Iren, il Consiglio approva le modifiche allo statuto

4 aprile 2016 | 20:25
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Iren, il Consiglio approva le modifiche allo statuto

Sel vota no insieme alle opposizioni. Il sindaco Vecchi: “Chi pensa che la presenza del pubblico sia indifferente rispetto alla governance e soprattutto ai rapporti con il territorio, penso commetta un errore”

REGGIO EMILIA – Nervi tesi, ma alla fine strada aperta all’approvazione per la delibera che modifica lo statuto di Iren e i patti parasociali tra i Comuni di Reggio, Torino e Genova, a cui il meccanismo del voto maggiorato assegna un peso del 51% in assemblea dei soci anche se dovessero vendere azioni e scendere al 40% del capitale.

La delibera è passata con 19 voti favorevoli (Pd), 11 contrari (Forza Italia, Sel, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Grande Reggio Progetto Reggio – Alleanza civica e Lista civica Magenta – Alleanza civica).

Il sindaco Luca Vecchi ha annunciato che nei prossimi giorni incontrera’ i sindacati emiliani rassicurando inoltre che almeno per tre anni “non ci saranno dismissioni di quote”. Anche lo spettro di ulteriori fusioni di Iren con altre aziende viene allontanato dal primo cittadino: “non e’ all”orizzonte”. In sostanza, aggiunge Vecchi “questa delibera va nella direzione esattamente opposta alla privatizzazione e conferma la volonta’ di questa citta’ e di questa amministrazione di giocare un certo ruolo in Iren”.

Per contro, chiude Vecchi, “chi pensa che la presenza del pubblico sia indifferente rispetto alla governance e soprattutto ai rapporti con il territorio, penso commetta un errore”. Nella maggioranza si e’ pero’ smarcata la consigliera di Sel, Lucia Lusenti, secondo cui le modifiche statutarie “pur positive nel breve periodo non tengono conto del quadro d’insieme dell’azienda”.

Movimento 5 stelle invece sulle barricate. La consigliera Alessandra Guatteri, in particolare ha proposto un emendamento per chiedere che la definizione di soci subblici indicata nell’articolo 9.1 dello statuto sia limitata a Stato, Regioni e Comuni e non allargata ad altri organismi come invece, secondo lei, previsto dalla delibera. In una nota la pentastellata ha scritto: “Oggi pomeriggio, in Consiglio Comunale, il PD  consumerà l’ennesimo tradimento delle promesse fatte ai cittadini. La modifica dello Statuto, attraverso  la riscrittura dell’articolo 9.1,  consentirà, infatti,  che i cittadini vengano definitivamente scippati della gestione dei propri beni comuni. Un’azienda quotata in borsa controllata da non si sa chi potrà beneficiare degli utili derivanti dalle nostre bollette, senza correre nessun rischio di mercato”.