’unico deterrente ai licenziamenti illegittimi”. Conclude quindi Mora: “A parte quelle elettorali direi che questa e’ una consultazione senza pari. Nei prossimi mesi proporremo un confronto a tutti i soggetti, associazioni e forze sociali, che possono contribuire al buon esito di questa campagna nell’interesse dei lavoratori” (Fonte Dire).