Iren, statuto e voto maggiorato: l’ira dei piccoli azionisti

6 aprile 2016 | 18:54
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Iren, statuto e voto maggiorato: l’ira dei piccoli azionisti

Fantuzzi: “Dopo tre anni liberti tutti e via alla privatizzazione”

REGGIO EMILIA – Il via libera di lunedi’ in Consiglio comunale, con i soli voti del Pd e senza l’appoggio dell’alleato Sel, non spegne a Reggio Emilia le polemiche sul nuovo statuto di Iren, che prevede l’introduzione per i soci pubblici del cosiddetto voto maggiorato in assemblea.

Il meccanismo che verra’ ratificato dai soci della multiutility il prossimo 9 maggio ritorna infatti nel mirino dei piccoli azionisti. “E’ una truffa che come al solito pagheremo noi”, commenta Francesco Fantuzzi. Il portavoce dei piccoli azionisti, nel suo ragionamento in un post su Facebook non esita ad evocare scenari a tinte fosche: “Ricordate Enel e i gravi disservizi seguiti alla nevicata del febbraio 2015? Presto ci ritroveremo nella medesima situazione”.

In particolare, sottolinea Fantuzzi, “il sindaco Luca Vecchi ha ribadito di fronte allo sconcerto di cittadini e lavoratori del gruppo che il voto maggiorato permettera’ ai soci pubblici di mantenere il controllo della societa’ anche in caso di eventuali dismissioni di quote, la cosiddetta ”golden share”. Ma i reali motivi dell’operazione sono ben altri”.

Infatti “gli azionisti pubblici, ovvero i Comuni, potranno vendere sul mercato non soltanto piu’ le azioni fuori dal patto di sindacato, ma anche quelle che consentano comunque di mantenere la maggioranza del voto in assemblea soci”. In linea teorica, dunque si potrebbe addirittura arrivare al 25% del totale delle azioni, mentre il 40% indicato come soglia minima da mantenere “non sara’ indicato in statuto, ma solo sui patti parasociali, che durano tre anni”. E “se alla scadenza i Comuni non dovessero rinnovarli? Liberi tutti”.

Fantuzzi evidenzia infine “l’anomalo volume di scambi dell’ultimo mese” sul mercato azionario che “parrebbe confermare la contrarieta’ degli azionisti privati e la loro intenzione di presentarsi agguerriti in assemblea”. O “dobbiamo presupporre – conclude – che qualche investitore, ingolosito dalla scandalosa benevolenza governativa degli ultimi tre anni stia muovendosi?”.

Sulla stessa linea la consigliera dell’alleanza civica Cinzia Rubertelli che la delibera approvata la riassume cosi’: “Al via entrata di capitali privati e il voto maggioritario come tecnicismo per far digerire l’amara medicina”. Anche Rubertelli osserva inoltre: “Il famoso patto emiliano durera’ tre anni e poi?”. Infine, con riferimento alle nomine interne all’azienda, l’esponente della minoranza conclude affermando: “Reggio Emilia la citta’ delle poltrone … Pardon persone …”.